Digital Venice, la settimana sul futuro digitale europeo, è stata aperta da Restart Europe, manifestazione che ha riunito circa 161 giovani talenti e imprenditori europei per parlare di Agenda Digitale Europea e provare a disegnare insieme il futuro. L’evento è stato organizzato da Microsoft in collaborazione con Avanade, Hp, StartupItalia!, Vodafone e Unicredit Start Lab. “Nei prossimi 5 anni l’economia digitale crescerà 7 volte più dell’economia tradizionale e rappresenterà un’opportunità di crescita aggiuntiva del 5% del Pil europeo”, ha ricordato Carlo Purassanta, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, aprendo la giornata, aggiungendo: “La digitalizzazione comporterà trasformazioni per le grandi aziende e le piccole imprese”. Ma siamo pronti alla domanda di nuove competenze che ne deriverà? Nel 2020 in Europa potrebbero esserci 1,2 milioni di posti di lavoro nel settore Ict, 900mila dei quali rischiano di restare vuoti per mancanza di skill adeguati. E mentre Purassanta ha sottolineato come l’adozione di open data, open government e la creazione di cloud nazionali consentirà risparmi del 15-25% per i governi europei, Stefano Venturi, Amministratore Delegato del Gruppo Hp in Italia e Corporate Vice President Hewlett-Packard ha ricordato la necessità di ripensare alla democrazia nell’era digitale. “Va aperta una nuova conversazione che deve coinvolgere tutti i cittadini, ma soprattutto i giovani, i nativi digitali in grado più degli altri di comprendere i vantaggi delle nuove tecnologie per affrontare le sfide di domani”, ha detto, ricordando l’iniziativa Hp Life, che promuove la formazione digitale di giovani imprenditori in tutto il mondo.
Un pacchetto di proposte per l'ue
Da queste considerazioni è nata l’idea di coinvolgere i nativi digitali provenienti da tutta Europa e di farli dialogare in 5 workshop, punto di approdo di due settimane di lavoro in cui i giovani innovatori europei, fra cui molti startupper, hanno discusso on line.
Il tavolo Digital Education ritiene prioritari: la diffusione più pervasiva della cultura digitale tra gli educatori, l’aggiornamento annuale dei curricula scolastici e il ripensamento dello spazio fisico in cui avviene la didattica, affinché sia funzionale alla promozione dell’interazione tra docente e studente.
Gli innovatori della Digital Economy hanno proposto un unico framework di regole comuni a tutta l’Europa, per aiutare la nascita e la crescita di imprese innovative, la creazione di una piattaforma aperta per la condivisione, con le economie tradizionali, delle innovazioni sviluppate dalle nuove imprese tecnologiche e la messa a punto di una serie di normative e agevolazioni per ridurre la distanza tra il mondo della ricerca e il mondo dell’impresa.
Il workshop su Digital Jobs ha proposto il superamento delle barriere nazionali e la creazione di un sistema contributivo unificato per favorire la mobilità dei lavoratori fra paesi all’interno dell’Europa e la possibilità per lavoratori esperti e maturi di partecipare alle attività delle startup per uno scambio di esperienze, utile per entrambi.
Il gruppo di lavoro dedicato alle Digital City ha proposto la visione delle città come laboratorio di innovazione e ha auspicato la creazione di una piattaforma comune per la condivisione delle migliori pratiche a livello europeo e il ricorso agli open data per la gestione efficiente delle emergenze.
Il tavolo su Digital Democracy ha infine richiesto maggiore trasparenza su dati, informazioni e documenti, evidenziando la necessità di una vera partecipazione ai processi decisionali della vita politica da parte della collettività e interfacce facili da usare per favorire la possibilità per i cittadini di entrare in contatto in modo diretto con le amministrazioni pubbliche.
La discussione resta aperta su www.restart-europe.eu, su facebook www.facebook.com/groups/restarteurope/, su twitter con hashtag #RestartEurope e sulla piattaforma di condivisione online Yammer.
Le proposte sono state presentate a Neelie Kroes, Commissario Europeo per l’Agenda Digitale, a margine dell’incontro presieduto da Matteo Renzi nel suo ruolo di presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, nel quale i rappresentanti di una trentina delle principali aziende del business digitale che operano in Europa hanno espresso le proprie raccomandazioni con l’obiettivo di stilare la “Carta di Venezia”, un memorandum sui punti chiave per le strategie sulle politiche digitali in Europa.
“In questa fase è importante soprattutto ascoltare il vostro punto di vista per preparare l’importante incontro europeo previsto a ottobre [Consiglio Europeo che si terrà a Bruxelles dove i ministri dell’Unione affronteranno fra le priorità anche gli obiettivi dell’Agenda Digitale – ndr]. Sarà l’occasione per una nuova strategia, dove l’Europa va vista come uno spazio di libertà non di limitazioni e di burocrazia”, ha detto Renzi, sottolineando che la scelta di Venezia, una città carica di storia, è in un certo senso una provocazione, ma è anche la dimostrazione che si può partire dal passato per andare verso il futuro. Proprio a Venezia è stata realizzata un’infrastruttura pubblica unica in Europa, grazie a un cablaggio totale in fibra ottica, con nodi fissi o mobili che possono gestire oltre 200 gigabyte di dati e già utilizzati da oltre 40.000 utenti al giorno. “Sarò presidente di turno per questi 6 mesi, ma l’Italia ha l’ambizione di andare oltre, di diventare leader in Europa più vicina ai cittadini grazie all’innovazione; per questo obiettivo l’Italia deve innanzi tutto cambiare se stessa. Il cambiamento è la priorità dell’Italia e il nostro business plan per i prossimi 1000 giorni assegna alla digitalizzazione e all’Ict un ruolo centrale”, ha detto Renzi che ha poi definito alcuni obiettivi per raggiungere i quali l’Europa è ormai matura fra cui:
- definire un unico mercato digitale e un’unica authority di riferimento;
- stabilire che ogni euro investito in infrastrutture digitali non deve concorrere al calcolo dei limiti di spesa, perché va considerato un investimento per il futuro;
- definire una politica di cyber security unica;
- andare verso la democrazia digitale europea attraverso l’adozione di open data, open democracy, open trasparency, per le quali l’Ict è un abilitatore.
Neelie Kroes, sottolineando l’importanza di aprire il semestre italiano con un’iniziativa sulla digitalizzazione, ha confermato che l’investimento nella modernizzazione digitale dovrebbe essere escluso dalle pur sacrosante limitazioni imposte dai vincoli di bilancio europei.
Ci aspettiamo a questo punto che nei prossimi incontri i vertici europei definiscano concrete politiche di attuazione e gli adeguati stanziamenti.