Ci risiamo! Come al solito è una questione di tempismo. Una frazione di secondo e…zac, il difensore è scartato e la palla è in rete. “E’ partito prima e mi ha spiazzato!”. E qui è la stessa cosa: il mondo sta cambiando ma è una cosa troppo complessa per ammetterlo o anche solo per decidere di fare il primo passo. Le risorse energetiche tradizionali, così come fino ad oggi le abbiamo usate e prodotte vanno esaurendosi; il dibattito a livello di macro economia e politica sta cercando di capire come, a fronte di una giusta pretesa di crescita economica e di qualità della vita anche da parte dei paesi fino ad oggi più disagiati non vada a devastare delicati equilibri ecologici ed ambientali… Ma tutto questo a me non interessa: “Io devo far funzionare i sistemi informativi”, oppure: “Ho altre cose più importanti a cui pensare che non all’ecologia e all’ambiente” o anche: “Mi hanno detto che il mio data center consuma quanto un aeroplano, ma tanto l’attribuzione del consumo energetico non è cosa che mi riguardi, quindi….”. Finché un bel giorno…zac! Una normativa o anche un cliente che richiede alla mia azienda il rispetto di alcuni parametri eco-sostenibili, piuttosto che il mio concorrente che, seguendo “la moda green” ha ridotto del 40%le spese del data center, mi hanno spiazzato. Bravo! Forse non te ne eri accorto ma tu eri il difensore e lui era l’attaccante che ti ha fatto goal!
Sulla base di questi presupposti, molto concreti, molto business oriented e che tengono conto di un contesto economico, politico e sociale che sta cambiando verso la consapevolezza di un migliore sfruttamento delle risorse dell’unico pianeta che disponiamo per vivere, nasce ZEROUNO GREEN ECONOMY, un progetto che oltre a focalizzare le “green practices” che sarebbe opportuno seguire a livello It guarda alla crescita di una cultura di impresa, di organizzazione aziendale, di individuo lavoratore e cittadino del pianeta terra nella dimensione della eco-sostenibilità e della diminuzione dell’impatto ambientale. Considerando che la cultura green è ben lungi ormai dall’essere il distintivo di riconoscibilità di qualche associazione ambientalista tanto integralista quanto inascoltata, ma piuttosto un movimento di cambiamento sociale che vede, oltre che nella sensibilità del singolo, proprio negli organismi legislativi dei governi dei principali paesi, nelle decisioni delle banche centrali, uno strumento per raggiungere nuova efficienza, risparmio e minori costi.
Sul nostro sito, in questo e in altri nostri allegati che realizzeremo nel corso del 2009, nonché nei numerosi articoli che troveranno spazio sulla rivista, così come durante gli incontri di approfondimento che organizzeremo, troverete una serie di indicazioni e di indicatori utili a capire l’impatto attuale dei sistemi informativi sull’ambiente e i passi per un miglioramento sulla strada dell’efficienza e del risparmio. Tra l’altro, a rafforzare questa nostra visione più ampia di una eco-sostenibilità sociale e del business, ci preme sottolineare l’accordo raggiunto con LifeGate, network di comunicazione per il mondo eco-culturale per ZeroUno Green Economy, allo scopo di pubblicare un Osservatorio che tenga sotto monitoraggio alcuni tra i principali trend evolutivi di una “Economia Green”.
Volevamo però focalizzare un punto a nostro avviso determinante per dare al green It quel ruolo di formidabile leva strategica per raggiungere risultati di efficienza e produttività. I margini di risparmio che derivano infatti da scelte tecnologiche-architetturali, revisione di processi e organizzazione aziendale, modalità di relazione tra impresa-partner e clienti, nuove modalità di sviluppo del software con evidenti impatti sul fronte dei consumi energetici sono tali che sarebbe davvero sciocco ignorarli. Per non parlare, come si diceva inizialmente, di uno scenario normativo che andrà sempre più nella direzione del minore impatto ambientale richiesto all’azienda e alle sue parti strategiche, tra le quali, senz’altro l’It. Proprio dagli ampi spazi di miglioramento e di risparmio che la leva green offre si potrà attingere in questo periodo di crisi per ricavare ingenti risorse da reimmettere nell’innovazione che viene richiesta (guai a ridurre i costi senza reinvestire i risparmi in innovazione). Sistemi che consumano di meno, data center più performanti e meno inquinanti, procedure e organizzazioni del lavoro ottimizzate nel’ottica del risparmio e del minore impatto sui consumi saranno alcune delle leve primarie sulle quali intervenire per riuscire a dare efficienza all’azienda in un momento in cui le risorse, finanziarie ma anche naturali, sono sempre meno disponibili. E’ così che si intende la cultura green. Senza dimenticare che, contrariamente alle mode del passato, oggi green vuol dire la consapevolezza che uno sbilanciamento mondiale nello sfruttamento delle risorse del pianeta a vantaggio di pochi su molti è uno squilibrio, nei fatti, destinato a saltare. E proprio per questo, per la sua “dimensione storica”, il fenomeno green è da capire al più presto, da sperimentare nelle scelte quotidiane individuali, di utilizzo della tecnologia e anche nel modo di essere impresa. Prima che qualcun altro vi abbia, l’ennesima volta, anticipato e fatto goal. A proposito: attenzione perché siamo vicini al novantesimo minuto e la partita sta per finire!
La formidabile leva verde
Pubblicato il 10 Mar 2009
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