Quando il trasferimento dati dall’edge passa dai megabyte ai gigabyte al secondo, abilitato dal 5G, manufacturing, logistica e retail sono i primi a beneficiarne. A seguire anche il settore smart road, a braccetto con quello smart car. Non è una proiezione teorica, o una sensazione, è l’osservazione di una realtà che sta evolvendo sotto i nostri occhi, compiuta da Isabella Scisciò, Network & Edge Practice Leader di Kyndryl. Sentendola raccontare, non è difficile immaginare gli scenari che una connettività “nuova” può aiutare a disegnare.
Logistica, manufacturing e retail, pionieri dell’edge intelligente
Ciò che accade, per esempio, è che in un’azienda petrolchimica di svariati chilometri quadrati si possono trasmettere ai manutentori determinate applicazioni, ottenendo rilevazioni in real time. In porti e aeroporti si riescono a eliminare molti processi manuali (e gli errori) sia nella movimentazione merci, sia nelle attività fatte su aeromobili o con i piloti. Nel retail si digitalizza e velocizza tutto ciò che è “gestione”: delle casse, degli store distribuiti, dei device di pagamenti cashless e delle telecamere. Nella logistica diventa capillare e sicuro il controllo della movimentazione merci.
“In questi settori, l’edge infrastrutturale dovrebbe quasi triplicare quest’anno, per poi duplicare i successivi” spiega Scisciò. “Abbiamo registrato molto interesse anche in aziende che gestiscono strade o infrastrutture. In Italia stiamo realizzando progetti pilota anche in ambito Energy & Utilities. C’è anche da far notare come gli ESG siano diventati un formidabile traino trasversale per il 5G e le tecnologie edge. Dalla sensoristica che abilita la rilevazione dei consumi di energia, acqua e luce al monitoraggio dei componenti IT, fino alla reportistica: ogni settore ha necessità di misurare, ottimizzare, comunicare le proprie performance nel migliore dei modi”. Una buona notizia, che però non compensa quella del ritardo con cui queste tecnologie si stanno adottando.
Le 3 cause dei ritardi di un 5G necessario
“La reale adozione del 5G in ambito industriale è in una fase embrionale, non solo per la sua implementazione e lo sviluppo di nuove soluzioni. Il rallentamento riguarda soprattutto gli operatori telefonici che sono tenutari delle licenze. Sono loro i principali attori in questo scenario. In Italia, questa criticità si avverte fortemente e il mercato stenta a decollare, malgrado le previsioni di espansione” racconta Scisciò.
Le principali ragioni del blocco sarebbero tre. C’è sicuramente un problema di adeguamento delle applicazioni, nel momento in cui si devono gestire device per il 5G. Un processo necessario, ma che per molti non rappresenta una priorità. Analogamente, con l’adozione di questa nuova generazione wireless, si accumula un “to do” anche sulla tecnologia. Va rivista, insieme ai processi: non basta che un’organizzazione inglobi in sé una “bolla 5G”, per goderne i benefici. A detta di Scisciò, però, l’ostacolo più grande sembra essere la mancanza di convergenza tra OT e IT.
“C‘è un forte tema di integrazione end to end, nella misura in cui vanno integrate delle componenti OT verso IT. Nelle aziende questi due mondi si parlano ancora poco: l’OT compie autonomamente le sue scelte, anche in ambito tecnologico. In ottica edge, ciò porta poi a dover affrontare temi IT, soprattutto per l’integrazione con la migrazione al cloud e per tutto ciò che riguarda la security”
Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non esistono pregiudizi nei confronti del 5G, e nemmeno diffidenza. Forte è invece, sempre secondo Scisciò, il timore della complessità.
“È inevitabile trovarsi a gestirla e non tutti hanno la possibilità o la voglia di mettersi in gioco, nonostante ciò porti poi effettivi vantaggi. L’implementazione di nuove funzioni abilitanti l’edge computing spaventa e, spesso, sottolinea quella mancata convergenza tra OT e IT. È un processo da compiere, guardando al futuro, mettendo mano anche alla governance. Di fronte a questa prospettiva, molte realtà si sentono impreparate e frenano”.
La soluzione sono tante soluzioni innovative e verticali
In questa fessura, tra IT e OT, si inserisce la mission di Nokia e Kyndryl. Due aziende che si considerano totalmente complementari, con singole mission altrettanto complementari, ma che convergono “in nome del 5G”. Le due aziende, infatti, per i prossimi tre anni uniranno le forze per supportare lo sviluppo e alla fornitura di servizi wireless privati LTE e 5G e di soluzioni Industry 4.0. La loro partnership vuole contribuire alla digital transformation facilitando l’implementazione di queste tecnologie.
“Soprattutto nel manufacturing, sono fondamentali per integrare tutte le operazioni aziendali in modo continuo, privo di rischi, efficiente e sicuro. Noi miriamo a facilitare questo passaggio, sviluppando e offrendo soluzioni specifiche e molto verticali. Uniamo le nostre competenze per supportare al meglio i diversi settori nell’adozione di nuove tecnologie e di paradigmi innovativi che possono spaventare, ma sono la chiave per la competitività. Già ora” spiega Scisciò.
La convergenza tra OT e IT resta sempre la principale sfida di questa partnership. Kyndryl e Nokia contano di vincerla offrendo soluzioni altamente performanti e anche di semplice implementazione. Una volta adottate, prevedono su inneschi un cambio di processi e di rapporti che coinvolgerà anche in ugual misura entrambi i team. “IT e OT si dovranno necessariamente integrare: innovazione, mondo legacy e IT tradizionale si troveranno a confluire e a parlarsi. Sarà un processo naturale e con molti vantaggi, a partire da quelli offerti dal cloud, sicurezza compresa” aggiunge Scisciò.
Nel laboratorio a tre, avviato anche con Palo Alto Networks, la sicurezza infatti verrà messa addirittura al centro. Come è di fatto già al centro dei pensieri di molti, a maggior ragione con un’implementazione impattante come quella di endpoint e device edge, abilitati dal 5G. Sarà avviato a Raleigh, nel North Carolina, con l’obiettivo di “portare la connettività wireless affidabile, sicura e verificabile nelle reti industriali” spiega Scisciò.
Di fatto, ruoterà attorno al modello di zero trust a più fattori, sia dal lato IT che da quello OT. “L’obiettivo è quello di sperimentare e adottare la tecnologia di firewall virtualization sulla tecnologia già offerta da Nokia. Kyndryl gioca il ruolo di integratore e abilitatore, ma soprattutto crea le competenze necessarie per trarre il massimo da tecnologie d’avanguardia in ambito wireless 5G” conclude la manager.