Progetto: Marko – The next generation manual

Una piattaforma per creare manuali d’uso su oggetti reali, distribuiti tramite la realtà aumentata. Basta fotografare l’oggetto, importare l’immagine nel creator del sistema, collegare i contenuti e il manuale multimediale è fatto

Pubblicato il 02 Dic 2016

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Una soluzione che consente a qualsiasi azienda, in autonomia, senza bisogno di sviluppatori, di sfruttare la realtà aumentata per veicolare informazioni, ovvero per creare dei manuali legati ai prodotti e ai processi aziendali ad uso e consumo dei propri dipendenti e collaboratori: si chiama Marko (Manual in Augmented Reality, Kit in Overlay) ed è frutto dell’esperienza del team di weAR (startup supportata dal fondo Club Italia Investimenti 2 e da Polihub) nel campo della realtà aumentata. Come funziona? Il primo passaggio è creare il manuale: “Si fotografa un oggetto reale col proprio device – spiega Emanuele Borasio, Ceo & Founder, weAR – e lo si importa nel creator del sistema; tramite semplici funzionalità drag and drop, si aggiungono quindi delle icone e degli overlay che possono essere collegati a dei contenuti multimediali pubblicati in un cloud”: caselle di testo, link a pagine web, immagini, schede tecniche, video in overlay ecc. (figura 1).

Figura 1 – Il processo di creazione dei manuali di Marko

Caratteristica innovativa del tool è la possibilità di organizzare e suddividere il piano di lavoro per step procedurali, in modo tale da dare alle operazioni una sequenza cronologica e offrire dunque all’utente delle istruzioni scandite in una serie di passaggi ordinati “dal primo all’ultimo”.

Dopo aver creato il manuale “aumentato”, gli utenti possono fruirne tramite una mobile app appositamente studiata. Come? “Semplicemente puntando il proprio dispositivo verso l’oggetto reale: comparirà sullo schermo una visione mixata di realtà e contenuto virtuale [quello costruito nelle modalità drag and drop sopra descritte – ndr]”. Tecnologicamente parlando, la soluzione consiste quindi in un SaaS basato su un framework costituito da una piattaforma web per la creazione dei contenuti in overlay (il creator), di un cloud storage data e di un’applicazione mobile.

“I Ceo con cui venivo a contatto – racconta Borasio – vedevano la realtà aumentata come uno strumento applicabile solo a scenari ‘di fantascienza’”: una tecnologia troppo costosa e d’avanguardia perché potesse essere sfruttata nella quotidianità di una qualsiasi azienda per svolgere una funzione formativa come quella descritta; Marko è concepita per cambiare questa prospettiva; come spiega Borasio, infatti: (1) economicamente offre tutti i vantaggi di un sistema Saas, in primis la possibilità di non dover fare investimenti importanti per acquisire internamente strumenti; (2) è un tool flessibile: funziona con normali smartphone, tablet e wearable devices (per esempio smart glass); (3) è customizzabile per avvicinarsi alle diverse esigenze dei settori e delle singole realtà aziendali.

Il primo test della soluzione è avvenuto in Enel, a oggi il maggiore utilizzatore di Marko, dove il sistema è attualmente in uso con 4.500 licenze attive su un totale di 15.000 potenzialmente attivabili; ma il tool è già in prova, con aziende di rilievo nel proprio verticale, anche in altri settori tra cui multi-utility, elettronica di consumo, aeronautica e spazio e automotive. “L’esperienza con Enel ci ha dato delle informazioni molto dettagliate su come rendere lo strumento minimale”, dice Borasio, che quindi spiega: “L’interfaccia è estremamente semplice; pochi tasti, poche funzionalità da gestire: qualsiasi azienda può creare il proprio manuale in 5 minuti”.

Risparmi sulla formazione e sui costi di manutenzione

Emanuele Borasio, Ceo & Founder, weAR

Ogni azienda, Pmi comprese, per svolgere attività di formazione e interventi di manutenzione adeguatamente, necessita di manuali d’uso aggiornati per collaboratori, forza vendita o clienti. Le aziende spesso non riescono però a ottimizzare queste attività: nel 2015, solo in Europa, per esempio, sono stati spesi a causa di inefficienze sulla manutenzione 450 miliardi di euro, con un risparmio potenziale di 70 miliardi di euro (dati ConMoto Consulting). Marko consente alle imprese, riducendo l’uso di manuali cartacei, di risparmiare proprio nei campi della formazione e della manutenzione prodotti: la prima diventa più efficace e l’altra più agile dal momento che il cliente finale o l’operatore può svolgere in autonomia il task senza rivolgersi al centro di assistenza. Le Kpi finora ottenute dalle aziende che hanno adottato la soluzione, come spiegano gli esperti di weAR, confermano la facilità d’utilizzo del sistema e un importante risparmio di tempo nell’esecuzione della manutenzione ordinaria e straordinaria dei prodotti e nel training delle giovani leve. Per esempio, una prima valutazione dell’introduzione di Marko nel sistema manutentivo di Epson Italia (una delle aziende che sta sperimentando la soluzione) relativa agli interventi di manutenzione su stampanti industriali, ha permesso di stimare un risparmio di 140.000 euro annui.

Riuscire a passare conoscenze e competenze da una generazione di lavoratori a un’altra è d’altra parte una sfida aperta: “Il tema è scottante soprattutto in Italia, dove in questo periodo storico sta andando in pensione una generazione di persone preziose per le competenze che hanno accumulato nel tempo sul funzionamento dei processi industriali delle aziende in cui lavorano”, dice Borasio, che quindi spiega come Marko possa essere un mezzo utile per trasferire queste competenze alle nuove leve sfruttando un linguaggio – quello della realtà aumentata – di forte appeal per queste ultime.

Realtà aumentata e mobility al servizio del BtoB

L’aspetto disruptive del progetto è l’uso intensivo di mobile e wearable device da parte di utenti del ramo operation in abbinamento alla realtà aumentata, adottata come tecnologia abilitante per migliorare l’accesso alle informazioni.

Sul mercato esistono piattaforme per la condivisione di contenuti in realtà aumentata nel settore pubblicitario e alcune web farm propongono software per il supporto manutentivo e per l’e-learning basato anche sull’augmented reality, ma di fatto, afferma Borasio, “nel primo caso le soluzioni sono inadatte al settore B2b, nel secondo non viene data all’azienda una piattaforma per la creazione autonoma dei contenuti e non possono quindi essere considerate soluzioni Meap (Mobile enterprise application platform) o Saas”.

Presentato da weAR

Implementato presso Enel

Per vedere tutti i dettagli del progetto vai sul sito Digital360 Awards

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