La classifica delle città digitali italiane capoluogo, IcityRank di ForumPA, che vede sul podio Firenze, Milano e Bologna, evidenzia ancora una volta il divario, in termini di digitalizzazione, sia fra Nord e Sud sia fra grandi e piccole città, pur con significative eccezioni. E dunque urgente, per superare i gap ancora presenti in termini territoriali e dimensionali, metter in luce le strategie e le pratiche delle città che si sono piazzate meglio. Lo faremo di seguito per ciascuno degli otto indici misurati (servizi on line, app municipali, digital PA, social PA, open data, apertura, wi-fi pubblico, IoT e tecnologie di rete), che nel loro complesso concorrono al posizionamento nella graduatoria generale, andando a cogliere gli spunti di successo nelle città più digitali del Paese e metterli a fattor comune
Servizi online
Cremona, in seconda posizione su questo indice, è partita da diversi anni, offrendo on line tutti i servizi possibili e contenendo la presenza agli sportelli tramite prenotazione. La scelta si è rivelata fondamentale, per una città molto colpita dal Covid, in fase di lockdown. “Abbiamo puntato anche all’integrazione fra servizi e piattaforme, realizzando in pratica lo switch-off verso pagoPa la quasi totalità dei pagamenti”, sottolinea Maurizio Manzi, Assessore al Bilancio, Innovazione e Digitalizzazione che, nonostante i progressi continui, considera l’obiettivo ancora lontano. Prossimi passi il miglioramento della user experience e la maggiore attenzione alle fasce deboli e al digitale divide.
App municipali
Parma che raggiunge la massima posizione insieme ad altre 6 città è riuscita ad adottare le app senza lasciare indietro nessuno, grazie alla collaborazione con il volontariato e l’impegno dell’Ente di formazione del comune nell’erogare corsi gratuiti. Importante però definire le priorità. “Abbiamo deciso di tralasciarne alcuni ambiti, come ad esempio gli open data, e puntare su altri, come educazione e cultura-turismo, cogliendo l’occasione di essere capitale della cultura nel 2020-21. Il prossimo obiettivo sarà il rifacimento completo del portale”, sottolinea Ines Seletti, Assessore, fra l’altro, a Scuola, Servizi educativi, Servizio informatica e Innovazione tecnologica.
Digital Pa – Piattaforme abilitanti
Modena si colloca in terza posizione per questo indice che evidenzia la connessione alla piattaforme abilitanti nazionali. “Questo indicatore è rappresentativo della diffusione dell’ecosistema dell’innovazione, dove il mondo privato, l’associazionismo, la ricerca a chi ha creatività, ingegno e voglia di fare, trova il supporto dell’amministrazione”, commenta Ludovica Carla Ferrari, Assessora a Città smart, Politiche economiche, Turismo e promozione della città, aggiungendo che nelle amministrazioni è passato il messaggio che non si può più restare indietro e serve un innalzamento complessivo degli standard.
Social Pa
Bologna, prima in questo indicatore, è partita con l’intuizione della rete civica Iperbole nel ’95, quando ancora i social non erano nati in Italia, pensata per realizzare uno scambio a due vie fra amministrazione e cittadini, un lavoro di anni che ha generato grande sensibilità nella cittadinanza. “Attualmente l’ufficio comunicazione trasforma le notizie in comunicazione social, grazie alla raccolta capillare di dati e informazioni – sottolinea Massimo Bugani, Assessore ai Rapporti con il Consiglio comunale, agenda digitale e uso civico dei dati – Il comune deve comunicare bene e in modo semplice ciò che fa e coinvolgere il cittadino nell’interazione”.
Open data
Palermo, prima insieme a Milano e Pisa, rappresenta una felice eccezione rispetto ad altre città del Sud. “Gli open data vanno così bene a Palermo grazie a una persona nell’ufficio innovazione interamente dedicata. Il percorso di digitalizzazione è fatto dalle persone, dalla passione da una volontà missionaria”, spiega Paolo Petralia Camassa, Assessore all’Innovazione, che cerca di indicare un percorso per superare il gap con le città del centro-Nord a cui si frappongono ostacoli come le scarse risorse economiche e umane. “Va fatto un salto culturale per comprendere che il digitale serve per semplificare la Pa e non solo in fase di emergenza, come un ombrello che si apre quando piove e si chiede quando c’è il sole”.
Apertura
Trento è in prima posizione, pari merito con Firenze, per le ragioni che spiega il sindaco Franco Ianeselli: “Crediamo di aver descritto molto bene i 70 servizi digitali disponibili, con l’obiettivo ulteriore di completare la descrizione in occasione della migrazione al nuovo sito”. Un ulteriore elemento di apertura verrà dall’app unica “La mia Trento”, composta da più moduli per collegare le molteplici app della città ai servizi transazionali. “L’obiettivo del 2022 è la realizzazione del progetto smart city control room come risultato del nostro forte coinvolgimento nel PNRR, che richiede la disponibilità di dati e il loro governo in una logica di trasparenza”. Per l’efficacia e l’efficienza dei servizi, l’apertura va affiancata con la digitalizzazione dei processi.
Wi-fi
Bergamo si colloca in seconda posizione, in coerenza con l’idea di “internet come diritto del cittadino, al pari di acqua e luce”, come sottolinea Giacomo Angeloni, Assessore Innovazione, semplificazione, servizi demografici, ricordando quanto affermato dal Presidente Mattarella in occasione del suo insediamento. I punti wi-fi, “il nostro fiore all’occhiello”, sono oggi 220 e continueranno a crescere. Bergamo punta ad altre innovazioni come eliminare la password obbligatoria per l’accesso, come già da anni è previsto a Barcellona. Un’ulteriore innovazione sarà unificare le reti delle due città capitali della cultura nel 2023 (Bergamo e Brescia), connettendole anche una pista ciclabile con wi-fi.
IoT e tecnologie di rete
Firenze è prima in questo indice (alla pari con Bolzano. “Consideriamo i dati un’infrastruttura fondamentale su cui cresce la città”, dice Cecilia Del Re, Assessore a Urbanistica, ambiente, innovazione tecnologica, sistemi informativi… L’obiettivo è un sistema integrato, basato sulla raccolta dati Iot e concentrato nella la smart city control room che sarà inaugurata nel 2022. Da lì verranno gestiti la smart mobility, grazie a una rete di sensori diffusi per controllare la circolazione, i sistemi di controllo da remoto dei semafori e dei sensori per l’illuminazione pubblica, i sistemi per dalla manutenzione e la gestione del verde pubblico, la raccolta smart dei rifiuti. “Tutto questo serve all’amministrazione per organizzarsi meglio ma anche per migliorare la partecipazione dei cittadini”.
Superare i gap è anche una questione di governance
Come utilizzare l’esperienza delle città più digitali per aiutare quelle restate indietro? Oggi, a differenza del passato, ci sono sia la consapevolezza sia le risorse, non solo di provenienza PNRR, ma anche dal Fondo per lo Sviluppo e Coesione e dai fondi UE ordinari, come ha notato Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini nel suo intervento. Risulta dunque particolarmente utile l’iniziativa del governo per la ricostruzione del comitato interministeriale per le politiche urbane. “Il risultato dovrebbe essere una migliore allocazione delle risorse ingenti che vedranno nelle città attori fondamentali, per migliorare vita dei cittadini e ridurre le emissioni”, è l’auspicio del ministro, che considera l’Italia pronta sul piano tecnologico, meno su quello della governance, assai più complessa in un campo che, come l’innovazione tecnologica, tocca una molteplicità di aspetti.