Alla fine del 2023, i principali analisti erano concordi nel considerare il 2024 come l’anno della ripresa degli investimenti IT. Citando Forrester, se nel 2023 la spesa è cresciuta solo del 2,6%, nel 2024 è previsto un incremento del 5,1% come conseguenza di diversi fattori tra cui il calo dell’inflazione e il conseguente aumento del PIL (europeo) dell’1,2% contro lo 0,7% dello scorso anno.
Aumentano i budget, ma l’IT fatica a soddisfare il business
L’immediata conseguenza delle prospettive di quest’anno è l’aumento dei budget IT, con cui supportare il business a mantenere alta la competitività aziendale in un panorama macroeconomico comunque turbolento.
Per quanto l’aumento dei budget possa favorire l’investimento in innovazione e sperimentazione, è peraltro vero che l’IT fatichi (non poco) a sostenere la pressione del business, che a sua volta è legata all’aumento progressivo delle aspettative dei clienti e al focus sempre maggiore sui temi dell’efficienza operativa e della produttività, il tutto con la massima razionalizzazione dei costi.
Secondo la terza edizione dello State Of IT di Salesforce, risultato delle rilevazioni di 4.000 decision maker IT (anche italiani), il 62% dei leader IT fatica a supportare le esigenze del business. Stanno inoltre cambiando le metriche di valutazione (KPI) dei progetti, sempre meno legate alla continuità operativa e connesse, invece, all’apporto dell’IT rispetto a obiettivi economici. Per questo, non ci si stupisce che Project ROI e Project Speed siano considerati come le principali parole chiave del successo e, in quanto indicatori, vengano tracciati da quasi il 90% delle aziende interpellate.
Occhi puntati su AI e automazione
AI e automazione attraggono gli investimenti perché condizionano contemporaneamente sia l’obiettivo della customer experience che quello dell’efficienza operativa. Nonostante le attenzioni sul fenomeno dell’AI generativa, non parliamo di una novità dell’ultim’ora: secondo lo State of IT, che analizza in modo dettagliato i principali use case di successo, il 78% dei leader IT ritiene che il ruolo dell’AI sia ben definito nella propria organizzazione, e non a caso il comparto del customer service è in prima linea. Per quanto concerne Gen AI, invece, siamo ovviamente agli albori, ma le prospettive sono interessanti e, soprattutto, pare che i leader IT sappiano già come implementarla per creare produttività, efficienza e innovazione.
L’attenzione all’AI non toglie risalto ai progetti di automazione, sempre più vicini al concetto di hyperautomation: “l’87% dei leader IT prevede maggiori investimenti in automazione nei prossimi 18 mesi” sostiene Salesforce, che poi spiega precisamente in che ambiti verrà adottata l’automazione di processo, a partire dalla gestione degli ordini. Ovviamente, non mancano le sfide.
L’anno di low-code, no-code e composability?
Nel mondo dello sviluppo del deployment del software, le aziende si distribuiscono tra quelle che sviluppano in-house e quelle che customizzano e/o integrano in-house applicativi di terze parti.
In entrambi i casi, le pressioni su tempi e costi saranno immense nel corso del 2024, unite alla cronica carenza di competenze che coinvolge ormai tutto il mondo: per questo, sono sempre di più le organizzazioni (più del 75%, ormai) che si avvalgono di piattaforme e soluzioni low code/no code per lo sviluppo e l’implementazione del software, e il 2024 dovrebbe far registrare un’ulteriore spinta in tal senso. Aspetti ancor più interessanti, cui la ricerca di Salesforce dedica un approfondimento, sono il tema dell’integrazione (che è mission-critical sotto ogni profilo) e l’incremento nell’adozione di strategie di composability, ovvero di sviluppo di componenti e sorgenti dati indipendenti e riutilizzabili in svariati progetti interni ed esterni.
Parlando dell’impatto positivo che l’IT può avere sulla bottom line aziendale, la monetizzazione del dato è un indirizzo interessante, che consigliamo ai CIO di approfondire nel corso dell’anno.
Sicurezza e sostenibilità indirizzano gli investimenti
L’attenzione alla competitività, alla crescita del business e all’efficienza interna non possono, e non devono compromettere la gestione del rischio. Anche quest’anno, l’attenzione alla sicurezza cyber sarà massima (complice anche l’entrata in vigore di NIS 2): le aziende devono essere in grado, ma faticano in tal senso, a bilanciare gli obiettivi di business e di sicurezza. Tuttavia, quest’ultima resta una priorità per l’89% delle organizzazioni, preoccupate soprattutto dell’impatto di malware e phishing sulla continuità del business e sulla compliance. Lo State of IT è molto interessante sotto questo profilo perché identifica le principali tattiche che sono (e andrebbero) adottate dalle imprese; si parte dalla data encryption che, per quanto possa apparire scontata, in realtà coinvolge (solo) il 56% delle aziende. Sotto questo profilo, c’è ancora da lavorare.
Non da ultimo, ci sono i temi della sostenibilità, delle pratiche etiche, della diversità e dell’inclusione, che rappresentano vere proprie priorità per i leader dell’IT. Per quanto concerne la sostenibilità, l’attenzione degli stakeholder (clienti in primis) non potrà che aumentare, e il comparto IT si trova in una posizione decisiva: da un lato, infatti, ha un impatto centrale sui consumi e sulle emissioni (secondo CNCF, i data center consumeranno il 12% di tutta l’energia mondiale nel 2040), dall’altro è il principale sostenitore, o abilitatore, della digitalizzazione di tutti i processi aziendali, obiettivo che come tale va nella direzione della sostenibilità a 360 gradi.
A tal fine, la survey di Salesforce fornisce dati interessanti e anche promettenti, tra i quali il fatto che l’87% dei responsabili IT ritenga la propria organizzazione capace di tracciare ed effettuare un reporting accurato sulle proprie emissioni, e l’87% abbia definito delle Ethics Guidelines circa l’uso dei dati dei dipendenti.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Salesforce