MILANO – La cura del benessere e delle persone non può che partire dall’ascolto dei bisogni e dalla percezione che gli individui hanno nei confronti della situazione sanitaria in cui sono inseriti.
Di questo servizio fa parte anche il seguente articolo: | |
LA RICERCA – Future Health Study 2016, in Italia crescono i pazienti digitali |
Ne è convinta Philips che, sempre più concentrata sul mercato della life technology, per fornire un ulteriore contributo al cambiamento che sta coinvolgendo il mondo dell’Healthcare, ha deciso di realizzare uno studio internazionale dedicato a comprendere le abitudini e le necessità dei cittadini rispetto al proprio stato di salute. Con un focus particolare e dettagliato sull’Italia, il colosso olandese ha quindi deciso di analizzare il ruolo svolto dalla trasformazione digitale in ambito sanitario.
“La necessità di un cambiamento è impellente – ha esordito Stefano Folli, Ceo di Philips Italia, Israele e Grecia – perché l’equilibrio tra esigenze di investimento crescenti per la cura della salute dovuta all’invecchiamento della popolazione e budget ristretti appare sempre più precario”.
Serve una discontinuità importante, che cambi l’approccio tradizionale alla cura delle malattie trasformandolo in cura della salute, che significa considerare cause ed effetti del problema, oltre al segmento della diagnosi e della terapia.
La visione di Philips sull’Healthcare
“I risultati della ricerca che mostrano quanto il desiderio di una sanità più integrata sia trasversale alle persone, indipendentemente dalla fascia di età e dal sesso – ha proseguito Folli – ci convincono ulteriormente della necessità di creare un continuum che supporti gli individui e permetta loro di vivere una vita sana, aiutandoli nella prevenzione e accompagnandoli lungo il percorso di diagnosi, terapia e recupero”.
E proprio in direzione di questo health continuum, Philips sviluppa le proprie tecnologie IoT che riunisce in un portafoglio prodotti molto ampio che va dallo spazzolino da denti per effettuare la mappatura 3d della bocca, ai microdevice che si occupano della pulizia delle arterie, dall’health watch, che include un sensore ottico brevettato del battito cardiaco, al misuratore da polso per rilevare la pressione sanguigna.
“La digitalizzazione è la chiave per cambiare il modo di guardare alla salute – ha concluso Folli – . Le informazioni che i device mettono a disposizione consentono, infatti, di scoprire aspetti diagnostici e terapeutici legati alle abitudini e ai parametri vitali delle persone. Attraverso la nostra piattaforma cloud Healt Suite Digital Platform, che permette l’interscambio di informazioni tra dispositivi, pazienti e operatori sanitari, rendiamo possibile una forma di auto-apprendimento dei sistemi diagnostici, che in questo modo riescono a migliorare le proprie performance ed effettuare, così, analisi più precise, offrire informazioni statistiche per proiettare le patologie più frequenti su un certo tipo di popolazione o, ancora, rendere disponibili percorsi personalizzati, ottimizzando l’outcome di cura dei pazienti, che diventa più efficiente ed efficace, garantendo nel contempo una maggiore sostenibilità economica al sistema sanitario nazionale”.