Evo Mo
Per quanto riguarda il primo punto, le critiche riguardano soprattutto la gestione del “fondo verde” che, nei primi tre anni, è nella mani della Banca Mondiale, istituzione che, secondo la Bolivia, non rispecchia in modo obiettivo e imparziale gli interessi dei paesi in via di sviluppo; inoltre non si indica chi finanzierà il fondo successivamente. Il paese sudamericano chiedeva, invece, che il ‘fondo verde’ fosse finanziato con una parte del bilancio che i paesi industrializzati ogni anno destinano alla difesa e alla guerra. Secondo la Bolivia è altissimo il rischio che si incoraggi la compravendita di ‘quote’ di emissioni di carbonio tra i paesi del sud del mondo e quelli industrializzati, invece di spingere questi ultimi ad agire in modo più responsabile.
Le misure previste dagli Accordi sarebbero inoltre totalmente inefficaci in quanto il contenimento della temperatura del pianeta di 2° centigradi e il mancato vincolo sulla riduzione delle emissioni inquinanti (ricordiamo, infatti, che l’impegno a tagliare il 25-40% delle emissioni rispetto al 1990 è su base volontaria; gli Stati Uniti parlano di una riduzione del 17% rispetto al 2005, ossia del 5% sul 1990) rischia di provocare la scomparsa di interi stati insulari e la riduzione del 50% dei ghiacciai mondiali, con conseguenze disastrose sull’accesso all’acqua potabile, la produzione di cibo e la desertificazione del pianeta.