Solair: l’IoT che cambia i modelli di business

L’IoT Application Platform sviluppata da Solair supporta le aziende manifatturiere a proporsi sul mercato con un nuovo modello di business basato sulla logica del servizio. Ne abbiamo parlato con Tom Davis, fondatore e Ceo di Solair, che ci ha anche raccontato strategie e prospettive della società

Pubblicato il 10 Ott 2014

“A Thing without an Application is noThing”: è lo slogan di Solair, società fondata nel 2011 a Casalecchio di Reno (Bo), sviluppatrice di una Application platform per l’IoT. Abbiamo intervistato Tom Davis, fondatore e Ceo dell’azienda, per approfondire soluzioni, strategie e soprattutto prospettive di sviluppo.

Tom Davis, fondatore e Ceo di Solair

È una questione di competenze quella che anni fa ha spinto Davis a scegliere l’Italia: “Gli ingegneri informatici italiani hanno una formazione che non è seconda a nessuno nel mondo, un livello di preparazione che ho faticato a trovare altrove. Non a caso, la tendenza di molte altre società informatiche italiane è quella di aprire filiali commerciali all’estero, ma mantenere qui Ricerca e Sviluppo”. Come ci spiega il Ceo, la filosofia che ha guidato la crescita dell’impresa, fin dalla sua nascita, è quella che Davis riassume col termine “Better Business”: “Non è più accettabile oggi che le aziende adottino sistemi informatici difficili da utilizzare e vedere persone che non riescono a trovare le informazioni che servono loro, ‘litigando’ con strumenti che li rallentano e fanno diminuire la loro produttività. Per Better business si intende un business che, anche grazie a strumenti informatici intuitivi nel loro funzionamento, mette un sorriso sul viso di chi sta lavorando”.

È quello che si propone di fare l’IoT Application Platform: “Il nostro IoT non è quello che si applica a sistemi complessi come la rete idrica o l’illuminazione stradale, ma si rivolge alle aziende che producono e gestiscono prodotti distribuiti sul territorio: per esempio macchine del caffè, pompe industriali, sistemi di riscaldamento”. La piattaforma consente agli sviluppatori di creare in modalità SaaS le proprie applicazioni sfruttando un’interfaccia user-friendly, basata su un approccio ‘drag and drop’; senza bisogno di avere nozioni di programmazione, si potranno creare applicazioni per poter affiancare alla vendita dei propri prodotti (che diventano Smart things capaci di inviare dati utili), dei servizi: “Un nostro cliente, per esempio, produce affettatrici e hamburgatrici”, spiega il Ceo “Abbiamo connesso queste macchine al nostro sistema, facendo sì che il supermercato che usa queste macchine possa vedere quando è necessario fare manutenzione, verificare le ore di utilizzo, controllare se rimangono accese per errore e altro”. Il fornitore cambia così il proprio modo di proporsi e il modello di business: non offre solo prodotti, ma servizi ad essi collegati con il vantaggio di poter mantenere un filo diretto col cliente, costruendo un rapporto che non si esaurisce con la vendita del prodotto. “Le società manifatturiere italiane sono competenti, hanno una conoscenza profondissima del loro settore, ma sono spesso schiacciate da prodotti a basso costo provenienti dall’estero”, spiega Davis. “Con questo nuovo modello possono riuscire a incapsulare la loro conoscenza e i loro processi di business dentro le applicazioni che la nostra piattaforma permette di sviluppare”, e così facendo, tramite l’offerta di un servizio, creare il proprio valore aggiunto.

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