Scm: cresce il peso strategico per il business d’impresa

Fotografia e analisi evolutiva di un segmento, quello Scm, dal quale passerà sempre più in futuro la capacità competitiva delle imprese. Con uno sguardo alle proposte dell’offerta

Pubblicato il 26 Ago 2008

Il Supply chain management (Scm) si fonda sui principi della logistica. Letteralmente, l’acronimo significa “gestione della catena di approvvigionamento”. Obiettivo: la previsione e il controllo della catena delle vendite di un prodotto da parte del produttore.
In altre parole, per gestione della catena di fornitura si intendono tutti quei processi di gestione aziendale che permettono di ottimizzare la consegna di prodotti, servizi e informazioni dal fornitore al cliente.
Numerosi i player e gli esperti che operano in questo settore, di cui ZeroUno, in queste pagine, traccia lo stato dell’arte, in termini di tendenze evolutive e di prospettive.
“Oggi la gestione di una supply chain si basa sulla relazione e lo scambio di informazioni tra i vari soggetti della filiera – spiega Andrea Payaro (nella foto a destra), consigliere Ailog, l’associazione italiana che

dal 1978 rappresenta il punto di riferimento culturale e professionale del comparto. – Allo stato attuale, questo scambio di dati è quindi alla base di un processo di collaborazione che vede i soggetti non più in una relazione fornitore- cliente, bensì in un rapporto di partnership. Nelle forme evolute di supply chain nascono iniziative di Cpfr, Collaborative planning forecasting e replenishment. Ciò significa che con i propri partner si sviluppano delle relazioni finalizzate a programmare la produzione, prevedere le vendite e gli andamenti del mercato e pianificare le attività di approvvigionamento. Per fare supply chain non è sufficiente quindi scambiarsi delle informazioni, ma è necessario lo scambio e la condivisione di informazioni che possono essere definite strategiche.”
Negli anni, è andata creandosi una nuova figura professionale che però attualmente opera perlopiù all’interno di grandi aziende. “Il supply chain manager – puntualizza Payaro – è un professionista in grado di valutare, creare, coordinare e controllare le relazioni tra i vari soggetti della filiera. Suo il compito di definire l’ambiente più consono per trasferire le informazioni, comprendere quali informazioni possono essere condivise, monitorare lo stato delle relazioni”.
Ma quali sono i punti da cui si parte in un progetto di Scm?
“Innanzitutto occorre muoversi da una visione per “funzioni” a una invece per ‘processi’ –

afferma Enrico Camerinelli (nella foto a fianco), Chief analyst & European Director del Supply-Chain Council. Un’analisi della situazione ‘as-is’ è indispensabile. Una volta ‘fotografata’ la situazione corrente, si devono applicare delle metriche che misurino la performance della supply chain non solo dal punto di vista operativo (cioè costi logistici; tempi di attraversamento; puntualità). Bisogna misurare soprattutto la performance della supply chain in riferimento a fattori che prendono in considerazione e mettono al centro gli attori esterni della catena: i clienti e i fornitori. La supply chain deve estendersi in ‘orizzontale’. Infatti, così come occorre concentrarsi su flessibilità, innovazione, puntualità, affidabilità per soddisfare le attese dei clienti, allo stesso modo si incrementa la performance aziendale, intrattenendo rapporti con i fornitori che siano, anch’essi, improntati alla qualità delle informazioni trasmesse e alla collaborazione. Il ricorso a ‘best practice’ aumenta la possibilità di colmare le lacune individuate durante la fase di investigazione”.
Forte l’impatto che i progetti di Scm possono avere sul business di un’azienda. “Un approccio strategico e integrato alla supply chain – conferma Giovanni Zoffoli( nella foto in basso) direttore marketing di Dynamics Microsoft Italia – permette a un’azienda di migliorare

le operazioni e di gestire nuove iniziative. In particolare, per la produttività della manodopera, l’ottimizzazione dei trasporti, il miglioramento del servizio clienti, l’aumento della capacità di distribuzione, la conformità ai requisiti dei rivenditori, la collaborazione con i partner, la raccolta di dati tramite codici a barre e radiofrequenza, lo sviluppo e l’espansione a livello internazionale”.

L’offerta dei player
Ampia e variegata la gamma di soluzioni proposte dai principali vendor per organizzare la catena del valore. “Le nostre soluzioni gestionali Diapason – dichiara Giancarlo Brondetta (nella foto qui in basso)

, Alliance & Marketing Operations di Gruppo Formula – sono concepite per organizzazioni distribuite, dove i diversi attori della supply chain operano su piattaforme applicative e tecnologiche eterogenee, consentendo così di supportare gli scenari di collaborazione più complessi su di un’architettura leggera, non invasiva e flessibile”. Alla base della proposta di Gruppo Formula, il Network Model, che descrive la rete logistica in termini di nodi – stabilimenti, fornitori, clienti – e loro relazioni, nonché l’integrazione via Xml di dati dai sistemi informativi dei vari nodi, con la possibilità per ciascun nodo di pubblicare e di accedere alle informazioni in viste consolidate, basate sul modello della rete. L’automazione di processi di collaborazione tra utenti dei diversi nodi, è supportata da funzioni web interattive, messaggi di alert e gestione del workflow. I processi supportati vanno dalla negoziazione on line di offerte e ordini alla pianificazione collaborativa, fino alla gestione in rete di scorte e piani di produzione.
Txt e-solutions è un global software vendor in ambito di demand & supply chain management. “Da tempo abbiamo impostato la nostra proposizione di offerta in un’ottica di copertura completa ed estesa dei principali processi di business – spiega Cristina Storer (nella foto in basso),

marketing & communication director della società -, specializzandoli per mercati di interesse primario, in particolare fashion, cpg, retail specializzato e discrete manufacturing. Caratteristica principale, quella di sincronizzare gli aspetti di gestione della domanda, cioè dal lato del cliente, con quelli di fornitura dei beni e di execution (produzione dei beni). Questi a loro volta sono integrati con gli aspetti di innovazione di prodotto, distribuzione, pianificazione e ottimizzazione dell’intera supply chain. Recente è il lancio di Txtperform 2008, una suite software che combina funzionalità di supply chain e di business performance management”.

Fronteggiare la complessità
Spiega Michele Palumbo (nella foto in basso), Solution Architect di 3M Supply Chain Solutions: “Risale al

2004 l’acquisizione da parte di 3M di HighJump, società di Minneapolis attiva fin dagli inizi degli anni ottanta nel settore dei software per la supply chain, che portò alla creazione di una nuova divisione, 3M Supply Chain Solutions, in grado di commercializzarne a livello internazionale i prodotti. Oggi i nostri clienti possono pertanto contare su un pacchetto di soluzioni adattabili, affinato in oltre vent’anni di esperienza da HighJump, e sulla solidità finanziaria e presenza internazionale di 3M, multinazionale da oltre 23 miliardi di dollari di fatturato, con sedi in più di 60 paesi. La nostra è una proposta che copre tutte le aree della supply chain execution: dall’approvvigionamento all’utilizzo finale dei prodotti, con soluzioni per l’integrazione dei fornitori, Mes, Tms, Data collection e ovviamente Wms (Warehouse management systems). Tutti questi moduli condividono sia la stessa piattaforma tecnologica, database, interfacce sia gli stessi strumenti di configurazione. Si tratta di una vera e propria suite integrata, chiamata Supply Chain Advantage, in grado di fronteggiare la complessità delle sfide di un mondo in continuo cambiamento”.

In primo piano l’rfid
“In questo contesto, l’Rfid, la tecnologia di riconoscimento a radiofrequenza – continua Palumbo – ricopre sicuramente un ruolo di primo piano. Non solo tutte le soluzioni proposte sono già predisposte per l’utilizzo dei tag Rfid, integrando le esperienze maturate negli Usa dove, sotto la spinta sia della grande distruzione (Wal-Mart) sia del Dipartimento di difesa, si sono già viste numerose applicazioni. Ma 3M ha anche creato un’organizzazione ad hoc, la Track&Trace Solutions, in cui ha fatto convergere le soluzioni e i business che utilizzano l’Rfid, come Library System o il Tracking dei documenti cartacei, oltre ovviamente a 3M Supply Chain Solutions”.
Ma un esempio che ci aiuta a capire come l’Rfid possa essere di supporto in ambito Scm, arriva da Matteo Losi (nella foto a destra), sales consulting unit manager di Sap Italia: “Basta pensare a un

processo di consegna, al cliente finale o a un attore intermedio, dove all’arrivo di un TIR viene effettuata la lettura e verifica dei contenuti del container senza attività manuali e quindi l’automatica conferma al fornitore dell’avvenuta ricezione della merce e l’attivazione dei processi di fatturazione”.
Sempre a titolo esemplificativo, “l’Rfid – spiega Livio Signorelli (nella foto in basso a sinistra), business development manager – industrials di Oracle Italia – offre vantaggi evidenti

soprattutto nella logistica di inbound, cioè automazione nel ricevimento e smistamento, e di outbound, cioè automazione nel picking, approntamento piazzole spedizioni, gestione documenti di trasporto, così come nel customer service per la gestione degli interventi di field”.

Siamo già nel futuro
Oggi l’offerta dei vendor può comprendere una soluzione veramente completa, in grado cioè di integrare nel sistema anche la gestione delle “flotte”, ovvero dei mezzi di trasporto che spostano fisicamente le merci da un fornitore a un cliente: navi, aerei e, soprattutto, per quanto riguarda l’Italia, migliaia di Tir da tenere sotto controllo… Se vogliamo, è un argomento che si tinge di scottante attualità e che dimostra come l’Scm non sia un concetto astratto ma rivesta un’enorme importanza, soprattutto nella gestione di situazioni d’emergenza. A questo proposito interviene Francesco Zucchelli, Ibm global business services Supply Chain Management leader: “La nostra offerta prevede una soluzione completa, ma anche modulare. È una soluzione che permette di effettuare la gestione delle flotte di mezzi e anche il tracciamento dei carichi assegnati. Consente anche il tracciamento dei container in qualsiasi posizione del globo. Vista da un punto di vista della gestione del traffico pesante (migliaia di Tir), il primo punto prevede l’integrazione delle informazioni che possono arrivare da diverse fonti (segnale Gps, segnale manuale dell’autista, automatismi Rfid, posizione rilevata dal Telepass)”.
Aggiunge Matteo Losi: “La gestione della flotta è supportata dalle funzionalità Scm in termini di pianificazione, esecuzione e controllo delle performance. Sono previsti scenari multidrop, multipick, mulimodali, gestione delle problematiche relative alle dogane, a entità esterne (per esempio, i magazzini esterni) e l’integrazione via internet o Edi con service provider. Tutti gli eventi che accadono durante il trasporto, ovvero le milestone che si ritengono più significative in un processo, per esempio l’uscita di un pallet dai magazzini oppure gli spostamenti degli automezzi, possono essere monitorati dalla soluzione Sap Scm Event management. Grazie a questa soluzione gli “eventi inattesi” sono immediatamente evidenziati e la soluzione è in grado di reagire in modo automatico, adottando modalità operative standard. Gli eventi “inattesi”, per esempio un incidente in autostrada, la rottura di un camion, possono essere comunicati anche da attori esterni attraverso un semplice messaggio Sms”. Con particolare riferimento al settore dei trasporti, Oracle ha sviluppato Oracle Transportation Management, una soluzione per la pianificazione e l’esecuzione di ogni forma di trasporto, in grado di fornire servizi per l’ottimizzazione delle operazioni, l’immissione ordini, la gestione eventi e la visibilità sulla catena logistica, il procurement, il tracing e il tracking, il pagamento dei noli e l’analisi storica.
Le avanzate capacità per la gestione del magazzino, dei trasporti e delle spedizioni sono completamente integrate con le soluzioni Erp di Microsoft Dynamics. “È possibile controllare più canali di distribuzione – spiega Zoffoli – sincronizzando in tempo reale i movimenti di persone, prodotti e informazioni, a tutti i livelli della Supply Chain”.

Scenari evolutivi
Ma dove va il mercato? Quali sono le prospettive? Secondo Andrea Payaro l’approccio al Supply chain management crescerà ulteriormente: “D’altronde la stessa instabilità del mercato, l’estensione a contesti sempre più globali, l’aumento della pressione competitiva, il crescente ricorso all’esternalizzazione delle attività a non valore aggiunto sono le prerogative di base per la creazione di un fabbisogno di filiera integrata. Nei prossimi anni, quindi, diverrà necessario investire in queste iniziative”.
Dello stesso parere, Francesco Zucchelli (nella foto a destra): “La domanda continuerà a crescere sia a livello

italiano che internazionale. A ciò concorreranno sia il software sia i servizi, soprattutto proprio per quanto riguarda le soluzioni per la visibilità e la tracciabilità, per la gestione dei fornitori in senso lato (dalla collaboration alla pianificazione integrata) e per l’ingegneria/progettazione”. E così pure Matteo Losi: “Nonostante l’incertezza economica ci sarà una crescente richiesta di soluzioni Scm che permettano alle aziende di coordinare la fase di pianificazione con quella esecutiva il tutto in ottica collaborativa e adattiva”.
Traccia nuove linee guida Enrico Camerinelli: “Insieme a una forte attenzione ai costi e al valore generato coesisteranno i temi ‘caldi’: Corporate social responsibility, ossia una supply chain sostenibile; Green supply chain, ossia una supply chain rispettosa dell’ambiente; Financial supply chain, ossia una supply chain che collega i propri flussi fisici ai flussi finanziari”.

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