Milano-Roma in tre ore e mezzo di viaggio. E dal prossimo dicembre appena in tre ore. L’Alta Velocità ferroviaria italiana, che con il simbolo del Frecciarossa sta conquistando fette sempre più ampie di mercato, ha un grande passato alle spalle. Tracciare una storia, anche breve, delle Ferrovie dello Stato, oggi ai vertici mondiali dell’innovazione tecnologica e della sicurezza, è come raccontare la storia d’Italia. Anzi, di più, perché il treno arriva nel Paese nel 1839, prima ancora che questo diventi una nazione. Diciamo solo che la gestione delle diverse reti ferroviarie realizzate nella Penisola, riconosciute a fine ‘800 come infrastruttura strategica, viene nazionalizzata e concentrata in un’unica azienda di Stato nel 1905. Da questo momento inizia l’espansione del treno come mezzo di trasporto collettivo, simbolo di progresso, di sviluppo e di comunicazione sociale.
Distrutte quasi completamente dalla guerra, con oltre l’80% delle linee interrotte e il 70% del materiale rotabile inservibile, negli anni Cinquanta le ferrovie vivono un processo di ricostruzione e assumono un ruolo essenziale nella rinascita economica e sociale del Paese. I “treni della speranza”, che portano i lavoratori del Sud alle opportunità offerte dal Nord, sono tra gli strumenti che renderanno possibile il boom del “miracolo italiano”.
Nel 1985 l’Azienda Autonoma ferrovie dello Stato viene trasformata in Ente pubblico. Il processo di riorganizzazione, in armonia con le direttive in materia di trasporto ferroviario dell’UE, prosegue nel 1992 con la nascita di FS SpA e, tra il 2000 e il 2001, con la creazione del Gruppo Ferrovie dello Stato, una holding che controlla una decina di società. Tra queste, le due principali: Trenitalia gestisce tutte le attività di trasporto passeggeri e merci, mentre Rete Ferroviaria Italiana è responsabile dello sviluppo e della manutenzione dell’infrastruttura. Altre società si occupano poi di logistica, di valorizzazioni immobiliari, di ingegneria e di sviluppi urbani, in un quadro d’insieme che evidenzia la posizione delle FS rispetto alle possibilità di sviluppo del Paese (vedi riquadro).
Condividere le strategie è fondamentale
Oggi Il Gruppo FS è la più grande azienda italiana. Una rete di quasi 16.500 chilometri è curata da 87.000 ferrovieri, con quasi 9.000 treni al giorno. Ogni anno sono trasportati 500 milioni di viaggiatori e circa 80 milioni di tonnellate di merci. Entro l’anno l’estensione della rete salirà ulteriormente con l’apertura dell’intero sistema Alta Velocità/Alta Capacità Torino – Salerno: la nuova “metropolitana d’Italia” che fa correre i passeggeri a 300 chilometri orari libererà spazi sulle linee storiche e porrà le condizioni per rendere più efficienti anche i servizi locali.
Il solo peso dei numeri mette in luce la complessità di un grande sistema e, di conseguenza, dei sistemi informativi che ne permettono il controllo e la crescita.
E quindi il ruolo fondamentale nella concezione e nella realizzazione delle strategie della società e del gruppo della figura che ne è a capo, vale a dire Alessandro Musumeci, da pochi mesi direttore centrale sistemi informativi di Ferrovie dello Stato SpA.
Nella sua posizione di direttore centrale, Musumeci fa parte del ristretto gruppo di top manager che riportano direttamente all’amministratore delegato della società. Chiediamo allora per prima cosa come questo rapporto diretto tra Cio e Ceo venga vissuto e gestito in Ferrovie dello Stato.
“Premesso che si tratta ovviamente di un rapporto fiduciario – esordisce Musumeci – questo viene esplicato attraverso una serie di incontri che in alcuni casi hanno carattere istituzionale e in molti altri sono invece informali, legati a questioni specifiche inerenti progetti ed evenienze in atto. In generale io vedo l’amministratore delegato, Mauro Moretti, almeno una volta alla settimana”. Al di là del rapporto diretto e informale basato sulla reciproca conoscenza e fiducia, Musumeci ritiene comunque che un sistema istituzionalizzato di incontri tra Cio e Ceo sia assolutamente necessario: “È fondamentale che ci sia una condivisione delle strategie che poi vengono attuate nelle tecnologie e che ciò avvenga tramite un rapporto assolutamente bidirezionale. Da un lato il Cio deve saper far comprendere quali siano le specifiche opportunità di business aperte da nuove tecnologie; dall’altro lato il Ceo e chi si occupa del business devono sapere di poter contare sull’Ict per poter realizzare i propri obiettivi. Ciò configura due ruoli attraverso i quali la figura del Cio si può proporre al business: uno propositivo e uno, per così dire, di servizio secondo le sue esigenze”.
Una forte governance per una forte crescita
Data la complessità e la varietà di tematiche, anche inerenti a problemi per i quali possono essere richieste specifiche competenze, di cui si può venire a parlare in un rapporto come quello descritto, chiediamo se conviene che questi incontri siano ristretti ai top manager interessati, Cio e Ceo, o non estesi ad altre figure. “Generalmente -risponde Musumeci – io sono accompagnato da altre persone che hanno competenze, ad esempio, sulle reti, sulla governance, sulle piattaforme e così via. Ognuno di loro è necessario per avere un quadro completo di ciò che viene trattato”. Peraltro, aggiunge Musumeci, questo è quello che avviene anche dall’altra parte: “Normalmente c’è sempre un’interlocuzione sia con il financial officer sia con altre figure, come il direttore delle strategie, il direttore del personale e quant’altro, per arrivare ad una comprensione e condivisione completa dei problemi”. Questa collegialità viene attuata sia negli incontri di comitato, che in Ferrovie dello Stato sono previsti ogni quindici giorni, sia negli incontri face-to-face richiesti da ambo le parti per trattare problematiche specifiche. La stessa prassi, precisa Musumeci, vale anche per la funzione Ict. “All’interno della mia struttura ho incontri di comitato ai quali partecipano i responsabili It di Trenitalia, Rfi, Italferr, Ferservizi e tutte le aziende che compongono la galassia di Ferrovie dello Stato, e al tempo stesso convoco incontri con i diversi riporti e dirigenti su aspetti specifici, come l’integrazione di sistemi, la piattaforma Sap, l’office automation, il service desk e così via. In sostanza, viene replicata, a livello Ict, l’organizzazione attuata ad alto livello”.
A questo punto, chiediamo a Musumeci come giudichi il tipo di rapporto instauratosi tra il business e l’It in Ferrovie dello Stato rispetto all’esecuzione delle strategie della società. “Si tratta – risponde – di un rapporto assolutamente equilibrato volto ad avere una forte governance in un momento di forte crescita del Gruppo. Oggi siamo leader del trasporto in Italia, superiori sia al traffico aereo sia a quello su gomma. Questa posizione è stata raggiunta grazie anche a una leadership forte e ovviamente continueremo in questa direzione, con un top management che abbia un rapporto prioritario con le nostre tecnologie. Negli ultimi tempi c’è stata un’evoluzione dei progetti It, che ora sono tutti orientati verso il cliente. Ma ciò non è un punto d’arrivo, ma piuttosto di partenza, dal quale attendersi ulteriori sviluppi”. Sul piano esecutivo, Musumeci ribadisce la totale autonomia dell’It nella scelta delle piattaforme e dei sistemi, ovviamente nel rispetto sia delle esigenze di business recepite dai relativi responsabili e con questi discusse, sia dei limiti di budget. A proposito di questi ultimi, punto chiave d’ogni rapporto tra l’amministratore delegato e le diverse funzioni aziendali, il Cio di Ferrovie dello Stato dichiara di avere un margine di trattativa “piuttosto ampio” del quale può ritenersi “assolutamente soddisfatto”.
Fare squadra
Presentando Alessandro Musumeci abbiamo detto che copre l’attuale incarico da poco tempo, essendo (al momento dell’intervista) in Ferrovie dello Stato solo da tre mesi, forte di una precedente esperienza come Cio del Ministero dell’Istruzione e del Comune di Milano, ma senza una precedente conoscenza diretta con il top management della società. Viene quindi naturale chiedergli se e in quale misura abbia peso nella qualità dei rapporti tra Cio e Ceo la durata stessa del rapporto o il fatto che vi sia una conoscenza pregressa e consolidata, come è il caso dei Cio provenienti dalle file interne dell’impresa. “Certamente – è la risposta – l’esistenza di un rapporto di provata fiducia e di lunga data rappresenta la situazione ideale, ma ciò ovviamente non è sempre possibile. In ogni caso, credo che l’attitudine, accanto ai meccanismi istituzionali, verso una prassi d’incontri fra le persone di tipo informale e improntati ad un atteggiamento amichevole e ‘tranquillo’ sia un elemento importante del successo”.
Il gruppo FS
Tra le principali società del Gruppo FS si segnalano: Italferr, la società di ingegneria del gruppo, altamente qualificata anche sul mercato internazionale; FS Logistica, che si occupa di tutti i servizi (deposito, handling, gestione ordini, ecc.) funzionali al trasporto su rotaia; FS Sistemi Urbani, per tutte le attività del gruppo che non riguardano l’esercizio ferroviario, come la compravendita e la gestione di aree e di edifici. Possedute al 100% sono anche Ferservizi e Fercredit, due società che, rispettivamente, curano i servizi ‘non core’ per le aziende del gruppo e forniscono prodotti di factoring, leasing e credito al consumo; mentre con maggioranza del 59,99% sono controllate le due società, Grandi Stazioni e Centostazioni, create per valorizzare e gestire le 13 stazioni principali e le 103 secondarie distribuite in tutta Italia. Controllata al 55% da Ferrovie dello Stato è infine la Sogin, società che a sua volta ha il 100% di Sita, la maggiore realtà italiana nei collegamenti extraurbani tramite autobus in concessione regionale.