Un’indagine di Accenture presentata a fine gennaio in occasione del World Economic Forum di Davos (Your Legacy or Your Legend? A CEO’s Guide to Getting the Most Out of New Technologies) offre una interessante lettura di come la cultura aziendale e l’approccio delle aziende al cambiamento sono fondamentali per fare innovazione. Se da una parte c’è fiducia nell’efficacia delle tecnologie IT per lo sviluppo di nuovo business, dall’altra molte aziende, pur investendo, non riescono a raggiungere quanto atteso in termini di crescita e fatturato.
Attraverso l’analisi “monstre” di 8300 aziende in 20 Paesi e 20 settori d’industria, gli analisti di Accenture hanno provato a individuare gli elementi che portano a ottenere valore dagli investimenti tecnologici. Lo hanno fatto classificando le società in base al livello d’impiego delle tecnologie, profondità dell’adozione, disponibilità organizzativa e culturale, rilevando ogni divario esistente tra quanto atteso quanto concretamente ottenuto. Un divario che hanno battezzato “innovation achievement gap” con cui hanno classificato le aziende in tre classi (leader, medio-innovatrici e ritardatarie) per poter meglio studiare le differenze.
Per questa analisi Accenture ha considerato sia tecnologie consolidate sia emergenti (tra queste ultime l’intelligenza artificiale, il cloud, la blockchain e l’extended reality) rilevando come solo il 10% delle società riesca a ottenere il pieno potenziale. Solo le società classificate come leader riescono ad adottare le tecnologie in modo incisivo e a estenderle all’intera organizzazione, generando una crescita più che doppia del fatturato rispetto alle realtà ritardatarie. Questo malgrado l’80% dei CEO di tutte le tipologie di società ritenga di disporre delle tecnologie adeguate e nel 70% dei casi di conoscere bene gli investimenti fatti negli ambiti dell’innovazione.
Accenture ha sintetizzato in cinque fattori (progresso, adattamento, tempistica, forza lavoro e strategia) gli elementi su cui si giocano le differenze sostanziali tra le società che sono leader nell’applicare tecnologie innovative al business da quelle che lo fanno in modo mediocre o ritardato. Vediamo di seguito il dettaglio (figura 1).
Progresso: come applicare le nuove tecnologie per far evolvere tutti i processi.
Nuove tecnologie come l’AI e il cloud offrono possibilità senza limiti nel campo dell’analisi predittiva e dell’elaborazione dati per trasformare i processi di business e abbassare i costi. Le aziende ritardatarie e medio-innovatrici generalmente scelgono di applicare le tecnologie citate solo a pochi processi, di solito negli ambiti del marketing e vendite. Anche quando le aziende creano delle connessioni tra silo informativi e suddivisioni organizzative non riescono a stabilire connessioni con altre parti dell’impresa o della catena del valore. Il risultato è che non riescono a trasferire l’innovazione attraverso l’impresa limitando il valore che ne possono ottenere.
L’indagine Accenture rivela come le aziende leader abbiano la capacità di trasformare un numero doppio di processi rispetto a quelle medio-innovatrici e tre volte le ritardatarie. Quando i leader prendono in esame l’innovazione di un processo, immediatamente valutano quali altri processi possono trarne vantaggio, considerando tutte le implicazioni dell’investimento.
Adattamento: come assicurarsi un’IT che sia adattabile ai cambiamenti del business
Le tecnologie del passato non sono adatte a dare il supporto richiesto nel futuro. Disporre di sistemi IT in grado di adattarsi ai cambiamenti delle condizioni del mercato è una priorità da considerare negli investimenti. Eppure in molte aziende non è così. A causa dei timori che riguardano la sicurezza o altri motivi, le aziende ritardatarie preferiscono andare avanti con patch continue ai sistemi legacy. Anche se questo risolve i problemi del momento, non risolve alla radice i problemi.
Le aziende medio-innovatrici preferiscono migrare le applicazioni legacy nel cloud, opzione che certamente riduce i costi per lo storage e l’elaborazione, ma che non migliora l’agilità del business. L’83% dei leader ha precisato che è importante disaccoppiare i dati dall’infrastruttura legacy, cosa ritenuta utile solo dal 61% delle realtà medio-innovatrici e dal 37% dei ritardatari. I leader, insomma, non vedono il cloud come un’alternativa al data center, ma come un mezzo efficace per fare innovazione in modo trasversale tra silo e line of business (figura 2).
Tempistica: l’importanza di fissare sequenza e roadmap nell’adozione delle nuove tecnologie
Aziende ritardatarie e medio-innovatrici assumono un atteggiamento d’attesa di fronte all’innovazione. Questo è ciò che gli intervistatori di Accenture hanno scoperto chiedendo alle aziende del campione come hanno affrontato l’adozione di 28 diverse tecnologie, scelte tra quelle disponibili in questo momento e che le realtà leader hanno più rapidamente adottato.
La maggior parte dei ritardatari ha in corso sperimentazioni sulle tecnologie d’avanguardia ma non ha fatto pianificazioni che riguardino l’inserimento nei processi, aspetto che si ripercuote su ogni possibilità di ottenerne vantaggi. I medio-innovatori s’impegnano nella sperimentazione delle nuove tecnologie, ma pensano di calarle su aspetti specifici del loro settore senza preoccuparsi come questo possa in seguito inibire la capacità di creare sinergi.
Le realtà leader si distinguono per la capacità di adottare le nuove tecnologie in numero maggiore e più velocemente delle altre aziende. Sono inoltre pronte a trarne utilità di business. Lo studio di Accenture fa l’esempio del software as-a-service in cloud: circa il 20% dei leader ha adottato la modalità SaaS da oltre 5 anni, contro il 9% delle aziende medio-innovatrici e l’8% delle ritardatarie. Ad oggi il 90% dei leader ha maturato grande esperienza nel SaaS, contro il 71% delle medio-innovatrici e il 29% delle ritardatarie (figura 3).
Forza lavoro. Modi per rendere il lavoro più efficiente e interessante per i dipendenti
In tema di aggiornamento degli skill dei dipendenti, le aziende peggiori si affidano a modalità di formazione standardizzate e misurate nel tempo e cercano persone già formate quando hanno bisogno di nuove competenze. Purtroppo per loro, gli skill diventano obsoleti rapidamente e i requisiti curriculari evolvono continuamente. Gli analisti Accenture precisano come in assenza di formazione il 52% delle conoscenze dei team IT e il 47% di quelle del personale non IT diventano obsolete in soli 3 anni.
Le aziende medio-innovatrici approcciano il tema della formazione tenendo conto delle esigenze individuali con moduli appropriati. Un approccio che però non indirizza le capacità richieste al dipendente per lavorare con le tecnologie del futuro. L’86% dei leader usa la formazione esperienziale assieme a tecnologie intelligenti, analitiche e ML per prevedere e colmare le necessità di formazione in base a ciò che il dipendente potrà fare, anche in caso di cambiamento nel tipo di lavoro. Un’attenzione prestata solo dal 60% dei medio-innovatori e dal 35% dei ritardatari. I leader impiegano la tecnologia anche per rendere il lavoro più interessante per il dipendente oltre che per aumentarne la produttività. La tecnologia serve per rafforzare la relazione con i dipendenti (figura 4).
Strategia. Perché è importante allineare l’IT con il business
Le decisioni che riguardano i punti precedenti hanno in comune l’esigenza di una strategia. A seconda di come l’azienda orienta i propri investimenti cambia la capacità di affrontare cambiamenti repentini o dirompenti del mercato e la possibilità di avvalersi di alcune opportunità.
Nelle aziende ritardatarie predomina la democratizzazione dell’IT: alle business unit viene dato il permesso di risolvere in proprio i problemi IT con il risultato che il cambiamento accelera ma nel contempo si dà terreno allo shadow IT, ossia a un impiego delle tecnologie non coordinato con il risultato che non c’è interoperabilità e ritorno di agilità strategica per l’azienda.
I leader hanno una strategia, scelgono tecnologie adatte alle persone e in grado di rendere l’intera azienda più agile. Riescono inoltre a gestire meglio gli investimenti tecnologici e a tracciarne il valore anche nelle aree meno esplorate. Il 94% dei responsabili in aziende leader dichiara di riuscire a tracciare il valore dell’automazione basata sull’AI contro il 76% dei colleghi che lavorano in realtà medio-innovatrici e il 47% delle ritardatarie.