Fra le principali novità tecnologiche sulle quali il settore bancario può puntare, l’Osservatorio Digital Finance della School of Management del Politecnico di Milano colloca il fenomeno blockchain.
Per inquadrare il tema, riportiamo la definizione, selezionata fra le tante, data da Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano nel suo intervento: “Blockchain è una tecnologia in un cui vi è un database di transazioni condiviso tra più nodi di una rete, validato dalla rete stessa e strutturato a blocchi (una catena di blocchi che contengono più transazioni). Le principali caratteristiche del database sono: tracciabilità da tutti i partecipanti alla rete, immutabilità e sicurezza attraverso sistemi crittografici”.
Di questo servizio fa parte anche il seguente articolo: | |
LO SCENARIO – AI, robo advisor, API, analytics… le tecnologie che fanno la differenza nel Finance |
Dopo gli esordi (2008-2010), superata la cattiva fama legata all’uso illegale di bitcoin (la criptovaluta sulla quale si basa l’architettura tecnologica antesignana della blockchain – Bitcoin – caratterizzata da uno scambio peer-to-peer che può facilmente mascherare transazioni illecite), la tecnologia successivamente definitivamente denominata blockchain ha attirato (2012-2014) l’attenzione del settore finanziario e dei regolatori.
Molteplici sono i potenziali ambiti applicativi nel mondo finance fra cui i pagamenti, il trading finanziario, le assicurazioni, la creazione di piattaforme di scambio e trading, la compliance…
Da “infrastruttura” per gestire la criptovaluta bitcoin, è stata successivamente applicata ad altri ambiti avviandosi a diventare l’Internet delle transazioni con importanti prospettive per il settore banking e finance.
“Se l’innovazione porta benefici pubblici, il regolatore la deve facilitare”, ha sottolineato Domenico Gammaldi, Direttore Superiore del Servizio Supervisione sui mercati e sul Sistema dei Pagamenti della Banca d’Italia, che al tema ha dedicato un gruppo interdisciplinare, focalizzato al momento soprattutto sui pagamenti.
Le grandi banche internazionali prestano grande attenzione al tema blockchain e ne stanno sperimentando i vantaggi. Stesso interesse si manifesta in Italia anche se ancora in poche sperimentano, secondo l’indagine dell’Osservatorio Digital Finance, realizzata con interviste al top management di oltre 40 attori in ambito finanziario (figura 1).
Anche gli ospiti del convegno si riconoscono nella classificazione riportata nella figura: fra scettici e titubanti si colloca ad esempio cheBanca!, che aspetta siano le grandi banche a fare i primi passi; Banca Mediolanum guarda con attenzione al fenomeno che sta studiando da circa un anno; Banco Posta, si colloca a metà fra osservatore e sperimentatore; mentre la sfida per Intesa Sanpaolo è passare dallo stadio proof of concept a prodotti capaci di offrire ritorni.
Un impulso all’accelerazione può venire dalle startup che possono aiutare le banche a trovare nuovi ambiti applicativi: l’Osservatorio ne ha censite 63 a livello internazionale (nessuna con sede in Italia), con una raccolta di finanziamenti per oltre 1 miliardo di dollari (figura 2).
Ma non è detto che, nonostante il fermento, sarà il Banking e Finance, che comporta un quadro regolamentare complesso, a trainare la blockchain. C’è chi scommette sulla trasversalità dell’IoT, dove l’uso di blockchain potrebbe risolvere una serie di problemi in sospeso sull’identificazione degli oggetti, sulla loro affidabilità e sulla sicurezza, per decretarne il successo; ma buone opportunità si aprono anche nella gestione delle identità, negli smart contract e in molte altre aree.