Proposte concrete per riacquistare competitivita

Un centro di ricerca e sviluppo e knowledge transfer sui contenuti digitali in ambito turistico-culturale. un piano per favorire il trasferimento dalla scuola al mondo del lavoro.
Un osservatorio del sistema dell’innovazione. sono alcune delle proposte concrete del progetto promosso da Idc, Italia Lavoro e Innovazione Italia sui temi strategici per dare nuova competitività al Sistema Paese

Pubblicato il 02 Mar 2006

Sui temi dell’ innovazione tecnologica, dello sviluppo dell’occupazione e sulla nuova competitività del Sistema Paese, Idc, in collaborazione con Italia Lavoro e Innovazione Italia, ha promosso un progetto, già lanciato con un convegno lo scorso giugno, i cui primi risultati saranno presentati nel corso di due giornate di confronto il 28 e 29 marzo a Roma. Nel corso di questo primo “Innovation Forum”, che vedrà il coinvolgimento delle istituzioni, delle università e delle aziende leader del settore Ict italiane e internazionali, non solo verranno resi pubblici i risultati di analisi e progetti realizzati nel corso degli ultimi mesi, ma soprattutto si cercherà di passare dalla diagnosi dei mali che affliggono il Paese ad alcune proposte concrete e all’individuazione di linee guida. “In Italia ci sono molti incontri fra studiosi, ma sono rari quelli che coinvolgono tutti i protagonisti. Il Forum sarà invece un momento di incontro fra gli attori del sistema dell’innovazione: enti pubblici, università e imprese. Al nostro appello hanno infatti dato una buona risposta soprattutto i distretti tecnologici, i parchi scientifici e le amministrazioni regionali”, sottolinea

Gabriella Cattaneo, Idc Emea Director, Expertise Center Competitiveness & Innovation Policies & Strategies, nell’anticipare a ZeroUno alcuni dei principali temi che verranno affrontati.

Centro di eccellenza sui contenuti digitali
Analizzando le aree sulle quali l’innovazione digitale potrebbe avere un particolare impatto, Idc ha identificato il settore dei servizi, in particolare la filiera turismo-beni culturali e contenuti digitali. “In questo ambito l’Italia può avere un ruolo europeo e mondiale grazie al vantaggio di un territorio notoriamente ricco sul piano del patrimonio artistico e culturale”, spiega Cattaneo. Nel corso del Forum verrà presentata la proposta di creazione di un centro di ricerca e sviluppo e knowledge transfer denominato “Centro pre-competitivo per la ricerca, sviluppo e il Knowledge transfer dei contenuti digitali per il turismo e i beni culturali”, che avrà come obiettivo il superamento delle barriere che impediscono all’innovazione digitale di decollare nell’ambito turistico-culturale. Il fatto che solo il 5% delle strutture alberghiere sia online su Internet, è ad esempio una delle cause che ha contribuito al crollo del turismo in Italia nel 2005. “Non basta però mettere online le disponibilità delle camere alberghiere o le immagini delle opere d’arte, ma si devono trovare nuove modalità di presenza sulla rete per sfruttare le opportunità che possono venire dalle nuove forme di turismo che combinano l’esperienza diretta sul territorio con quella digitale-virtuale possibile grazie ai contenuti e alle informazioni disponibili su internet”, spiega Cattaneo.
Il Centro vuole dunque proporsi come luogo dove combinare conoscenza tecnologica e conoscenza del mercato, oltre che capacità di marketing nel campo del turismo e dei beni culturali combinati fra loro, andando anche a proporre nuovi modelli di business.
Per rilanciare il settore è infatti indispensabile, secondo Cattaneo, abbattere le barriere tuttora presenti fra turismo e beni culturali, far nascere una nuova area di cultura digitale, andando a superare i contrasti politici fra la filiera delle regioni, che ha competenze in quest’ambito, e quella nazionale, che deve svolgere un indispensabile coordinamento. Un ruolo che può essere svolto da un “polo terzo”, percepito come luogo di competenze tecniche e materiali, in grado di proporre soluzioni e fare da consulente al sistema delle autonomie locali. Il progetto è stato inserito dal Ministro delle Politiche Comunitarie nel Piano per l’Innovazione, la Crescita e l’Occupazione (Pico), incluso nella Finanziaria 2005 dal Fondo per il rilancio della Strategia di Lisbona (la strategia per il rilancio della crescita nella UE) che il governo ha definito prioritario. “L’approvazione del piano ha legittimato l’iniziativa e la sua rilevanza; stiamo già lavorando con una task force delle aziende Ict che fanno parte del Forum e alcuni enti pubblici per realizzare, grazie agli investimenti delle imprese sponsor, il progetto, anche a prescindere dai fondi per Lisbona, ancora non disponibili”, sottolinea Cattaneo. Uno dei risultati del Forum dovrebbe dunque consistere nel lancio di un polo capace di risolvere alcuni problemi del settore turismo-beni culturali e farlo ripartire fornendo all’intera filiera intelligenza per sviluppare soluzioni e idee.

Un piano per il Technology Transfer Ict
Un altro ambito di lavoro è quello del technology transfer, che attiene al miglioramento del rapporto fra università e imprese, in particolare nell’ambito Ict. Nel corso del convegno di fine marzo verrà presentato un piano, varato da Italia Lavoro, che rientra nelle nuove modalità “scuola lavoro” per favorire il trasferimento dalla prima al secondo, anche attraverso l’abbattimento del costo di assunzione grazie al contributo pubblico. Il technology transfer presuppone, come già avviene nel resto del mondo e come già il Ministero per la Ricerca ha iniziato a fare, la presenza nelle università di uffici dedicati, dotati di persone che operino come mediatori fra la ricerca e le imprese. Nel piano di Italia Lavoro si propongono, tra le altre iniziative, borse di studio per neolaureati attivi nel technology transfer e che alternino attività fra impresa e università.

Un osservatorio sul settore Ict
Un’ulteriore iniziativa è l’Osservatorio del Sistema dell’Innovazione, realizzato attraverso l’analisi comparata delle performance delle aree dell’innovazione a partire dalle regioni meridionali che hanno programmi di società dell’informazione strutturate. “Al Forum vorremmo portare la proposta di rendere costante questo Osservatorio – dice Cattaneo- Il problema principale dell’innovazione in Italia è la discontinuità, come dimostrano anche i risultati del recente Innovation scoreboard 2005, dove si sottolienea che nel nostro paese ci sono iniziative interessanti, ma manca continuità nel finanziamento alle imprese”. L’Italia è uno dei paesi dove il sistema delle imprese investe meno nell’ambito della ricerca e sviluppo. La modesta dimensione delle imprese può certo essere una giustificazione; tuttavia i nuovi modelli di competizione internazionali impongono di modificare questa situazione, soprattutto andando a finalizzare gli investimenti, grazie alla definizione di priorità e aree di eccellenza.
Il contributo di Idc va nella direzione di identificare alcuni indicatori nell’ambito dell’industria Ict, in particolare nel software, considerato un segmento critico da supportare, per fornire alla politica gli strumenti oggettivi per definire le priorità, analizzare i risultati e quindi identificare le aree di eccellenza su cui puntare.
L’Osservatorio analizzerà le principali politiche sul territorio, i dati relativi ai finanziamenti alle imprese e i risultati prodotti, sfruttando anche l’anagrafe dei progetti finanziati in fase di completamento da parte del Miur.
Il primo passo è stato la realizzazione di una survey, in fase di completamento, che sarà presentata nel corso della due giorni, sulle imprese Ict nel Mezzogiorno. Questa è basata su un campione di circa 200 Pmi, rappresentativo dell’universo delle imprese (circa 800 considerando solo le imprese attive di capitale e di persone con più di sei addetti) ed è focalizzata sulle attività di innovazione e sulle strategie di sviluppo La survey evidenzia che il settore Ict è cresciuto nel Sud più che nel resto d’Italia (11% rispetto alla media Italiana del 4%) e, soprattutto in alcune provincie, come Napoli, Cagliari, Bari, Catania, ci sono cluster di aziende Ict piuttosto interessanti. Inoltre emerge che il 40% delle Pmi del software investe in ricerca e sviluppo; oltre il 50% ha introdotto, nell’ultimo anno, innovazioni di management o di organizzazione; il 25% innovazioni di processo e oltre il 40% nuovi prodotti o nuovi servizi (figura 1). “L’andamento rilevato è allineato con quello europeo – osserva Cattaneo – E dunque quanto meno non possiamo affermare che il sistema delle imprese sia di per sè arretrato. Anche se non si può negare che la sua efficacia e dimensione siano meno forti delle concorrenti internazionali”.
Ma le principali criticità sono da un lato a livello di sistema, in quanto manca un investimento strategico sull’innovazione, che certo non si improvvisa, e dall’altro la capacità delle singole imprese di avere una prospettiva di lungo periodo che le penalizza anche nella capacità di accedere ai finanziamenti europei. E proprio su questi aspetti si discuterà nel corso del Forum, con l’obiettivo generale di identificare strumenti concreti per promuovere il trasferimento dell’innovazione tecnologica Ict, attrarre investimenti tecnologici in alcune aree del paese, valorizzare le risorse professionali presenti nel Mezzogiorno.

Imprese innovative, percentuale sul campione

Fonte: Idc, febbraio 2006.

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