I temi della razionalizzazione della spesa pubblica, di un aumento di efficienza della macchina amministrativa e al tempo stesso di maggior qualità dei servizi per cittadini e imprese sono oggi stabilmente al centro dell’attenzione del governo e della pubblica opinione. Il successo di pubblico alla recente edizione del Forum PA, con oltre 30mila i visitatori fisici e oltre 130mila virtuali, ha evidenziato l’interesse da parte degli addetti ai lavori e non solo. La presenza di cinque ministri, compreso il premier Mario Monti, ha evidenziato l’impegno del governo sui temi dell’innovazione. Ma veniamo ai temi che hanno dominato le decine di workshop, tavole rotonde e incontri. L’Agenda Digitale, di cui appena un anno fa solo pochi appassionati discutevano, è stata il tema guida del Forum, protagonista insieme alla semplificazione, all’open data e all’open government, alle Smart city, mentre sul piano delle tecnologie le key word sono state big data e cloud computing, declinate in chiave PA.
Agenda Digitale: manca ‘solo’ l’ultimo miglio
Per quanto riguarda il tema dell’Agenda Digitale, Monti dopo aver riconosciuto all’ex ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, i meriti per quanto fatto durante il periodo del suo mandato, ha ricordato gli importanti segnali che stanno arrivando dai gruppi di lavoro alla Cabina di Regia” (istituita per decreto lo scorso 1° marzo, la Cabina di Regia ha il compito di definire la strategia italiana per attuare gli obiettivi definiti nella Comunicazione europea all’interno della Strategia EU2020). Per la sua completa attuazione, a suo parere, si deve “percorrere solo l’ultimo miglio, che è comunque il più difficile e complicato”, ha detto. L’attività digitale della PA deve essere “vera e reale, e occorre procedere alla sua sistematizzazione e diffusione. Ci stiamo lavorando e ci riusciremo”, ha sottolineato il premier, che ha evidenziato il ruolo fondamentale, per la ripresa, dello sviluppo e della modernizzazione delle infrastrutture, la diffusione del cloud e l’attenzione al fenomeno crescente delle smart city. Tutti temi che la PA sta affrontando e che ne diverranno sempre più parte centrale.
Riferendosi alla spending review ha dichiarato: “Non sarebbe corretto o sarebbe quantomeno facile guardare alla revisione della spesa solo ed esclusivamente come taglio della spesa stessa. Si tratta di cercare piuttosto una migliore allocazione delle risorse, che in un momento di difficoltà come quello attuale può sì voler dire cogliere opportunità di risparmio, ma anche utilizzare in modo oculato e più efficiente le risorse che i cittadini, attraverso la tassazione, conferiscono allo Stato”. Un ragionamento che vale in particolar modo nel campo Ict. Ricordiamo che con il termine spending review, o revisione della spesa pubblica, si intende, in generale, il processo di analisi e controllo continui con l’obiettivo di ottimizzare la gestione della spesa pubblica. Nella situazione attuale si fa riferimento a un volume di circa 295 miliardi di euro a cui si può mettere mano nel medio periodo. Questa revisione è oggetto di un decreto, approvato dal Senato e in fase di approvazione alla Camera al momento di andare in stampa, che ha l’obiettivo circoscritto di realizzare risparmi per 4,2 miliardi entro il 2012 con il preciso scopo di evitare l’aumento dell’Iva a ottobre. Ma sembra prevista una fase 2 con l’impegno da parte del governo di presentare entro il 30 settembre un programma più vasto di razionalizzazione riferito all’amministrazione dello Stato nel suo complesso. Il decreto contiene alcune linee guida e provvedimenti fondamentali per l’innovazione e la digitalizzazione. Fra questi la imprescidibilità dei parametri prezzo-qualità individuati dalla Consip per le amministrazioni pubbliche, la certificazione dei crediti delle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni e la possibilità di compensazione con le cartelle esattoriali dei crediti vantati nei confronti dello Stato.
L’impegno sulla digitalizzazione della PA è stato rafforzato dalle dichiatazioni del ministro della Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi: “Ci sono delle priorità dettate dall’urgenza come l’Agenda Digitale: la digitalizzazione della PA, infatti, non è solo adeguamento tecnologico degli strumenti, ma leva per ripensare razionalmente i modelli informativi, i servizi on line per i cittadini e le imprese”.
Un ruolo fondamentale nel processo di digitalizzazione è assegnato alle amministrazioni locali, come ha sottolineato Graziano del Rio, presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia. “L’Agenda Digitale ci dà la grande opportunità di un nuovo patto con i cittadini perché aumenta la trasparenza”. Agenda Digitale dunque e open government “per un cittadino più protagonista della città in senso attivo e partecipativo – ha aggiunto – Stiamo ragionando di una relazione tra Comune e cittadino che è anche un riconoscimento reciproco di valore, in uno scambio che non è mai di mera natura commerciale, considerando il cittadino come cliente”.
Ma per consentire questa nuova impostazione sono indispensabili gli investimenti su infrastrutture digitali e su governance, su semplificazione e dematerializzazione, su ricerca e innovazione, che andrebbero esclusi dal patto di stabilità che impedisce la spesa anche disponendo delle risorse. È questo uno dei punti in discussione fra Anci e governo, presupposto anche per lo sviluppo delle Smart City.
Smart City come la Formula Uno
“Le smart cities saranno l’infrastruttura immateriale, un nuovo genere di bene comune su cui andranno a confluire tutte le azioni in grado di realizzare una social innovation”, ha ricordato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo. “È necessario ripensare l’offerta dei servizi pubblici in un’ottica di utilità sociale: ogni euro investito in nuove tecnologie deve essere reinvestito anche nel sociale con il duplice obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e contribuire alla crescita economica”, ha aggiunto.
Un contributo interessante e originale è venuto da Carlo Ratti, ingegnere e professore al Mit – Massachusetts Institute of Technology di Boston. “Le città non hanno mai prosperato tanto quanto nel corso degli ultimi due decenni – ha detto – La loro crescita si può paragonare a quella che si è sviluppata nel mondo della Formula Uno: negli anni 90 erano i meccanici che lavoravano molto sulla struttura delle vetture, invece ora le attenzioni sono quasi completamente concentrate sulla tecnologia, grazie ai mezzi che questa mette disposizione. Credo che l’esempio si possa considerare assolutamente calzante”. Ratti ha fondato e dirige il gruppo di ricerca SensEable City Lab, che lavora proprio per capire come la tecnologia stia trasformando le nostre città, disegnando la città di domani. Nel suo intervento ha ricordato che il 50% degli esseri umani, concentrato nelle città che occupano solo il 2% della superficie del pianeta, consumano però ben il 75% della sua energia e producono l’80% di emissioni di anidride carbonica. Le città intelligenti sono dunque un dovere e una necessità, non una delle tante opzioni possibili.
Cloud Computing a misura di PA
Il cloud infine, che può consentire alle amministrazioni di offrire da subito servizi innovativi senza la necessità di investimenti infrastrutturali, è stato uno dei temi preferiti per i molti fornitori di soluzioni Ict che affollavano il Forum. Telecom Italia che con l’amministratore delegato Marco Patuano ha indicato il cloud come la piattaforma sia indispensabile per far nascere una nuova burocrazia digitale, intesa, in un’accezione positiva, come la sola capace di garantire risparmi e al tempo stesso servizi efficienti e di qualità ai cittadini. Mentre Rita Tenan, Direttore della Divisione Public Sector di Microsoft Italia considera il cloud computing lo strumento per innovare più facilmente e liberare risorse preziose da dedicare alla costituzione di servizi avanzati per cittadini e imprese.