Attualità

Per blockchain è iniziata l’era della costruzione

Lo evidenzia il convegno “Blockchain & Web3: time to build”, all’interno del quale l’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato il censimento delle iniziative italiane e globali.

Pubblicato il 03 Mar 2023

Blockchain

Continuano a crescere del 13% i progetti blockchain sviluppati all’interno delle imprese e delle amministrazioni pubbliche, nonostante l’anno difficile per le cryptovalute, gelate dal cosiddetto “cryptowinter”, che ha portato al loro deprezzamento, soprattutto come conseguenza dello scoppio di alcune bolle. Sono questi alcuni risultati dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger che ha censito 2.033 le iniziative censite a livello mondiale, tra il 2016 e il 2022, oltre la metà delle quali (1.046) rappresentano oggi progetti in fase di sperimentazione avanzata o già in produzione.

Come ha spiegato Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger, le aziende, lontane dal clamore mediatico e dalle meccaniche più speculative, hanno consolidato, nel 2022, il lavoro di sviluppo iniziato negli anni precedenti e si stanno concentrando sulla sperimentazione di progetti Web3. “Nel mondo Blockchain si sta avviando una nuova fase: finito l’hype, è iniziato il tempo di costruire”.

Focus sul mondo finanziario, ma non solo

Da un lato la cosiddetta Internet of value prosegue per la sua strada con la sperimentazione che coinvolge il 60% delle banche mondiali in direzione degli stable coin e, a livello europeo, procede con la fase investigativa per il Digital Euro iniziata nell’ottobre 2021. Dall’altro, nel 2022 sono cresciuti soprattutto i progetti in ambito decentralized web diretti alla creazione di digital collectible che si sono avvantaggiati della spinta mediatica sugli NFT. Nel 2022 si è registrato un incremento del 98% dei progetti in direzione del web3 con lo sviluppo di DApp (applicazioni decentralizzate) e iniziative legate agli NFT, spesso nel mondo dell’arte digitale o comunque con riferimento ad asset associati a una certificazione.

Questa tendenza ha coinvolto anche aziende tradizionali, che si sono avvicinate alla blockchain e al mondo web3. I progetti di emissione di asset digitali sotto forma di NFT hanno rappresentato punto di avvio per progetti di business e per l’offerta di servizi esclusivi ed esperienze legate al Metaverso. I principali protagonisti di questo approccio appartengono al mondo della moda, come nel caso di Dolce e Gabbana, Nike, Gucci, che hanno lanciato l’offerta sia dei cosiddetti phygital, sia di prodotti esclusivamente digitali.

Da parte loro le DApp hanno visto un’evoluzione sia in ottica DAO (Decentralized Autonomous Organization) sia in quella di governance distribuita su blockchain, attraendo l’attenzione anche di aziende tradizionali per la potenzialità implicite nello sviluppo di modelli decisionali partecipativi. Una vera governance decentralizzata riguarda però solo 5% delle applicazioni censite, mentre la maggior parte prevede invece una governance solo parzialmente decentralizzata, che si limita ad esempio a sondaggi fra gli utenti attraverso il token. Le applicazioni reali restano al momento confinate in ambiti più maturi come le DeFi che conferma come l’ecosistema della finanza decentralizzata sia al momento il più avanzato e maturo.

Un passo indietro, due passi avanti

Blockchain for business, nonostante la frenata del numero di nuovi progetti rispetto al 2021, resta, con il 54%, la componete prevalente delle iniziative. Tutto ciò nonostante il fallimento di alcune attività come Tradelands, ecosistema dedicato alla tracciabilità dei documenti nel trasporto intermodale, e B3i, consorzio fra compagnie assicurative volto a migliorare l’efficienza dei processi di riassicurazione con il coinvolgimento di più attori.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio, la crisi di queste iniziative non è derivata tanto da un fallimento della tecnologia, quanto dalla difficoltà di creazione di ecosistemi complessi ed eterogenei, di una loro sostenibilità economica, dello sviluppo di prospettive evolutive dal punto di vista del business.

Nei molti progetti tuttora in corso, le aziende puntano all’utilizzo di blockchain per semplificare l’accesso e la condivisione dei dati (nel 56% dei casi), per garantire trasparenza e immutabilità dei dati (34%), per realizzare processi affidabili attraverso gli smart contract (6%).

Lo sviluppo delle soluzioni blockchain in Italia

Dopo un lungo periodo di attesa, il 2022 ha visto il risveglio anche del mercato italiano che ha raggiunto 42 milioni di euro, raddoppiando gli investimenti nei progetti blockchain da parte delle aziende rispetto all’anno precedente. Il settore finanziario e assicurativo continua ad avere il peso maggior (con una quota del 36%) mentre la principale novità sono moda e retail, che raggiungono quasi un quarto degli investimenti (23%) grazie soprattutto a progetti NFT e collectible digitali.

Emergono, se pur con quote ancora ridotte, il settore automobilistico (10% del totale) e la pubblica amministrazione (7%). In Italia, come negli altri paesi, le iniziative sono cresciute su impulso degli NFT, che hanno avvicinato le aziende alla blockchain. Nel complesso anche i singoli investitori sono protagonisti di questo mercato: il 9% degli italiani dichiara di avere acquistato NFT e il 14% intende acquistarne in futuro, con una decisa preferenza per quelli collegati a opere d’arte digitali, avatar e collectible.

Le novità e le tendenze di piattaforme e modelli

Un ruolo importante per la diffusione delle soluzioni basate su blockchain è assegnato allo sviluppo delle piattaforme in direzione della scalabilità e della riduzione del consumo energetico. Ethereum, la piattaforma forse più famosa è riuscita, grazie alla transizione del processo di consenso da proof of work a proof of stake, a ridurre in modo eccezionale il consumo energetico del processo di validazione che rappresentava uno dei freni maggiori per lo sviluppo di progetti a livello aziendale.

Nel frattempo, si sono affermate piattaforme come BNB Chain, che ha conquistato il primo posto per numero di DApp e utenti attivi. Il suo successo deriva probabilmente anche dalla capacità di creare uno standard operativo per creare piattaforme con fee basse, anche se meno sicure e decentralizzate, e nel promuovere lo sviluppo di DApp, talvolta riprese da altre piattaforme, incentivando gli sviluppatori.

A questo proposito ha un ruolo centrale l’affermarsi della tokenomics che coinvolge il modello di revenue legato al mondo blockchain e definisce la parte delle quote da assegnare per garantire i team di sviluppo, agli stakeholder. L’Osservatorio ha evidenziato che questo modello riguarda il 70% delle applicazioni basate su blockchain che ottimizzano un token all’interno del proprio business.

In sintesi, la parziale eliminazione della componete più speculativa del mondo blockchain sembra lasciato campo libero alle componenti più interessanti legate al trasferimento disintermediato di valore e all’evoluzione verso web3.

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