L’Italia è un paese che deve trovare la sua via. Non che abbia perso la trebisonda, ma la situazione storica di questi ultimi 20 anni l’ha immersa in un fluido opaco che, se l’ha preservata da grandi collassi, non le ha permesso di indirizzare tutti gli sforzi verso una prospettiva. Ora ci sono nuove elezioni e, quindi, spero che chi governerà questo paese sappia coalizzare le migliori forze e i migliori pensieri per aprire una nuova fase evolutiva e quindi disegnare una via.
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- Tecnologia, innovazione, imprese: cosa chiedere alla politica che verrà
Io penso che connettività e scuola possano essere due ingredienti per una ricetta di sviluppo formidabile.
Quando parlo di connettività intendo infrastrutture per mettere in relazione individui, organizzazioni e fonti informative in tempo reale. Intendo, con maggior dettaglio, una diffusione capillare della fibra ottica e di tutte quelle tecnologie che possono garantire accesso e connessione, attraverso la rete, da ogni luogo della nazione. Attraverso questo avremmo la possibilità di rendere effettive modalità di relazione ad oggi poco praticabili o addirittura impossibili.
Pensiamo alla scuola. Avere a disposizione connettività e quindi accesso alle fonti informative della rete permetterebbe di rifondare i modelli di insegnamento, rendendoli vicini alla sensibilità delle nuove generazioni e indirizzandoli verso le vere necessità della società. Le nuove generazioni sono cresciute con Internet e con le tecnologie digitali, solo modelli di insegnamento che le includono possono avere probabilità di successo, mantenendo costantemente il contatto con la vita reale e con il mondo delle imprese.
Nel concreto, ai politici chiedo l’impegno ad eliminare ogni ostacolo affinché la connettività si diffonda in ogni angolo del Paese e che la scuola la utilizzi per trasformare l’offerta formativa indirizzandola verso i reali bisogni della società.