Come cambia l’uso dell’Ict

Il cattivo presente che caratterizza oggi il mercato nel nostro Paese nasconde un futuro prossimo che si presenta ricco di opportunità e di minacce. La sfida per i prossimi mesi, per tutti gli attori del mercato, enti e fornitori, e per il nuovo Governo, sarà quella di saper leggere il presente con gli occhi del futuro e agire di conseguenza

Pubblicato il 07 Nov 2005

capitanipiccola

Gli andamenti del mercato Ict, soprattutto sul lato dell’IT nel 1° semestre 2005 ci consegnano l’immagine di un Paese che sta investendo poco, all’interno del quale sta aumentando il divario tra imprese, settori, territori che innovano e altri, più numerosi, che non lo fanno, e in cui il mondo consumer risulta più dinamico di quello professionale. Tuttavia, in questa calma quasi piatta, soprattutto nell’IT, in questa apparente continuità rispetto ai semestri precedenti, sembrano manifestarsi fenomeni che indicano come il settore e il mercato Ict stiano entrando in una fase di discontinuità strutturale destinata a cambiarne nel medio periodo gli assetti sia sul lato degli utenti che sul lato dei fornitori.
Sul lato delle imprese cambia e si amplia la modalità d’uso dell’Ict: si assiste a un’incorporazione crescente di IT nei prodotti tradizionali, a sostegno delle innovazioni di prodotto; lo stesso avviene per le innovazioni di processo sia a livello aziendale che interaziendale. Prosegue poi nelle grandi organizzazioni il lungo processo di razionalizzazione dei sistemi informativi con i già citati processi di integrazione, sicurezza, compliance, governance, il cui obiettivo non è più soltanto quello dell’efficienza, ma è anche quello di allineare sempre più l’IT alle esigenze strategiche delle aziende.

Nuovo modo di usare le tlc
Le imprese stanno anche rivedendo il loro modo di utilizzare le telecomunicazioni. Da un’esigenza di puro risparmio sulla fonia, anche attraverso tecnologie VoIP, esse stanno passando a un uso valorizzante delle Tlc, attraverso: la riduzione delle complessità con un’unica infrastruttura IP che supporti dati/fonia/video; l’implementazione di strategie di integrazione applicativa e Bpr che trovano nelle infrastrutture di Tlc lo strumento abilitante fondamentale; il supporto alla mobilità interna ed esterna di manager e dipendenti (vedi figura 1). A proposito di mobilità, sta aumentando in Italia l’infrastruttura per gestirla: per numero di hot spot l’Italia è oggi al 7° posto nel mondo, con 1.315 punti contro gli oltre 6.000 della Germania e i quasi 4.000 della Francia (vedi figura 2).

Le traiettorie evolutive delle Tlc per l’utenza business
(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Fonte: NetConsulting, settembre 2005

Punti di accesso WiFi nei principali Paesi
(clicca sull’immagine per ingrandirla)


Fonte: JiWire, agosto 2005

Il cambiamento nei profili di introduzione e uso dell’ICT da parte delle aziende, pur riguardando un numero ancora relativamente ristretto di esse, è il segnale di un processo di mutazione strutturale che anche le aziende italiane stanno perseguendo.
Sta sempre più affermandosi un modello che potremmo definire di Networked e Wireless Enterprise, dove l’infrastruttura e le soluzioni Ict hanno il compito di realizzare la governance e il funzionamento di un’impresa sempre più multilocalizzata o delocalizzata (esistono già 1.200 sedi di aziende italiane in Cina), che opera nell’ambito di reti fisiche e virtuali con altre imprese, che deve gestire processi consistenti di mobilità delle merci e delle persone e che deve, infine, essere sempre più prossima, in modo fisico o virtuale, al consumatore e ai mercati.

La casa contenitore di tecnologie
Un altro fenomeno rilevante che sta caratterizzando la fase di discontinuità è relativo al fatto che la casa, sia a livello di abitazione che di condominio, risulta sempre più un contenitore di tecnologie innovative che da eterogenee stanno diventando omogenee, integrate o integrabili.
Aumenta nelle abitazioni l’esigenza di disporre di un repository per la crescente mole di contenuti digitali autoprodotti (foto/video) o scaricate dal web (musica, film ecc.).
La TV tende a recuperare il proprio ruolo centrale, sia per i programmi di broadcaster sia come schermo dei contenuti digitali e in futuro sarà anche lo strumento che consentirà di leggere la posta o navigare in Internet.
Le telecomunicazioni nella casa serviranno a realizzare i progetti di domotica sia nelle singole abitazioni che a livello condominiale o di quartiere (vedi figura 3).

Il processo di integrazione delle tecnologie ICMT nella casa
(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Fonte: Gartner, marzo 2004

Questa nuova infrastruttura tecnologica domestica configura un nuovo modello di domotica, non più proprietaria ma basata su standard e aperta a contribuire alla nascita di un individuo digitale in rete che utilizza le stesse tecnologie in casa e in ufficio e che, quando saranno disponibili servizi e contenuti adeguati, potrà trasformarsi in cittadino digitale ed esso stesso produttore e veicolatore di servizi e contenuti.

Individuo digitale: driver del mercato
Qualche osservatore, come Thomas Friedman nel suo recente libro “The World is Flat”, nota in proposito come stia nascendo una Peer to Peer Society, ovvero una società di individui che interagiscono, comunicano, commerciano, scambiano informazioni tra loro senza intermediari grazie a Internet [vedi i servizi della storia di copertina di questo numero ndr]. Il Voip peer-to-peer potrebbe essere una delle tecnologie abilitanti questa tendenza.
In questa chiave interpretativa sembra essere l’individuo digitale più che le imprese, il futuro driver del mercato, e questa forbice risulta forse ancora più accentuata in Italia rispetto ad altri Paesi.

Conclusioni
In conclusione, il cattivo presente che caratterizza attualmente il mercato nel nostro Paese nasconde un futuro prossimo che si sta preparando entro un orizzonte temporale relativamente breve e che si presenta ricco di opportunità e di minacce per il nostro Paese.
Il settore dell’Ict a livello mondiale si sta trasformando di conseguenza alla luce di queste tendenze e lo sta facendo attraverso un processo di concentrazione e di alleanze strategiche tra fornitori superiore per intensità a quello degli anni d’oro della new economy.
Nel periodo gennaio – giugno 2005 si è verificato il record nel numero di acquisizioni e fusioni in Europa, e soprattutto, negli Stati Uniti dove, come è noto, le acquisizioni effettuate nelle ultime settimane hanno un peso specifico ancora superiore e di grande impatto nei mesi e negli anni futuri su tutti i mercati mondiali.
Come abbiamo detto, questo nuovo scenario si presenta ricco di opportunità e di potenzialità, ma anche di molte minacce per l’Italia: per il Paese, se non saprà adottare politiche strutturali di sostegno all’innovazione; per le imprese, soprattutto piccole e medie, se non sapranno o non intenderanno innovare e interpreteranno la nuova fase che si sta avviando soltanto come minaccia per la loro sopravvivenza; per le aziende dell’Ict se non sapranno interpretare il cambiamento in atto
La sfida per i prossimi mesi, per tutti gli attori del mercato, utenti e fornitori, e per il nuovo Governo, sarà quella di saper leggere il presente con gli occhi del futuro, e non con quelli del passato, e agire di conseguenza.

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