Ptc e IIT, insieme per la robotica umanoide

Con Creo e Windchill I’Istituto Italiano di Tecnologia ha creato e continua a sviluppare una generazione di innovativi robot androidi che si muovono e si rapportano con l’ambiente sul modello dei comportamenti umani.

Pubblicato il 04 Nov 2016

GENOVA – Un complesso di edifici che sorge sulle colline che incombono sulla capitale ligure ospita una realtà straordinaria non solo per l’Italia ma per l’Europa: l’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia. Si tratta di una Fondazione, nata nel 2003 per volere degli allora ministri Tremonti e Moratti, che è finanziata dallo Stato, e quindi ‘vigilata’ dai Ministeri competenti e controllata della Corte dei Conti, ma è gestita in modo autonomo, il cui fine è la promozione della ricerca di base e applicata per lo sviluppo dell’economia. L’indipendenza operativa fa dell’IIT un ente fuori dell’ordinario per il nostro Paese, tanto che la sua nascita non avvenne senza polemiche, sia da parte dei politici come degli accademici e industriali. Ma il fatto di poter agire come un ente privato lo rende più efficiente nella gestione della spesa pubblica e più efficace nei risultati rispetto a realtà di pari eccellenza ma vincolate alle Università di cui sono espressione.

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L'ISTITUTO – Istituto Italiano di Tecnologia, Genova protagonista della scienza e ricerca italiana

I programmi di ricerca sui quali lavora l’IIT sono undici. Si va dalle fonti portatili d’energia alternativa alle nanobiologie; dalla chimica dei nuovi materiali allo studio dei sistemi di neurotrasmissione cerebrale. Due di questi programmi, Robotica Generale e Riabilitazione Robotica sono stati al centro di TECNO-LOGICA, un recente evento organizzato da Parametric Design Suisse, Ptc e IIT che si è tenuto presso la sede dell’Istituto. Lo scopo era di esporre il rapporto di partnership che Ptc, attraverso Parametric Design, ha da anni instaurato con l’IIT nello sviluppo dei robot umanoidi e delle protesi robotiche. Un progetto quest’ultimo, finanziato dall’Inail in quanto teso a dare agli infortunati una sia pur limitata autosufficienza, tale da ridurre il costo sociale degli incidenti sul lavoro.

Creo e Windchill gli strumenti di iCub

Fabrizio Ferro, Technical Sales & Business Development Director di Ptc Italia durante la dimostrazione del robot iCub

Protagonisti della giornata sono stati quindi i robot, e iCub in primo luogo. iCub è un piccolo robot, alto poco più di un metro (Cub vuol dire “cucciolo”), che ha forma e movimenti umani. Sviluppato dall’IIT nell’ambito di un programma europeo open-source (il software è libero e gratuito così come i disegni di tutti i componenti hardware) oggi è giunto alla sua terza versione. In pratica si tratta di un laboratorio per sperimentare un approccio alla robotica di tipo biologico. Nel senso che iCub si relaziona all’ambiente e all’uomo secondo algoritmi ispirati agli esseri viventi. In primo luogo, cosa rivoluzionaria per un robot, ha coscienza di come è fatto e di cosa può fare; poi vede e valuta le distanze non con laser ma con occhi; apprende il significato di istruzioni date a voce in linguaggio naturale e vi risponde parlando e, nella più recente versione iCub 3.0, sente e valuta le pressione delle proprie dita.

Molto più complesso dei robot industriali (53 gradi di libertà di movimento di cui 18 solo per le mani) iCub è stato progettato con Creo 3, integrato da Windchill PDMLink 11 per gli aspetti di Plm e gestione dei dati.

Stefano Rinaldi, General Manager di Ptc Italia

Sulle soluzioni Ptc è intervenuto Stefano Rinaldi, General Manager di Ptc Italia: “E’ in atto un’evidente trasformazione nell’industria, con la convergenza tra mondo fisico e digitale e il conseguente sviluppo, abilitato dall’IoT, di prodotti più complessi ma anche più semplici da usare, in grado di rapportarsi e interagire con i consumatori”. Più in dettaglio, Alberto Parmiggiani, tecnologo del dipartimento iCub dell’ IIT, ha esposto i quattro punti di forza che hanno fatto più apprezzare il software Ptc. Che sono: il modello di progettazione top-down, che parte cioè dalla visione generale del sistema e delle sue finalità per definirne i componenti; la conseguente capacità di gestire grandi assiemi; l’efficace simulazione dei cinematismi e infine la modellazione delle superfici che ‘vestono’ il robot. Infine Fabrizio Ferro, Technical Sales & Business Development Director di Ptc Italia, ha svolto una dimostrazione pratica interagendo con il robot e simulandone un malfunzionamento al fine di dimostrare come una serie di strumenti di analisi predittiva consentano di monitorarne il comportamento in tempo reale e prevenire eventuali problemi.


Parametric Design, a Milano la tecnologia software a valore aggiunto

L’azienda è il rivenditore a valore aggiunto dei prodotti Ptc che, alla sede di Milano, ha affiancato Parametric Design Suisse, attiva sui programmi di robotica

Nata nel 2001, Parametric Design fornisce tecnologia e assistenza nell’impiego di strumenti di modellazione parametrica per il design industriale. Avendo scelto per quest’attività la suite dei prodotti Ptc, nel 2008 è stata il primo Var italiano ad accedere al massimo livello (platinum) del programma Ptc Channel Advantage. Oggi, serve circa 430 clienti cui offre consulenza, formazione e manutenzione sull’uso dei vari software Ptc (Creo, Mathcad, Windchill, Arbortext, Integrity e Mentor Graphics) tramite uno staff di 20 persone, delle quali 13 ingegneri ed esperti di processo e metodi. Nel 2008 è stata creata a Chiasso (CH) Parametric Design Suisse, la realtà che collabora con l’IIT nei programmi di robotica.

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