Il presidente di Assinform al vertice sull’interoperabilità nell’e-Government

Ennio Lucarelli ha sottolineato l’urgenza di nuovi investimenti per la diffusione di reti a banda larga e per realizzare la piena integrazione dei sistemi informativi della Pa, con l’obiettivo di dirurre i costi e aumentare la qualità dei servizi al cittadini e alle imprese

Pubblicato il 29 Ott 2008

“Uscire dall’impasse è possibile, a patto però di crederci e di puntare sull’ innovazione, e in particolare in quella resa possibile dall’Information Technology”. A parlare così è Ennio Lucarelli (nella foto) Presidente di Assinform, intervenuto al  Secondo vertice Europeo sull’Interoperabilità per l’e-Government  che si è svolto nei giorni scorsi  a Roma, e al quale hanno partecipato diversi esponenti delle Istituzioni e delle imprese. L’Assinform è l’associazione delle aziende di Information Technology operanti in Italia, aderente a Confindustria.
Riguardo nello specifico all’innovazione tecnologia Pubblica amministrazione, Lucarelli ha detto: “La Pubblica Amministrazione italiana, nell’ambito della collaborazione europea, è chiamata a partecipare ad importanti innovazioni per realizzare l’interoperabilità delle banche dati, ovvero tra l’altro per evitare ai cittadini la necessità di fornire più volte le stesse informazioni e semplificare profondamente le procedure amministrative della stessa Pa e migliorarne i servizi rendendoli graditi agli utilizzatori. Si tratta di una grossa opportunità di ricerca e di sviluppo di nuove applicazioni alla quale le imprese sono pronte a partecipare e ad investire. Ma anche lo Stato deve fare la sua parte incentivando l’innovazione con bandi ad hoc, stimolando la concorrenza ed il mercato, rispettando le regole europee nei pagamenti a propri fornitori”
Lucarelli quindi è sceso nel dettaglio degli investimenti più urgenti che, sulla base del consenso che innovazione e sviluppo siano elementi inscindibili, lo Stato dovrebbe favori. In primo luogo si tratta di quelli quelli volti a favorire la diffusione della banda larga e la generazione e fruizione di nuovi servizi in rete ai cittadini e alle imprese.  L’interoperabilità tra i sistemi della Pa rientro a pieno titolo in questo contesto.  Secondo il presidente di Assinform, inoltre, la modernizzazione digitale della Pa, a tutti i livelli, debba essere considerata oramai un obiettivo strategico, perché “essa può consentire di liberare, e indirizzare ad attività di sviluppo, sino al 3% del Pil”. Per realizzare tutto questo, secondo Lucarelli,  sono necessari investimenti importanti sia sul fronte del “back office” (rapporti interni fra Enti) che del “front office” (erogazione di servizi a cittadini e imprese): nel caso del back office, agendo a tutto campo (dalla messa a punto di processi sempre più integrati e standardizzati alla riqualificazione delle risorse umane); e in quello del front office facendo sì che le Amministrazioni moltiplichino la capacità di offrire servizi on-line di facile utilizzabilità e puntino anche sulla multicanalità.
Un altro punto importante è la modifica dei criteri con cui attualmente vengono scelti i fornitori e le tecnologie da parte della Pa, mentre oggi, secondo Lucarelli, si “vede una quota consistente della domanda pubblica sottratta la meccanismo selettivo della concorrenza”. Infine, quindi, “ è necessario lanciare bandi che favoriscano la ricerca e lo sviluppo di nuove applicazioni, e anche la cooperazione fra aziende italiane e gruppi o centri di ricerca internazionali”. Il presidente delle aziende It di Confindustria ha anche preso un impegno per conto delle società associate, che “devono essere disposte a fare a loro parte, ma anche schierarsi sul fronte di chi chiede di rispettare i tempi di pagamento pattuiti, perché ogni deroga al riguardo significa mettere a rischio la sopravvivenza della aziende di piccole e medie dimensioni, e quando va bene costringere le imprese del settore ad indirizzare le risorse a capitale circolante anziché ad investimenti”.

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