MILANO – Le due novità inerenti ICity Rate edizione 2017, sono state annunciate di recente in una conferenza stampa a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, in occasione della presentazione in anteprima della ricerca stessa realizzata da ICity Lab (un’iniziativa FPA) per fotografare come le città italiane si pongano nel percorso verso città più intelligenti, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini.
La ricerca annuale verrà presentata nella sua interezza durante la manifestazione “ICity Lab” (che si svolgerà il 24 e 25 ottobre) organizzata per la prima volta, dopo diversi anni a Bologna, nel capoluogo lombardo, presso lo spazio “Base Milano”: la città lombarda è stata scelta perché nelle ultime edizioni, compresa questa, si è aggiudicato il primo posto tra le smart city italiane.
“La nostra intenzione – ha dichiarato Carlo Mochi Sismondi, presidente di Forum PA – è lavorare in una logica di laboratorio, che offra modelli e best practice che possano essere replicati in altri contesti; Milano è un esempio in questo senso”.
In secondo luogo, quest’anno alla tradizionale graduatoria ICity Rate ha affiancato un’analisi sul posizionamento dei Comuni capoluogo rispetto ai grandi obiettivi della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
In Italia, 4,6 milioni di persone vivono in situazioni di povertà assoluta, 15 ragazzi su 100 smettono di studiare dopo la licenza media e il 9% della popolazione vive in situazioni di sovraffollamento abitativo; d’altra parte, la qualità dell’aria è stata responsabile nel 2016 di circa 60mila morti premature e 50mila persone vivono in zone con elevato rischio di inondazione.
Sono solo alcuni esempi di situazioni che devono essere risolte: gli obiettivi indicati dall’Onu nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sono molto chiari rispetto a queste tematiche e le amministrazioni devono raccogliere la sfida. Proprio per questo FPA dà il suo contributo monitorando gli sforzi che man mano verranno fatti.
“Oggi non possiamo parlare di smart city – ha dichiarato Gianni Dominici, Direttore Generale di Fpa – senza parlare di sostenibilità. Gli obiettivi posti dall’Onu sono tanto ambiziosi quanto ineludibili e su molti di questi target le città giocano un ruolo centrale, essendo il livello territoriale nel quale più si addensano i problemi di natura sociale ed economica, ma anche il luogo in cui trovare le competenze e le risorse per risolverli”.
E Milano, dai dati raccolti per ICity Rate, sta compiendo meglio delle altre città questo lavoro…
Il primato di Milano, ecco gli elementi distintivi e le sfide ancora aperte
“Quest’affermazione è resa possibile grazie all’attenzione che l’amministrazione – ha dichiarato Cristina Tayani, assessore alle Politiche per il lavoro, attività produttive e commercio del Comune di Milano – sta ponendo alle tematiche dell’innovazione e dell’inclusione, avviando un processo di progettazione condivisa tra attori pubblici e privati, società civile e università cittadine per rendere Milano una città sempre più intelligente, ma rappresenta anche uno sprone a far meglio su altre questioni”.
Secondo l’amministratore cittadino, la scelta vincente del capoluogo lombardo è stata quella di aver investito su un modello di città intelligente del quale la tecnologia è abilitatore; un modello che ha consentito a Milano di posizionarsi prima in graduatoria rispetto a molteplici indicatori, tra questi: la produttività, l’intensità brevettuale (ossia il numero di brevetti depositati per 10mila unità di forze lavoro), la quantità percentuale di imprese con dipendenti che investono nel green ma anche per l’internazionalizzazione culturale (per quanto riguarda cioè il valore delle esportazioni di prodotti di attività creative e di intrattenimento).
Secondo ICity Rate, le sfide su cui Milano invece si deve ancora impegnare riguardano la qualità ambientale e la legalità, intesa sia dal punto di vista della criminalità, sia da quello della corruzione, da un lato, e dell’efficienza del sistema di giustizia dall’altro.