La gestione della business continuity ha lo scopo di garantire la continuità dei processi di business dell’organizzazione grazie all’uso della raccolta di dati sia dai sistemi informatici (IT) sia da quelli operativi (OT), grazie a una valutazione del rischio per mettere in atto le misure necessarie per mitigarne gli impatti sui processi di business dell’organizzazione (figura 1).
Una piattaforma BCM (Business Continuity Management) basata su IoT dovrebbe poter raccogliere le informazioni su eventuali incidenti sia da vari sistemi di sicurezza (IT), sia dai dati di controllo della produzione pianificata e effettiva (OT).
Dovrebbe inoltre poter importare da altre organizzazioni le informazioni per avere la visione della situazione di altri sistemi indipendenti e la conoscenza di possibili attacchi futuri, oltre ad analizzare le informazioni sugli incidenti e rappresentare la risk analysis dell’incidente stesso. Oltre a ciò, deve creare misure di contrasto come piani per la mitigazione del rischio che minimizzino gli effetti sulla produzione e sul business.
Fra le misure che possono essere messe in atto, il White Paper ricorda l’isolamento dei sottosistemi colpiti e l’interruzione di alcune linee di produzione, mentre la piattaforma IoT dovrà analizzare i dati di produzione per creare un piano ottimale in risposta alla capacità di produzione colpite in ciascun sito produttivo.
Le carenze degli attuali sistemi riguardano soprattutto i sensori, gli attuatori e la sicurezza. Fondamentale per alcune delle attività sarà lo sviluppo della tecnologia sensor fusion, capace di combinare, integrare e associare dati ottenuti da una molteplicità di sensori.
IoT per la smart city
Come noto, per realizzare una smart city non basta distribuire sensori per la città. Per fornire applicazioni sia ai cittadini sia agli enti pubblici con l’obiettivo di rendere possibili le conseguenti azioni informate è necessario aggregare grandi piattaforme IoT eterogenee che nel loro insieme contengono un’ampia varietà di sensori e fonti di dati differenziate. Si dovranno gestire misure di temperatura, umidità, rumore, gas inquinanti, provenienti da sensori di movimento, video, dispositivi mobili, misuratori di acqua…
La smart city va dunque vista come una “piattaforma di piattaforme” che includerà applicazioni real-time per migliorare la sicurezza pubblica, la mobilità urbana, ottimizzare l’utilizzo delle utility, migliorare la grande quantità di servizi per i cittadini che hanno a che fare con oggetti fisici (figura 2).
Questi compiti sono fortemente correlati alla disambiguazione semantica (ossia la capacità di assegnare ai dati il significato più corretto sulla base del contesto; normale per la mente umana ma che prevede algoritmi complessi se a farlo sono le macchine) e alla contestualizzazione delle informazioni per abilitare una elaborazione avanzata dei dati e analisi di nuova generazione sviluppate ad hoc e focalizzate su questi temi. Queste piattaforme faranno leva su una connettività avanzata (di tipo 5G) e su database in-memory per poter gestire la grande quantità di dati generati. Tuttavia le piattaforme attuali sono carenti in termini di connettività, elaborazione, capacità di azione, sicurezza, come vedremo con più dettaglio sulle caratteristiche della nuova generazione di IoT.