“Ci sono due aspetti che è utile tener presente, rispetto al modo in cui i processi sanitari si stanno riconfigurando: il primo, è che ci si muove sempre più verso una logica paziente-centrica, che tende cioè a considerare il paziente punto di riferimento primario: le informazioni devono essere organizzate in modo tale da riuscire ad accompagnare la persona lungo tutto il suo percorso sanitario; il secondo, è che le aziende sanitarie sono chiamate sempre più a rendere i propri dati disponibili a case farmaceutiche, Università e altri enti per finalità di ricerca, dati che dunque devono essere leggibili da sistemi esterni”, spiega Anna Ferro, Solutions Consultant di Hitachi Data Systems (Hds), che, durante un recente evento dell’azienda dedicato al settore sanitario, ha così introdotto un importante progetto in campo Data Management svolto dalla stessa Hds in collaborazione con Gidea Alta Tecnologia, realtà focalizzata su soluzioni in ambito medicale.
Il progetto sta coinvolgendo progressivamente tutte le strutture ospedaliere che servono la provincia di Alessandria. Per la prima volta in Italia è stato implementato l'Hitachi Clinical Repository (Hcr): si tratta di un'infrastruttura in grado di virtualizzare e consolidare tutti i dati clinici del paziente, indipendentemente dalla piattaforma hardware e dagli applicativi che li hanno generati; i formati vengono standardizzati e le informazioni sono riunite centralmente: sfruttando le potenzialità del cloud, il sistema, come chiarisce Ferro, permette attraverso la creazione di un archivio di metadati ad alto valore aggiunto, associati a referti, esami e immagini, di conservare e integrare tutti i dati che provengono dalle diverse strutture ospedaliere; mettere questi stessi dati a disposizione di tutti gli ospedali collegati e di applicazioni esterne in grado di aggregarli in modo diverso, col fine di ricavarne informazioni di diversa utilità. La soluzione organizza attorno al paziente tutti i dati raccolti, gestendo anche la riconciliazione anagrafica: attraverso l'associazione di un numero univoco di riconoscimento per persona, risolve infatti anche i casi in cui a uno stesso soggetto, curato in più ospedali, corrisponda più di un profilo. Oltre che per gli ospedali, i dati potrebbero in futuro essere disponibili per i medici di base, i centri di cura e lo stesso paziente, a cui la soluzione consentirebbe di fruire del servizio anche in mobilità, tramite una applicazione Hds dedicata.
I forti investimenti che l'acquisto di macchinari medicali impone, e dunque la difficoltà economica di gestirne la sostituzione, rendono il tema del legacy particolarmente rilevante in ambito sanitario: come sottolinea Ferro, avere un sistema che permette di far dialogare i dati ottenuti dalle eterogenee attrezzature che si trovano installate in una rete di ospedaliera, è la premessa necessaria per riuscire, anche a breve termine, a sfruttare gli analytics, e valorizzare la grande mole di dati che viene quotidianamente raccolta dagli enti sanitari.