Il concetto di smart city, secondo una definizione dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, “fa riferimento al monitoraggio e alla gestione degli elementi di una città (come mezzi di trasporto, illuminazione pubblica e parcheggi) e dell’ambiente circostante (ad esempio fiumi, boschi, montagne) per migliorarne vivibilità, sostenibilità e competitività”.
In una tale visione, il ruolo dei sistemi IoT assume un valore chiave come tecnologia abilitante per rendere le città sempre più “intelligenti”. La sensoristica, infatti, abbraccia diversi casi d’uso negli ambienti urbani che vanno dalla videosorveglianza al monitoraggio del traffico, dagli impianti semaforici alla gestione dei rifiuti fino all’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale ad esempio per l’irrigazione dei parchi pubblici. Ma l’IoT non è l’unica tecnologia al servizio delle smart city, come dimostrano gli 8 indicatori previsti da ICityRank, il rapporto elaborato ogni anno da FPA che offre un quadro esaustivo sullo stato di digitalizzazione dei 107 capoluoghi d’Italia. L’ultima edizione, in particolare, ha tenuto conto dello shock subito dai territori a causa della pandemia, inserendo il tema della trasformazione digitale all’interno di un modello ancora più evoluto di smart city chiamato a essere anche “responsive and adaptive”. Due aggettivi che indicano la capacità di raccogliere e utilizzare le informazioni non solo per ottimizzare i servizi, ma anche per coinvolgere tutti gli attori in gioco e per prendere decisioni sempre più consapevoli.
1. Accesso online ai servizi
Il primo indicatore del rapporto 2020 di FPA ha misurato l’accessibilità online dei servizi pubblici. Sui 107 comuni capoluogo analizzati, lo Sportello unico per le attività produttive (Suap) risulta essere il servizio più diffuso, visto che è attivo in 104 città. In coda, invece, si collocano servizi all’apparenza molto più semplici, come il cambio indirizzo o residenza, offerti in modalità online solo da 33 amministrazioni cittadine. Ciò non toglie che l’effetto pandemia si sia fatto sentire spingendo ad aumentare i servizi online disponibili, ma senza colmare il gap tra centri del nord e del sud, visto che l’unica città meridionale che si trova nella classifica delle top ten, all’ottavo posto, è Palermo.
2. App municipali
ICityRank 2020 ha posto come secondo indicatore di trasformazione digitale delle città quelle che l’Istat definisce “applicazioni per dispositivi mobili che forniscono informazioni e/o servizi di pubblica utilità rese disponibili gratuitamente per alcuni settori di interesse dai comuni capoluogo di provincia/città metropolitana”. In 73 comuni le app, soprattutto legate al turismo e ai percorsi culturali, hanno registrato un forte crescita. A queste se ne sono aggiunte altre connesse alla sicurezza e rivolte a semplificare la comunicazione tra cittadini e istituzioni. A guidare la classifica, Bologna e Firenze, seguite da Modena e Trento. Napoli è l’unico capoluogo del sud a rientrare nelle prime 10 città.
3. Piattaforme abilitanti
Un’altra metrica del rapporto ha calcolato il livello di integrazione dei sistemi comunali nei confronti delle tre piattaforme individuate dal Piano Triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2019-2021: SPID (Sistema pubblico di identità digitale), PagoPA e ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente). Dal 2019 al 2020 i capoluoghi che non hanno attivato il sistema SPID sono diminuiti da 18 a 9, mentre i comuni dove si sono registrate transazioni con PagoPa sono cresciuti dagli 86 del febbraio 2019 ai 103 dell’ottobre 2020. Quasi tutti i capoluoghi hanno completato il percorso di ingresso nell’ANPR, 84 in modo definitivo a fronte di 16 che si trovano in fase di “subentro”. Al vertice della classifica si posizionano Milano, Bologna e Cremona.
4. Social network
Nel 2020 i capoluoghi presenti sui social sono diventati rispettivamente 95 su Facebook, 95 su Youtube e 87 su Twitter. Le 2 rilevazioni svolte da FPA a maggio e ottobre hanno evidenziato un utilizzo maggiore dei social network con molta probabilità stimolato dall’esigenza di allargare gli strumenti di comunicazione durante le fasi di emergenza Covid-19. L’indicatore, oltre ad appurare l’attivazione di un account social, ha calcolato anche la frequenza di aggiornamento e il tasso di penetrazione in base al numero di follower in rapporto alla popolazione. Sul podio siede Bologna, seguita da Torino e Firenze. Entrano nella top ten anche 2 città del sud, Napoli e Cagliari.
5. Open data
È il valore meno incoraggiante, e la tecnologia con il numero inferiore di capoluoghi, nella classifica di ICityRank. Infatti, sono meno di 10 i comuni che hanno pubblicato almeno 500 set di dati, mentre scendono a 5 quelli che superano la soglia dei 500 file in formato interoperabile in base al modello delle 5 stelle della scala Tim-Berners Lee. Nella graduatoria ai primi posti ci sono Firenze, Milano e Palermo. Fatta eccezione per il capoluogo siciliano, il 60% delle città meridionali rientra nella fascia di quelli che non hanno attivato alcuna pubblicazione di open data.
6. Trasparenza
La rilevazione sulla trasparenza dei siti web comunali eseguita con la metodologia MagellanoPA, cioè il Knowledge Management System per la PA ideato dal ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, ha visto la crescita dei capoluoghi che rispondono pienamente ai criteri di MagellanoPA, passati nel 2020 da 64 a 67. Tre di questi (Bari, Benevento e Catanzaro) appartengono al mezzogiorno e, a differenza di altri indicatori citati in precedenza, non emergono differenze territoriali marcate. La tendenza semmai è quella che vede le performance migliori soprattutto da parte dei capoluoghi metropolitani, mentre prosegue l’adeguamento nella completezza delle informazioni IPA, seppure in maniera non del tutto omogena.
5. Wi-Fi pubblico
Nell’indagine ICityRank 2020 il numero di capoluoghi che offre reti Wi-Fi significative, vale a dire con più di 10 punti di accesso, è salito da 61 a 73. Firenze è la città in vetta alla classifica, seguita da Bergamo, Venezia e Cagliari. Per valutare la qualità e la quantità di reti Wi-Fi cittadine FPA ha utilizzato le ultime stime disponibili dell’Istat incrociandole con una serie di indicatori ricavati dalla consultazione dei siti delle amministrazioni nonché dalle informazioni fornite dagli stessi comuni. A completare il parametro, l’eventuale collegamento della rete Wi-Fi locale con network sovracomunali e nazionali.
8. IoT e tecnologie di rete
Dal punto di vista delle tecnologie IoT, ICItyRank ha analizzato il fenomeno focalizzandosi in particolare sull’illuminazione pubblica, sugli impianti semaforici e sui contenitori di rifiuti con sistemi di identificazione. La rete di illuminazione pubblica rappresenta, secondo FPA, una delle infrastrutture abilitanti per le responsive cities, ma nel 2020 sono state soltanto 27 le città che l’hanno adottata. Segno che il cammino verso una città realmente smart ancora è lungo da percorrere, nonostante le buone performance di centri come Bolzano e Mantova al nord, in cima alla classifica delle tecnologie IoT, e i trend positivi di Cagliari (unica città meridionale a essere presente tra le prime 10 nell’indice complessivo di trasformazione digitale), Bari, Siracusa e Lecce.