Il CIO è colui che oggi, direttamente (perché chiamato a dare risposte al business) o indirettamente (perché deve intervenire su integrazione e sicurezza in implementazioni tecnologiche messe in atto dalle linee di business), viene inevitabilmente ‘toccato’ dalle ondate di innovazione tecnologica: “La sfida primaria per il CIO è riuscire ad anticipare questi impatti”, è l’opinione di Stefano Venturi, Corporate VP e Amministratore Delegato di Hewlett Packard Enterprise (HPE) in Italia, “sfida affrontabile conoscendo, prima di tutto, i trend tecnologici in atto e in arrivo. Il CIO deve capire in anticipo la portata di certe ‘forze innovative’ per avere il tempo di verificarne le opportunità per la propria azienda”.
Entrando quindi nel dettaglio dell’analisi delle tendenze tecnologiche che, nella visione di Venturi, già nel corso del 2017 mostreranno la propria forza dirompente, il numero uno di HPE propone queste riflessioni: “La base di dati disponibili e necessari a un’azienda per ‘fare business’ è in continuo aumento e questi dati provengono sia dal mercato (con fonti sempre più ‘estese’ provenienti dal web) sia dall’azienda stessa.
L’Internet of Things, soprattutto in chiave Industry 4.0, a mio avviso sarà uno dei trend che in Italia mostrerà tutta la sua potenza specialmente nell’ambito manifatturiero, già oggi alle prese con progetti di integrazione tecnologica delle ‘things’ (macchinari, sistemi produttivi, impianti, sensori, ecc.)”.
“IoT e Analytics vanno a braccetto – puntualizza Venturi – perché sarà anche grazie agli oggetti e ai sensori connessi che si apriranno nuove opportunità di innovazione, intesa sia come possibilità di ‘sperimentare’ modelli di business differenti e offrire servizi aggiuntivi ai propri clienti, sia come occasione per rimodellare processi ed organizzazioni (IT soprattutto)”.
Su quest’ultimo punto ci soffermiamo chiedendo a Venturi come sarà possibile, a suo avviso, sfruttare le tecnologie per rivedere (se non addirittura scardinare) modelli di governance e processi che, fino ad oggi, hanno rappresentato spesso un ostacolo all’innovazione più che un driver: “Penso si debba creare un ecosistema attorno al quale permettere alle imprese di ‘fare open innovation’, altrimenti il rischio è che rimanga un’idea irrealizzabile. Noi, per esempio, abbiamo creato gli HPE Innovation Lab dove mettiamo a disposizione le nostre tecnologie e i partner le loro soluzioni e servizi, in modo che le aziende possano ‘sperimentarle’ (anche mediante progetti concreti) prima di effettuare investimenti IT. Credo inoltre che un vendor come HPE abbia anche il dovere di rendere accessibili, mediante nuove forme di sourcing e finanziamento flessibili, anche le tecnologie più sofisticate e all’avanguardia come i sistemi iperconvergenti o le infrastrutture componibili che rappresentano il nuovo modello architetturale sul quale poter costruire quei progetti di innovazione che avranno nell’IoT e negli Analytics i pilastri portanti”.