MILANO – È circa un anno e mezzo che "si dice" che Veritas Software sia in vendita. Le prime insistenti voci di un ingresso nell’orbita Emc erano probabilmente dovute alla raffica di acquisizioni che ha visto protagonista il colosso dello storage; poi, a fasi alterne, si è parlato di Ibm, Microsoft, Storagetek e tanti altri ancora. A parte l’eventualità Microsoft, quello che ci si aspettava era un’acquisizione da parte di un vendor hardware (vista la tendenza dello storage a seguire l’evoluzione della componente operazionale dell’It ossia una progressiva perdita di valore del "ferro" a favore di software e servizi). E invece, la notizia che è iniziata a circolare agli inizi di dicembre, per poi trovare conferma il 16 dicembre scorso, ha sbaragliato tutti: Symantec ha acquisito Veritas con una transazione del valore di 13,5 miliardi di dollari e che rappresenta una delle più grandi acquisizioni del mondo del software.
Veritas ha sempre sottolineato due aspetti della propria offerta che riteneva rappresentassero il proprio reale vantaggio competitivo: essere totalmente indipendenti da vendor hardware e avere una suite di soluzioni completa, e nel contempo altamente specializzata, per la gestione dell’informazione in tutto il suo ciclo di vita. Entrando nell’orbita Symantec, Veritas non perde questa sua natura di indipendenza e, nel contempo, aggiunge alla propria offerta una componente basilare, quella della sicurezza. D’altro canto Symantec, conosciutissima in tutto il mondo per i propri prodotti consumer (chi non conosce le famose "Norton"), ha iniziato ad operare ormai da alcuni anni nel mercato della sicurezza aziendale e l’integrazione nella propria offerta dei prodotti Veritas non può che rappresentare un punto di forza e di sviluppo in questa direzione.
Fin qui gli aspetti positivi, ma un’acquisizione di questa portata qualche problemino lo solleva sempre. Primo fra tutti quello dell’integrazione, appunto. La prima parte della dichiarazione di John W. Thompson, presidente e Ceo di Symantec, è assolutamente condivisibile: "I clienti richiedono sempre più spesso di ridurre la complessità e i costi di gestione della propria infrastruttura It e di aumentare l’efficienza riducendo il numero dei fornitori", ma la seconda parte rappresenta per il momento una scommessa: "La nuova Symantec aiuterà i propri clienti a equilibrare sia la necessità di garantire la sicurezza delle informazioni sia di renderle disponibili assicurando la massima integrità". Per vincere questa scommessa, le soluzioni Symantec e Veritas devono essere totalmente integrate (l’unico fornitore deve essere infatti sostanziale e non formale) e qui il percorso è più lento di quello finanziario: è difficile pensare a una suite realmente integrata prima del 2006 e, anche se i vertici Symantec sono più ottimisti di alcuni analisti e sostengono che l’integrazione non sarà particolarmente complessa, un anno di questi tempi può essere molto lungo. Il 2005 sarà dunque un anno particolarmente delicato per la nuova realtà: da un lato i suoi laboratori di sviluppo dovranno ingranare la quinta per integrare le soluzioni, dall’altro il mercato finanziario dovrà sostenere l’operazione (per il momento la reazione non è ancora ben definita; infatti alle quasi inevitabili turbolenze dei giorni dell’accordo è seguita una progressiva fiducia, con il graduale rialzo del valore delle azioni Symantec, anche se la quotazione Nasdaq nel momento in cui scriviamo è di 24,51 dollari contro la quotazione di 27,38 dollari al momento della valutazione della transazione).