Novità del secondo mandato Berlusconi, dopo la vittoria elettorale del 2001, il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, il cui ruolo sia nel primo che nel secondo governo Berlusconi di questa legislatura è ricoperto da Lucio Stanca, ha la responsabilità di coordinare e indirizzare la politica del Governo in materia di sviluppo e di impiego delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni, in particolare nell’economia, nelle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali e nelle famiglie, allo scopo di promuovere lo sviluppo della “Società dell’Informazione”.
Impresa non da poco perché riguarda non solo la diffusione di tecnologie abilitanti questo sviluppo (anzi, questo è in realtà l’aspetto più semplice) ma, soprattutto, la revisione dei processi della macchina amministrativa e l’impostazione di un nuovo rapporto tra cittadini e imprese e pubblica amministrazione. Per quanto riguarda i processi amministrativi primo elemento ci si trova a dover operare su processi di per se stessi complessi perché devono tenere conto di molteplici aspetti, tra i quali uno dei più impattanti è anche quello meno preso in considerazione da chi sta al di fuori dell’amministrazione, ossia il rispetto di procedure definite da norme e regolamenti che per essere modificati devono seguire, per legge, iter ben precisi. Per ciò che concerne il rapporto tra cittadini e imprese e PA è evidente che non si tratta “solo” di mettere a disposizione servizi online, ma di diffonderne la conoscenza, l’abitudine all’uso e, soprattutto, farlo senza correre il rischio di vedere crescere quel digital divide che è oggi lo spettro delle avanzate democrazie “digitalizzate”. Il tutto in un Paese che vede la presenza di 8.000 comuni, il 70% dei quali ha meno di 5.000 abitanti.
I temi da trattare in un’intervista con il ministro Stanca sarebbero, quindi, di portata tale da richiedere ben oltre le pagine a nostra disposizione [ndr, ricordiamo che nel sito www.zerounoweb.it si trova un’area di approfondimento specificatamente dedicata all’E-government]. Nell’incontro ci siamo quindi focalizzati su alcuni aspetti, di carattere strategico, che hanno caratterizzato l’azione del Ministro in questi cinque anni di attività.
ZeroUno: L’allineamento dell’Italia alla prima e alla seconda Agenda di Lisbona del 2000 e 2002 registra un indiscutibile ritardo relativamente al tema dell’innovazione, dove il nostro Paese si attesta alle ultime posizioni. Qual è la vision strategica, cioè su quali punti principali agire per diffondere davvero quella cultura digitale che, nell’utilizzo da parte di persone e imprese, sia da traino per la ripresa della competitività del Paese?
Stanca: È sicuramente vero che l’Italia, nel momento in cui si è stabilita l’agenda di Lisbona, si trovava in una posizione di netto svantaggio e arretratezza in confronto agli altri Paesi industrializzati. Ma è altrettanto vero che oggi abbiamo ben recuperato posizioni superando addirittura in alcuni settori Paesi più avanzati. Progressi che sono stati “certificati” recentemente dal rapporto realizzato dalla società internazionale di consulenza Booz Allen Hamilton che, per conto del Governo di Londra, per otto mesi ha studiato lo stato dello sviluppo dell’e-Government nei Paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia e Usa) e in Svezia e Australia. La valutazione che ne è uscita è davvero positiva e riconosce il lavoro fatto in questi anni in Italia nonostante una congiuntura economica negativa, scenario che invece non aveva subito il Governo precedente. Con l’istituzione non solo di un ministero specifico, ma anche del Cnipa-Centro Nazionale per l’Informatica nella PA, di comitati interministeriali e organismi decentrati, l’Italia ha creato una struttura governativa di forte impatto per lo sviluppo dell’e-Government realizzando infrastrutture ad un ‘livello di sviluppo evoluto’, come il Sistema Pubblico di Connettività-SPC [ndr: si veda a questo proposito L’innovazione nella Pal – Le fondamenta dell’e-government, frutto della collaborazione tra Crc Italia e ZeroUno, e scaricabile dal sito www.zerounoweb.it nell’area Progetti speciali] e il Codice dell’Amministrazione Digitale.
Per questo il Governo, considerando le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) una leva fondamentale per il rilancio della competitività, ha puntato sulla definizione di progetti specifici, piani di azione e programmi per portare servizi migliori, più efficaci ed efficienti, sia ai cittadini che alle imprese, conseguendo così un generale miglioramento delle condizioni operative economiche, sociali e culturali del Paese.
ZeroUno: Quali sono i punti forti di focalizzazione? Come, questo Governo, li ha perseguiti?
Stanca: Focalizzandosi sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione al fine di orientarla sempre più al cittadino; sulla alfabetizzazione informatica degli italiani, in particolar modo di quelle categorie di persone, come giovani, anziani e disabili, che troppo spesso rischiano di restare indietro in un mondo sempre di corsa e sempre più competitivo; e, infine, sulle imprese, soprattutto le piccole e le medie; per renderle più competitive il Governo ha promosso una politica di agevolazioni finanziarie per un valore di 1.396,5 milioni di euro.
Agendo anche sulla resistenza al cambiamento, ancora troppo forte in Italia. Atteggiamento certamente comprensibile dato che siamo in presenza di grandi mutazioni, ma è un cambiamento che bisogna cogliere, accettare e praticare. Infatti la modernizzazione dello Stato, attraverso l’e-Government, costituisce l’apice delle politiche di cambiamento.
Questa è la strada giusta per colmare i ritardi e le distanze che si erano accumulati in passato nel nostro Paese, una strada però appena imboccata. Ci aspetta quindi ancora molto da fare.
ZeroUno: Il ruolo e la posizione del MIT sono particolarmente delicati perché se limita la propria attività all’emanazione di linee guida e direttive si riduce ad essere una sorta di “capo CED” della PA assumendo un ruolo eminentemente tecnico, con il rischio di un disallineamento con le strategie per lo sviluppo del Governo; per collaborare alla definizione stessa della strategia di Governo in merito all’innovazione, non solo come strumento abilitante per il recupero della competitività del sistema-paese ma come vero e proprio abilitatore di sviluppo (sociale, formativo ecc.), dovrebbe avere un ruolo politico più incisivo. Non c’è il rischio che venga a mancare una visione strategica d’insieme sul ruolo e il percorso dell’innovazione?
Stanca: Se consideriamo che fino a cinque anni fa non esisteva un ministero ad hoc per l’innovazione tecnologica, appare chiaro che questo Governo, al contrario, ha operato una scelta precisa trasformando l’innovazione da mero strumento a una precisa strategia politica. Un sistema nuovo, partito da zero e lontano dall’aver concluso la propria missione. Un sistema sicuramente migliorabile, ma che ha visto la partecipazione dei ministeri, vista la trasversalità della materia, nella realizzazione di progetti specifici e nell’armonizzazione della spesa in Ict.
Attraverso il Comitato dei Ministri per la Società dell’Informazione, di cui sono a capo su delega del presidente Berlusconi, solo per fare un esempio, sono stati finanziati e avviati progetti che coinvolgono enti e amministrazioni. Mentre presso il Cnipa è nato il Portale del Riuso, una sorta di banca digitale del software, dove – come obbliga il Codice – è possibile reperire software o sue componenti già realizzate da un’altra amministrazione pubblica, invece di acquistarlo o crearlo ex novo.
ZeroUno: Il Portale del Riuso è in effetti un progetto molto interessante. Quali vantaggi comporta?
Stanca: È un’iniziativa nuova in Europa e, secondo stime prudenziali, nella sua prima fase consente un risparmio di almeno il 10% della spesa (attualmente di 480 milioni di euro l’anno) che la sola Amministrazione centrale sostiene per dotarsi di software applicativo. Una volta a regime e con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e locali, i risparmi saranno di gran lunga superiori. Un sistema, quindi, che ha interessato tutte le amministrazioni anche a livello locale.
Infatti, attraverso la collaborazione e la condivisione tra l’Amministrazione Centrale con quelle locali abbiamo intrapreso la realizzazione di un Sistema di Governo dell’innovazione e, quindi, della ‘pubblica amministrazione elettronica’, ossia l’e-Government. Un’operazione che ha coinvolto oltre 4 mila amministrazioni regionali e locali. Trattandosi di una trasformazione radicale e complessa, abbiamo suddiviso la sua attuazione in due fasi.
Nella prima, già conclusa, abbiamo investito ben 500 milioni di euro. Si è trattato di un impegno finanziario notevole e senza precedenti, che ha portato all’attivazione di 134 “cantieri digitali” e di ben 80 servizi pubblici on-line considerati “prioritari” per oltre 20 milioni di cittadini e imprese”.
La seconda, attualmente in corso, prevede uno stanziamento di oltre 400 milioni di euro per la realizzazione di cinque linee di azione: lo sviluppo dei servizi infrastrutturali locali e dell’SPC; la diffusione territoriale dei servizi per cittadini ed imprese (e quindi il riuso delle applicazioni tecnologiche); l’inclusione dei comuni piccoli nell’attuazione dell’e-Government; l’avviamento di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale (l’e-Democracy), che prevede la partecipazione attiva dei cittadini alla formazione del processo decisionale nelle Pubbliche Amministrazioni soprattutto locali e, infine, la promozione dell’utilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese, anche attraverso la tv digitale terrestre (t-Government).
ZeroUno: Quali sono le linee strategiche che hanno guidato questo Governo in merito all’innovazione?
Stanca: La nostra azione si è sviluppata lungo tre direttrici: cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. Azione definita all’interno delle ‘Linee Guida del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione nella legislatura’, del 2002. Un documento che fissa i criteri per conseguire i 10 obiettivi di legislatura (che riguardano le macro aree della messa on-line dei servizi pubblici, dell’efficienza interna, della valorizzazione delle risorse umane, della trasparenza e della qualità). Le priorità d’intervento in materia di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione vengono definite anno per anno da direttive emanate dal mio ministero. E nel corso di questi anni sono stati molti gli interventi. Ad esempio, per l’alfabetizzazione informatica abbiamo promosso una serie di iniziative che hanno riscosso un notevole successo, come “Vai con Internet”, un bonus di 200 euro per le famiglie con un reddito inferiore ai 15 mila euro, conclusa nel giugno scorso e che ha visto 142.970 adesioni (e visto l’ottimo successo stiamo cercando di riproporre anche per il 2006); “Vola con Internet”, rivolta ai sedicenni: nelle prime due edizioni quasi 95 mila ragazzi hanno usufruito del bonus di 175 euro; è ora in corso la terza edizione destinata ad oltre 600 mila sedicenni. Ed ancora, agevolazioni per l’acquisto di pc sia per dipendenti pubblici, con sconti fino al 15%, sia per dipendenti privati, che potranno beneficiare degli stessi sconti che i fornitori di pc praticano alle aziende in cui il dipendente lavora senza che questa agevolazione sia considerata un beneficio fiscalmente rilevante. Ed ancora, “Un c@ppuccino per un pc”, un’iniziativa appena partita, che consente agli studenti universitari di attivare un prestito bancario garantito dallo Stato e, quindi, a condizioni agevolate per l’acquisto di un pc portatile, anche con connessione wireless, rimborsandolo in media con 1 euro al giorno, ossia al prezzo di un cappuccino. E agli studenti in regola con l’iscrizione e che usufruiscono di esenzione dalle tasse e dai contributi universitari, viene concesso anche un bonus di 200 euro fino all’esaurimento del relativo fondo di 10 milioni di euro. E ancora, sempre al fine di ridurre il digital divide, abbiamo avviato la trasmissione “Non è m@i troppo tardi” in collaborazione con Rai Educational, che sta avendo un grande successo soprattutto tra gli anziani e le casalinghe, grazie all’azione di oltre 3 mila centri di ascolto sparsi in tutto il Paese.
ZeroUno: E per le aziende?
Stanca: Per quel che riguarda le aziende, il Governo ha attivato ingenti interventi infrastrutturali, come i due Piani per l’Innovazione Digitale nelle imprese, ma anche con interventi come quello che, attraverso due decreti ministeriali, stanzia complessivamente 630 milioni di € per favorire la nascita di poli tecnologici e per stimolare l’innovazione di processo, oltre a quella di prodotto. Ma anche misure innovative per stimolare, con un fondo di 100 milioni di euro, i venture capitalist ad investire capitale di rischio nelle imprese innovative poste nel Mezzogiorno. È la prima volta che si attuano provvedimenti così forti e mirati per il sostegno dell’innovazione tecnologica digitale. Queste misure, e non sono le sole, sono una ulteriore dimostrazione del grande impegno che il Governo ha posto per favorire il miglioramento della competitività delle imprese attraverso l’innovazione tecnologica. Per ridurre ulteriormente la burocrazia abbiamo attivato due portali, il Portale del Cittadino (www.italia.gov.it), punto di aggregazione degli oltre tremila siti della Pubblica Amministrazione, che fornisce tutte le informazioni relative al funzionamento dello Stato e tutti i servizi al cittadino già disponibili su Internet. E il Portale per le Imprese (www.impresa.gov.it), che rappresenta un “punto unitario d’accesso” a tutte le informazioni ed i servizi on line per le imprese disponibili nei siti della Pubblica amministrazione, centrale e locale [ndr: si veda a questo proposito L’innovazione nella Pal – I servizi per i cittadini e L’innovazione nella Pal – I servizi per le imprese scaricabili dal sito www.zerounoweb.it nell’area Progetti speciali]
Infine, vorrei menzionare, nell’ottica della semplificazione, il progetto di conteggio informatizzato del voto che, dopo una positiva fase sperimentale, nelle elezioni politiche del 2006 andrà a supporto – in 12 mila uffici elettorali di sezione, ossia il 20% del totale nazionale, ove voteranno 10 milioni di cittadini – delle fasi di rilevazione, conteggio, verbalizzazione e trasmissione dei risultati in condizioni di sicurezza e di totale verificabilità.
Ad oggi la riforma digitale, condotta attraverso la piena condivisione del Sistema Locale, ha prodotto: la diffusione del 50% dei servizi prioritari on line; quasi 2 milioni di carte di firma digitale diffuse in special modo tra i funzionari pubblici e mondo delle imprese; l’incremento delle comunicazioni elettroniche tra le Pubbliche Amministrazioni e tra queste e i cittadini/imprese (11,6 milioni di cittadini contattano la PA); l’e-mail è diventa “certificata” e da gennaio ha validità giuridica; abbiamo raggiunto 25 milioni di mandati di pagamento on line; 60% in più di utilizzo dell’e-lerning; cresce la diffusione del protocollo informatico.
ZeroUno: C’è un forte dibattito attorno alle grandi opere infrastrutturali. Non crede che ci sia spazio anche in Italia per una politica coraggiosa di “grandi opere infrastrutturali digitali” attorno alle quali dare sviluppo e competitività?
Stanca: Direi che l’Italia il percorso virtuoso lo ha ben intrapreso. Alcune iniziative cominciate e portate avanti da questo Governo risultano assolutamente all’avanguardia nel settore Ict. Nella Pubblica Amministrazione abbiamo attivato due fondamentali interventi normativi, che sono il Sistema Pubblico di Connettività (SPC) e il Codice dell’Amministrazione Digitale. L’SPC, cosiddetta “Autostrada digitale del Sole”, consente agli uffici pubblici in Italia e all’estero di dialogare tra loro, in modo omogeneo, veloce e con alti standard di sicurezza. Una volta ultimato, unificherà tutte le reti telematiche statali, regionali e locali ora esistenti in Italia e 540 uffici italiani (tra cui Ice, Camere di Commercio, Consolati, Ambasciate) all’estero attraverso la Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione (Ripa). Sarà la più grossa infrastruttura telematica pubblica mai realizzata nel nostro Paese ed avrà come benefici quelli del contenimento dei costi e, soprattutto, di evitare ai cittadini ed alle imprese di essere “fattorini di se stessi” con la Pubblica amministrazione. In questo modo potremmo inoltre promuovere lo sviluppo di applicazioni come il voto degli italiani residenti all’estero e l’anagrafe consolare.
Mentre il Codice, un quadro normativo coerente, omogeneo e unitario all’applicazione delle nuove tecnologie digitali nella Pubblica amministrazione, in un ambito di certezza normativa, consente un notevole recupero di efficienza e ingenti risparmi (stimati in 4-5 miliardi di € l’anno nelle amministrazioni centrali ed altrettanti nella Pubblica amministrazione locale). Il Codice, che è entrato in vigore il primo gennaio scorso, è uno dei primi al mondo e già altri Paesi, come la Cina, hanno chiesto di poterlo importare.
Particolare impegno lo abbiamo dedicato allo sviluppo e alla diffusione della larga banda (con bonus a famiglie e imprese per un totale di 87 milioni) dove abbiamo raggiunto 5 milioni di linee a larga banda contro le 300 mila del 2001. Una crescita che nel 2004 ci ha visti al terzo posto in Europa per tasso di crescita, dopo Francia e Regno Unito. Tanto che nel corso del 2005 c’è stato lo storico sorpasso con il 65% delle connessioni ormai in banda larga.
Inoltre, sono state istituite due specifiche società, la Infratel Spa e Innovazione Italia Spa. La prima, nell’ambito del Ministero delle Comunicazioni, è nata per la ‘posa’ delle infrastrutture fisiche; la seconda, che fa capo al mio dicastero, per la realizzazione e lo sviluppo dei contenuti digitali (telemedicina, teleformazione, monitoraggio del territorio, video-conferenza a media/alta qualità per le imprese, formazione, e-business e logistica integrata, portale per il turismo).