Diego Piacentini, Commissario straordinario per il digitale, aveva annunciato a dicembre l’obiettivo del suo mandato biennale: “Attivare un processo di cambiamento e fare in modo che la digitalizzazione non sia più straordinaria, ma diventi la normalità nella PA”. L’idea è creare un “sistema operativo” del Paese, mettendo a disposizione i componenti fondamentali sui quali costruire servizi semplici ed efficaci per connettere i cittadini, le imprese e la Pubblica Amministrazione attraverso prodotti digitali innovativi. Definito il Team per la trasformazione digitale, uno dei primi passi successivi è stato trovare il modo di sfruttare i talenti digitali presenti in gran quantità in Italia per accelerare il cambiamento del modo in cui lavora la Pubblica Amministrazione, utilizzando standard e software aperti e realizzando API, anche prendendo come esempio quando sta accadendo nel mondo business.
Prendere esempio dal mondo business
“Mentre tutte le aziende innovative e le startup si confrontano normalmente con l’ecosistema degli sviluppatori, fino ad oggi lo Stato si è limitato a ordinare per legge”, sostiene Giovanni Bajo, Developer Relations del Team per la Trasformazione Digitale, che porta come esempio l’inserimento del login tramite Spid: “Migliaia di sviluppatori di servizi pubblici si sono dovuti districare nei meandri della documentazione poco chiara, in mancanza di esempi, con call center che non sempre sanno che cosa rispondere e con SLA (Service Level Agreement) non rispettate”.
Punta a superare queste difficoltà Developers Italia, progetto a suo tempo annunciato da Paolo Barberis, Consigliere per l'Innovazione del Presidente del Consiglio dei Ministri e membro del Team per la trasformazione digitale, in un’intervista a ZeroUno. La piattaforma ospiterà tutti i principali progetti tecnologici del Paese, come Anagrafe Nazionale Popolazione Residente che potrà consentire la nascita di nuovi servizi digitali, il sistema di autenticazione digitale pubblico Spid che consente a tutti i cittadini di identificarsi in maniera certa e con una sola credenziale, il catalogo nazionale dei dati aperti delle pubbliche amministrazioni italiane, aggregati in un unico portale.
Gli sviluppatori si troveranno ad operare in un ambiente per loro familiare che mette a disposizione:
uno spazio su GitHub, il servizio di hosting per progetti software pensato per ospitare codice sorgente e librerie open-source pronte all’uso e all’integrazione; un’area basata su ReadTheDocs, lo strumento per riscrivere documentazioni strutturate e indicizzabili, pensata e scritta per i tecnici; una newsletter e uno spazio per le news, per tenere aggiornati gli sviluppatori sulle novità; un forum aperto basato su Discourse, sistema per lo scambio di opinioni e consigli fra colleghi.
Si sta pensando anche alla creazione di un ambiente di sandboxing per le API, dove poter verificare le connessioni API via browser e scaricare “scheletri di client” già pronti.
Si tratta ora di verificare l’adesione della comunità degli sviluppatori e l’effettiva efficacia degli strumenti messi a disposizione da Developers Italia. Se tutto funzionerà come previsto potrà, da un lato, accelerare i processi di messa a punto del “sistema operativo” Paese, auspicato da Piacentini e, dall’altro, offrire opportunità anche a singoli sviluppatori, startup e PMI di collaborare con la Pa.