Resilienza aziendale, per un’organizzazione, significa saper affrontare il cambiamento in termini strategici, operativi e strutturali, resistendo a qualsiasi sollecitazione. Non a caso, la resilienza aziendale, in ordine d’arrivo, è diventata l’ultimo mantra di una buona governance, triangolando resistenza, flessibilità e adattabilità diventando espressione di forza e di capacità.
A fronte delle turbolenze degli ultimi anni, che hanno avuto un forte impatto a livello economico, politico, ambientale e sociale, non c’è azienda che non abbia fatto un bilancio sui propri limiti e i propri punti di forza. Così, se da tempo il concetto di resilienza aziendale è oggetto di discussione e studio, il suo significato e la sua portata sono diventati evidenti a partire da eventi significativi come la crisi finanziaria globale del 2008, catastrofi naturali come tsunami e uragani o, più recentemente, dalla pandemia di COVID-19.
Resilienza aziendale: cosa significa e perché è così importante
La resilienza aziendale è la capacità di un’organizzazione di adattarsi, resistere e riprendersi da situazioni di crisi, cambiamenti imprevisti o avversità. Un’azienda è resiliente se sa affrontare e superare sfide come cambiamenti nel mercato, instabilità economica, emergenze, disastri naturali, cambiamenti normativi o tecnologici, e qualsiasi altra situazione che potrebbe mettere a rischio la sua business continuity. In estrema sintesi, la resilienza aziendale:
- implica la capacità di prevedere, pianificare e prendere misure preventive per mitigare i potenziali impatti negativi
- impone la capacità di adattarsi rapidamente alle nuove circostanze
- richiede di implementare soluzioni alternative per mantenere la continuità delle operazioni in modo efficace
Una resilienza aziendale efficace aiuta un’organizzazione a:
- superare gli ostacoli
- mantenere la fiducia dei clienti
- proteggere i suoi dipendenti
- garantire la sua sostenibilità anche nel medio e nel lungo termine
La resiliency sotto la lente degli analisti
La resilienza aziendale è multidimensionale: non riguarda solo la gestione delle crisi, ma anche la capacità di identificare opportunità di crescita e innovazione in situazioni di cambiamento. Le organizzazioni che sono in grado di sviluppare una cultura di resilienza possono adattarsi meglio alle mutevoli condizioni del mercato, anticipare le sfide future e mantenere un vantaggio competitivo.
Nel rapporto “Resilency Rules 2023” gli analisti di Sas, leader negli analytics, hanno condotto una ricerca finalizzata a capire come le aziende stiano gestendo la resilienza e quali siano le sfide principali in un contesto economico estremamente incerto. Il sondaggio ha coinvolto 2.414 dirigenti senior di varie nazioni del mondo (Germania, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Olanda, Inghilterra, Giappone, Usa e India), operativi in settori diversificati: servizi finanziari, vendita al dettaglio/beni di consumo, manifatturiero, sanità/scienze della vita e PA. L’indagine è stata completata dal 16 dicembre 2022 al 4 gennaio 2023. I dati confermano come solo un terzo dei manager (36%) considera forte l’economia del proprio Paese.
A fronte delle sfide che complicano ma non impediscono l’ottimismo riguardo al futuro, quasi 9 manager su 10 (88%) concordano che a contribuire a ridurre gli effetti immediati delle crisi che investono l’organizzazione sono proprio le caratteristiche di resilienza. La quasi totalità dei dirigenti, infatti, ritiene la resilienza aziendale molto o abbastanza importante (97%) mentre l’87% afferma che li aiuta a gestire eventi imprevisti. Il problema è che meno della metà dei dirigenti (47%) considera resiliente la propria organizzazione, con un 46% dei dirigenti che ammette di non essere completamente attrezzato per affrontare le interruzioni e affrontare le sfide principali.
Quali sono le best practice della resilienza aziendale
La buona notizia è che, con la giusta guida, quasi 9 manager su 10 (88%) concordano nell’affermare di essere fiduciosi di riuscire a colmare il divario di resilienza aziendale in futuro. Analizzando i top performer, i ricercatori hanno identificato le best practices che le organizzazioni devono perseguire per centrare tutti gli obiettivi di resilienza fondate su 5 principi cardine:
- velocità e agilità
- innovazione
- equità e responsabilità
- cultura e alfabetizzazione dei dati
- curiosità
#1 Velocità e Agilità sono il risultato di processi data-driven
I tempi di reazione di un’organizzazione dipendono fortemente dalla qualità e dalla quantità di informazioni disponibili a supporto dei sistemi decisionali. Per migliorare la propria velocità e agilità, quasi 7 aziende su 10 (68%) utilizza dati e analitiche potenziate da strumenti di Intelligenza Artificiale.
I ricercatori, nell’ordine delle priorità legate alle tecnologie che favoriscono la resilienza aziendale, sottolineano l’importanza della cybersecurity (52%) e del cloud computing (49%).
Seguono a ruota Data Visualization (41%), Data Ops (31%), Realtà Aumentata (31%) e Natural Language Processing (29%).
#2 Innovazione tecnologica e trasformativa
L’innovazione è la capacità delle organizzazioni di creare modelli di business, flussi di lavoro, soluzioni, prodotti o servizi innovativi attraverso la tecnologia. A questo proposito, dalla ricerca emerge come i manager di organizzazioni ad alta resilienza si stiano concentrando sull’innovazione in tutte le aree aziendali. Dati e analytics sono necessari affinché le innovazioni siano fondate sulle esigenze reali dell’organizzazione e dei clienti/consumatori. Secondo le dichiarazioni raccolte dai ricercatori, i dati aiutano le organizzazioni in vario modo a:
- favorire i programmi di apprendimento e sviluppo (62%)
- individuare gap di competenze (57%)
- supportare i processi decisionali (57%)
#3 Equità e responsabilità
Capire come equità e resilienza siano strettamente correlate è una trasformazione culturale significativa per qualsiasi azienda. Riconoscere la propria responsabilità nel garantire che le innovazioni tecnologiche siano inclusive e vantaggiose, lavorando per evitare di avere un impatto negativo sulle popolazioni vulnerabili e sul pianeta sono obiettivi virtuosi che presuppongono un forte impegno da parte di tutta l’organizzazione. A livello globale, oltre 8 dirigenti su 10 (85%) associa alla resilienza aziendale sia alle tematiche ESG che agli aspetti associati alla brand reputation. Il 73%, più in dettaglio si occupa di utilizzo responsabile e qualità dei dati su base settimanale.
#4 Cultura e alfabetizzazione dei dati
Un’altra tendenza emersa nelle organizzazioni ad alta resilienza è la loro attenzione a promuovere una cultura del dato basata sull’informazione, la formazione e l’azione. La maggior parte dei dirigenti dice di essere alla ricerca di nuovi modi per monetizzare i propri dati. Questo valore è particolarmente elevato nei settori dei servizi finanziari (80%) e manifatturiero (75%). Prima ancora di focalizzarsi sulla scelta degli strumenti tecnologici, infatti, i top performer della resilienza aziendale si focalizzano su una gestione illuminata dai dati che aiuti le persone a risolvere i problemi, rispondere alle domande e prendere decisioni.
#5 Curiosità tra voglia di esplorare e coraggio di sperimentare
La curiosità è la spinta a cercare nuove informazioni ed esplorare nuove possibilità. La sfida è porre le domande giuste al momento giusto, che aiutano a trovare nuovi modi di lavorare, portare avanti l’innovazione che serve davvero, aiutando l’organizzazione ad adattarsi meglio alle mutevoli condizioni del mercato. La ricerca condotta da Sas evidenzia come quasi la metà (48%) dei dirigenti ritiene che sia molto importante promuovere la curiosità come parte della cultura aziendale, sottolineando come i manager delle società ad alta resilienza apprezzino la curiosità otto volte di più rispetto ai dirigenti a bassa resilienza. Il 68% delle aziende top performer ritengono che dati e analytics siano fondamentali per incoraggiare la curiosità sul posto di lavoro. Tra le tecnologie a supporto della curiosità, nell’ordine, le più gettonate sono:
- Analytics e IA – 77%
- Cloud Computing – 59%
- Internet of Things – 51%
- Realtà Aumentata – 41%