Ptc, per un manufacturing in trasformazione

Un’indagine Oxford Economics conferma la rivoluzione in atto nel comparto produttivo, che adegua attività e processi ai nuovi dettami del mercato e delle tecnologie. La strategia di Ptc risponde al cambiamento e punta all’offerta di soluzioni che uniscono tecnologia ed expertise. Bilanci 2013 e previsioni 2014

Pubblicato il 14 Feb 2014

MILANO – Il settore manifatturiero è in piena trasformazione: i produttori di tutto il mondo stanno rivedendo attività e processi di business in modo sostanziale per tenere il passo con l’evoluzione del mercato e le nuove tecnologie. Le aspettative di cambiamento da parte degli addetti al settore sono molto alte: secondo un’indagine di Oxford Economics, condotta nel primo trimestre 2013 per conto di Ptc, il 68% dei 300 dirigenti intervistati prevede per il prossimo triennio una fase di profondo rinnovamento in azienda. “Se i clienti chiedono prodotti più sofisticati in tempi minori – commenta Stefano Rinaldi, Svp e General Manager di Ptc -, i manufacturer devono essere in grado di sviluppare idee innovative e portarle rapidamente

Stefano Rinaldi, Svp General Manader di Ptc

sul mercato. Il fattore chiave di competitività si sposta dalle operations alla pianificazione strategica, con il team di progettazione che gioca un ruolo primario nel coordinamento delle attività. Lo sostiene il 98% delle aziende interpellate: bisogna andare a monte del processo produttivo, è il prodotto che va riconcepito”. L’efficienza esecutiva, insomma, è una condizione necessaria, ma non sufficiente per cavalcare il mercato: “Cambiano le priorità: si deve investire sull’innovazione sia di prodotto sia di processo”.

A guidare la trasformazione del settore, nella vision di Ptc, concorrono, sostiene Rinaldi, sette forze di matrice macroeconomica e tecnologica: oltre a quella che il manager definisce servitization (la serie di servizi costruiti intorno al prodotto), ci sono digitalizzazione, globalizzazione, regulation (le normative e gli standard che regolano il comparto sui fronti ambiente, sicurezza e salute), personalizzazione dei prodotti in base ai gusti regionali e individuali, intelligenza software a bordo degli oggetti, connettività degli oggetti alla rete (l’Internet delle cose).

“La strategia di Ptc – dichiara Rinaldi – è già allineata con le nuove esigenze del settore manifatturiero e da qui deriva il nostro vantaggio competitivo. Il 2013 è stato un anno positivo, anche se i ricavi non Gaap sono cresciuti meno delle previsioni [+3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 1,297 miliardi di dollari, ndr], ma l’utile non Gaap e l’utile per azione hanno superato la fascia alta del nostro range di riferimento. Europa e America hanno generato rispettivamente il 37 e il 41% del fatturato, mentre l’area Asia Pacifico si attesta al 22%, con una crescita solida trainata soprattutto dal Giappone”.

Le previsioni per il 2014 indicano ricavi per 1,325 / 1,340 miliardi di dollari, di cui 350-365 milioni derivanti dalle licenze, 300 dai servizi e 675 dall’assistenza.

Fabrizio Ferro, Director, Business & Technical Sales di Ptc

“Ptc è stata fondata negli anni Ottanta – interviene Fabrizio Ferro, Director, Business Development & Technical Sales della società – con un’offerta core incentrata sul Cad. Oggi la nostra strategia punta non più in direzione del prodotto, ma delle soluzioni, ovvero un mix di tecnologie, expertise di processo e settore, best practice messe a punto nel corso degli anni”.

Il sistema di offerta Ptc si divide in due macrofamiglie: le soluzioni a supporto dello sviluppo e del ciclo di vita del prodotto; quelle a supporto dei servizi di assistenza, vendita, manutenzione. “In Italia [un mercato da 1.700 clienti per un totale di 59.000 utenti e oltre 31.000 postazioni Windchill, leader per numero di installazioni nel segmento Plm secondo le dichiarazioni del vendor, ndr], intendiamo spingere soprattutto sulle soluzioni dedicate alla progettazione 3d, alla visualizzazione e validazione dei prodotti prima della messa in produzione, allo sviluppo collaborativo tra team e partner geograficamente distanti che possono condividere dati e conoscenze, alla gestione delle parti di ricambio e delle informazioni relative a supporto dei servizi di assistenza”, conclude Ferro.

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