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Sono questi i temi affrontati nel corso dell’evento organizzato a fine marzo da ZeroUno in collaborazione con Ibm per discutere di soluzioni e servizi integrati inerenti l’ecosistema del Data Center, che oggi può anche essere “portatile” e modulare (l’evento, infatti, è stato occasione anche per visitare il portable modular data center di Ibm, una vera e propria infrastruttura It completa che “viaggia” in un container e che necessita solo di elettricità e connessione Internet per essere collegato ed entrare in funzione).
“Le aziende hanno, nei loro percorsi di crescita e trasformazione,
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esigenze di flessibilità estrema e benché l’It sia il motore di queste sfide, ancora oggi, i 2/3 della spesa It risulta incomprensibile al management”, ha sottolineato Stefano Uberti Foppa (a sinistra), direttore di ZeroUno e chairman dell’evento. “Questo perché la spesa maggiore è dedicata al mantenimento dell’esistente, con poco margine per fare innovazione. Ripensare ed evolvere le architetture IT non significa quindi solo intervenire sul piano tecnologico e prestazionale,
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ma mettersi in condizione, come sistemi informativi, di erogare servizi a maggior valere e quindi essere più capiti, anche a livello di spesa del budget, dal management aziendale”.
“I costi operativi dell’It rischiano di andare fuori controllo – ha evidenziato Sergio Eufemi (a destra), Offering Management and Development Leader di Ibm – a meno che non si compiano scelte strategiche nell’ottica del ripensamento del data center, costruito o ridisegnato secondo logiche di erogazione di servizio”.
Ovviamente, sono diverse le problematiche riguardanti l’evoluzione del data center, ma è innegabile che “il contesto economico e le spinte tecnologiche (cloud computing, interconnessione, intelligence, ecc.) premono a livello It e influenzano le scelte implementative
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ed evolutive del data center, oggi sempre più secondo quei criteri che possono consentire a questa risorsa strategica dell’azienda di garantire una reale capacità di risposta e di supporto alle esigenze competitive dell’impresa”, ha sottolineato Giovanni Boniardi (a sinistra), Infrastructure Consultant, Cloud Solution Sales Specialist di Ibm.
Ed Ibm ha sperimentato sulla sua pelle cosa significa trasformare i propri data center, con un progetto globale che ha coinvolto oltre 70 Paesi e che le ha consentito di delineare un approccio metodologico e una serie di servizi e prodotti a supporto delle aziende che vogliono intraprendere questa strada. “Una strada che non è univoca e che, dice Eufemi, parte da un assessment ben strutturato dal quale si ricava poi il percorso ottimale che può andare dalla server/storage optimization, al consolidamento/centralizzazione, fino al ridisegno del data center o alla definizione di una migliore strategia di gestione delle operations”.
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Per rispondere anche a queste esigenze, può essere utile anche ricorrere ad una soluzione come quella che ha presentato Ibm: il Portable Modular Data Center (nella foto, a sinistra), una struttura che si distingue per modularità dei componenti e soluzioni allo stato dell’arte per quanto riguarda disegno architetturale e conformità alle principali normative in ambito Energy saving.
“Efficienza energetica, modularità e rapida implementazione sono gli elementi chiave su cui ragionare per iniziare a ridisegnare il data center in un’ottica di maggior efficacia ai fin
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i di business”, ha precisato Cristiano Accorrà (a destra), Site&Facility Services Offering Manager di Ibm. “Il Portable Modular Data Center garantisce il dimensionamento dell’infrastruttura a seconda delle esigenze dell’It (esigenze connesse a quelle del business); l’investimento iniziale certo non è da sottovalutare ma i risultati in termini di gestione delle operations e governance sono fattori abilitanti dato che rappresentano le voci di maggior spesa degli odierni data center”.
“Il Portable Modular Data Center – ha aggiunto Roberto Mauri,
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Information Technology Solution Architect di Ibm (a sinistra) – è una struttura multivendor (può ospitare soluzioni di qualsiasi player It) e non è un prodotto predefinito ma un progetto: è una soluzione end-to-end sviluppata “da zero”; ogni azienda “costruisce” il proprio allestimento a seconda delle necessità”.
“E come in tutti i progetti It – conclude Mauri – anche un data center portatile deve avere alla base una buona progettualità non solo per l’allestimento tecnico, quanto per la sua evoluzione e la sua gestione futura, onde evitare gli errori del passato e ritrovarsi ancora con strutture complesse e costose da mantenere”.
Il resoconto dettagliato dell’evento sarà disponibile nei prossimi giorni. Nel frattempo scarica le presentazioni tenute dai relatori della mattinata.
– "Lo Smarter Data Center di Ibm" di Sergio Eufemi, Offering Management and Development Leader Ibm
– "Data Center, la strada verso la massima efficienza" di Giovanni Boniardi, Infrastructure Consultant – Cloud Solutions Sales Specialist Ibm
– "Il Data Center ‘on the road’: Soluzioni Site & Facility e Portable Modular Data Center" di Cristiano Accorrà, Site&Facility Services Offering Manager Ibm, e Roberto Mauri, Information Technology Solution Architect Ibm