Impegno concreto e risultati tangibili: la ricetta green di Ricoh

Tre differenti prospettive, economica, sociale/organizzativa e ambientale, per migliorare il business, e un duplice obiettivo: ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività e quello dei processi di stampa dei propri clienti. Ecco gli ingredienti di Ricoh, già riconosciuta tra le 100 aziende più sostenibili del mondo. Nella foto Luca Tomelleri, communication manager di Ricoh Italia.

Pubblicato il 20 Ott 2010

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Un dna molto ecologico quello di Ricoh, che vuole dichiaratamente “fare del business sostenibile”. Come? Innanzitutto attraverso la progettazione di tecnologie che, fin dalle fasi di ricerca e sviluppo, garantiscono un basso impatto ambientale. Ne sono un esempio concreto la funzionalità Eco-mode dei dispositivi di stampa, grazie alla quale si riduce dell’86% il consumo di energia quando la stampante non è in funzione, e l’impiego di materiali innovativi come la plastica di origine vegetale per la realizzazione dei prodotti.
L’approccio green di Ricoh si concretizza nel Pay Per Page Green, un servizio di innovazione e razionalizzazione dell’ambiente di stampa. “Con questa formula – precisa Luca Tomelleri, communication manager di Ricoh Italia – le aziende pagano un importo unitario fisso per ogni pagina prodotta; importo che è già comprensivo di consulenza, hardware, consumabili, servizi di assistenza e di manutenzione”.
“I vantaggi di una proposta come questa possono essere visti sotto tre differenti prospettive: economica, che si concretizza con la riduzione dei costi di stampa (fino al 30% rispetto alla situazione di partenza); organizzativa, attraverso il miglioramento dei servizi alle persone e grazie a dispositivi all’avanguardia che ottimizzano la condivisione e la distribuzione dei documenti integrandosi con gli applicativi aziendali lasciando però tutti gli oneri gestionali a carico del fornitore (liberando l’It aziendale); ambientale con una significativa riduzione dei consumi, il risparmio di carta e la riduzione delle emissioni di CO2”, spiega Tomelleri.
“Ma l’impegno di Ricoh non si esaurisce con la proposta di soluzioni al mercato – ci tiene a sottolineare Tomelleri -. Nel 2001 abbiamo raggiunto l’obiettivo di “Zero Waste to Landfill” (“Zero rifiuti in discarica”) in tutti i nostri principali stabilimenti produttivi e oggi il nostro business poggia su processi di produzione innovativi che richiedono meno energia. Non solo: abbiamo attivato un importante programma di recupero dei rifiuti e riciclaggio (Ricoh Recycling Program) volto al riutilizzo dei componenti delle macchine e delle materie prime che le compongono”.
Grazie all’impegno in campo ambientale Ricoh è stata indicata tra le 100 aziende più sostenibili nel mondo dalla classifica “Global 100 Most Sustainable Corporations in the World”. “Si tratta di un importante riconoscimento – evidenzia Tomelleri – perché la classifica è il frutto di un’attenta analisi che prende in considerazione 1.800 grandi aziende di tutto il mondo valutate sulla base dei dati forniti dalla società americana Innovest Strategic Value Advisors”.
Nell’ambito della strategia volta a ridurre il proprio impatto ambientale dell’87,5% entro il 2050 rispetto a quello del 2000, Ricoh si è avvalsa del metodo del “back-casting” per stabilire obiettivi intermedi per gli anni 2007, 2010, 2020 e 2030. “I primi, relativi agli anni 2007 e 2010, sono stati addirittura superati. Nel 2004 l’obiettivo era di diminuire l’impatto del 15% entro il 2007 e siamo riusciti a raggiungere 16,8%. Il secondo obiettivo di superare la riduzione del 20% entro il 2010 è stato raggiunto già nel 2009, in anticipo di un anno”, conclude con soddisfazione Tomelleri.

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