Nel corso delle due giornate World Business Forum 2016 (WOBIMI) si è parlato di come l’evoluzione della tecnologia stia modificando il modo di fare ricerca e di innovare e metta in crisi i modelli di management e di comunicazione tradizionali.
L’analisi di Joichi Ito, direttore del MIT Media Lab, ha evidenziato come la riduzione dei costi dell’innovazione renda oggi possibile ridefinire il paradigma della fabbrica, sviluppando prodotti nuovi in modo rapido, con rischi bassi e minor necessità di investimenti. Ito è ottimista sul futuro: la diffusione dell’intelligenza artificiale, la connessione permanente abilitata da Internet, la presenza di macchine come parte integrante della nostra esperienza quotidiana portano all’aumento dell’intelligenza collettiva.
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Il paradigma della semplicità, ossessione di Steve Jobs, è stato invece rievocato da Ken Segall, ex Direttore Creativo di Apple: "Perfezione non è quando non c'è più nulla da aggiungere, ma quando non c'è nulla da togliere”, ha detto, ricordando che la semplicità ha anche un lato oscuro (“Choice has a dark side"), perché scegliere è difficile e il semplice può essere più difficile del complesso. La cosa più importante che ha fatto Apple è stata, a suo parere, eliminare nel ’97 una pletora di prodotti tranne l’iMac desk top e il Power lap top. La semplicità non riguarda solo il prodotto e la comunicazione ma soprattutto l’organizzazione aziendale. “Alla semplicità serve un leader”, sottolinea Segall.
Devono cambiare formazione e modelli organizzativi
Per sfruttare queste opportunità devono cambiare sia i modelli di formazione sia i modelli organizzativi. Le aziende devono concentrarsi sulla ridefinizione di una mission aziendale dinamica, sulla cultura interna e devono dotarsi di nuovi strumenti per comprendere e raccordarsi con la trasformazione dello scenario esterno.
Nicola Mendelsohn, Vice President Emea di Facebook, ha portato l’esperienza della sua azienda che si è data un’organizzazione e una cultura capace di soddisfare la mission aziendale di connettere le persone utilizzando gli strumenti tecnologici e gli endpoint che via via la tecnologia metterà a disposizione.
Oscar di Montigny, Direttore Marketing, Comunicazione e Innovazione di Banca Mediolanum, ha parlato di Economia 0.0, cioè un’economia sostenibile che esprima la capacità di esistere insieme, nella relazione col tutto e non soltanto come parte a sé stante, basata sul capitale creativo culturale, su trasparenza, gratitudine e responsabilità. Ha indicato un’idea di economia che rimetta al centro i valori e l’uomo, pur mantenendo la velocità dell’innovazione.
Herminia Ibarra, esperta di sviluppo professionale e di leadership, ha dedicato il suo intervento a come cambiare se stessi, l’organizzazione e l’azienda assegnando un ruolo fondamentale alle reti di relazione che devono essere aperte e dinamiche, basate sui social network ma anche di tipo tradizionale.
Per percepire in modo corretto i cambiamenti in atto Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab, ha richiamato l’attenzione su cinque categorie di “ConsumAutori” da tenere sott’occhio perché hanno un ruolo trainante e innovativo sulla diffusione e l’uso creativo delle tecnologie.
Infine Mariana Mazzucato, Docente di Economia dell’Innovazione presso Spru Sussex University, auspicando un ruolo attivo da parte delle imprese nei processi di innovazione, ha individuato la necessità di un rapporto stretto fra pubblico e privato per favorirla e un ruolo trainante dello Stato.