FPA ha pubblicato il consueto Rapporto annuale sull’indice di trasformazione digitale delle città iCity Rank 2020, relativo ai 107 comuni capoluogo. La pandemia non ha frenato la trasformazione digitale delle città italiane ma ha accentuato le differenze, in particolare fra Nord e Sud e fra città di grandi dimensioni e piccoli comuni.
iCity Rank 2020, le 3 migliori
iCity Rank mette sul podio la terna di città metropolitane, Firenze, Bologna e Milano, seguita da Roma Capitale e da città medie come Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari (unica città del Sud) e Venezia (figura 1).
La graduatoria conferma il primato delle città metropolitane, dotate di maggiori risorse finanziarie e di competenze necessarie per la trasformazione digitale, che durante la pandemia ha visto un’accelerazione.
Fra le novità della ricerca, segnaliamo l’attribuzione di un rating, dove tripla A corrisponde a un livello di digitalizzazione “molto avanzato”, assegnato a quattro città metropolitane come Firenze, Bologna, Milano e Roma Capitale e a un gruppo di città medie come Parma, Reggio Emilia, Modena, Bergamo, Torino, Trento e Cagliari. Chiudono la classifica (rating C), otto città con ritardi critici quasi tutte del Sud: Taranto, Avellino, Caserta, Carbonia, Nuoro, Enna, Chieti e Agrigento (figura 2).
Il punto di vista delle città campioni
Cecilia Del Re, Assessore del Comune di Firenze a Urbanistica, ambiente, turismo, innovazione tecnologica, sistemi informativi, ecc. , esprime soddisfazione per primo posto della sua città ed enfatizza il ruolo di iCity Rank 2020 che in un anno drammatico è riuscito a evidenziare il modo in cui le città hanno affrontato la pandemia. “Concordo sulla necessità di investire sulla digitalizzazione sfruttando anche le opportunità che verranno dal Next generation Eu: la pandemia ci ha fatto capire quanto sia importante il digitale per creare città resilienti”, aggiunge, ricordando che Firenze ha lavorato per il potenziamento delle infrastrutture digitali, fra cui la rete wi-fi diffusa, che ha consentito di monitorare e controllare eventuali assembramenti, con il supporto di un app creata per il controllo dei flussi turistici, convertita per gestire il lock-down.
Elena Gaggioli, Assessore del Comune di Bologna alle Politiche per gli adolescenti, i giovani e la famiglia, Agenda digitale, ecc, evidenzia la necessità di equità per i servizi digitali sul territorio, superando le differenze fra grandi e piccoli comuni. “I grandi comuni possono mettere a disposizione dei più piccoli piattaforme che rendano equivalente il livello di servizio offerto”, suggerisce.
Roberta Cocco, Assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici del Comune di Milano, pur dichiarandosi restia a considerare un’occasione di cambiamento la pandemia (che ha causato oltre 3mila morti di Milano), riconosce che ha accelerato la digitalizzazione. “Abbiamo lavorato per trasferire la maggior parte dei servizi sui telefonini, seguendo il mantra della semplificazione – spiega e dichiarando soddisfazione per la rete creata fra le città propone – Il lavoro di FPA va utilizzato per proseguire lo scambio e il supporto”. Propone inoltre che le città che hanno raggiunto i risultati migliori si assumano la responsabilità di aiutare le città che sono restate indietro nella sfida che aspetta i comuni e tutta l’Italia nel prossimo anno.
Nel divario Nord Sud non mancano eccezioni
La maggior parte delle prime posizioni sono occupate da città del Centro-Nord, mentre due terzi dei capoluoghi meridionali si collocano nel terzo più basso della graduatoria, a conferma del gap geografico nella trasformazione digitale. Fanno eccezione Cagliari, nona in classifica, prima città del Sud, seguita da Palermo (in tredicesima posizione), Lecce (diciassettesima) e Bari (ventesima).
Alessandro Guarracino, Assessore dell’innovazione tecnologica, ambiente e politiche del mare del Comune di Cagliari, manifestando l’orgoglio la posizione come prima città del Sud, evidenzia: “L’humus informatico che ci caratterizza ha facilitato la resilienza della città durante la pandemia e ci ha facilitato nell’approccio allo smart working per la quasi totalità dei circa dipendenti del Comune”.
Paolo Petralia Camassa, Assessore all’Innovazione del Comune di Palermo, ricorda invece che Palermo 40 anni fa capitale della mafia e oggi sale alla 13-esima posizione grazie a un lavoro quotidiano di anni che ha consentito la lenta ma costante crescita culturale.
La reazione digitale delle città più colpite dal Covid
Anche le città che più hanno sofferto per la pandemia non sono arretrate nel loro percorso di digitalizzazione. Cinque tra le prime sette città per incremento di decessi si collocano infatti nelle prime 30 posizioni della graduatoria. Queste e altre città pur colpite dal Covid, non solo hanno proseguito nella trasformazione digitale ma hanno resistito anche grazie agli strumenti che avevano costruito in precedenza e messi in campo nuovi.
“Le parole chiave che ci hanno guidato in questi mesi sono state: adattamento, collaborazione e innovazione- sottolinea Giacomo Angeloni, Assessore Innovazione, semplificazione, servizi demografici del Comune di Bergamo – Quello che abbiamo vissuto, come tutta l’Italia, passa dal dramma del virus ma non possiamo ignorare che la pandemia sia stata un acceleratore di innovazione. In futuro continueremo a portare l’amministrazione sempre più vicina ai cittadini, come lo è stata in questo periodo, non solo grazie alle tecnologie ma soprattutto al grande impegno dei dipendenti”.
Elena Baio, Vicesindaco del Comune di Piacenza evidenzia: “L’innovazione digitale ci ha permesso di sopravvivere e tutti abbiamo cambiato modo di lavorare. Certo il decreto semplificazione ci ha dato una mano, ma l’aspetto normativo da solo non basta: serve anche una trasformazione organizzativa della PA”. Il Comune di Piacenza prosegue il suo percorso con l’annuncio di uno sportello telematico polifunzionale in cui sono stati digitalizzati 230 procedimenti che porterà all’eliminazione di altrettanti moduli cartacei dal 1° febbraio 2021.
Concludiamo con le parole di Gianni Dominici, Direttore generale di FPA: “Il processo di trasformazione digitale delle città italiane e delle loro amministrazioni non si è arrestato in questo anno terribile, anzi per molti versi ha ricevuto un’accelerazione che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali. Spesso sono state proprio le innovazioni digitali a consentire di gestire situazioni critiche limitandone l’impatto e favorendo risposte fondate sulla partecipazione di cittadini e associazioni”.