Nel mondo IT, la centralità della trasformazione digitale non è un semplice slogan. Piuttosto, nel settore sta diventando sempre più chiaro il reale impatto che il digitale è destinato ad avere in qualsiasi ambito: dalla produzione alla società. Proprio questo è il “filo rosso” emerso nel corso dell’evento “Salesforce chiama Italia”, tenutosi a Milano lo scorso 3 marzo.
Un incontro con la stampa nel corso del quale i dirigenti dell’azienda hanno illustrato risultati, prospettive e strategie per il prossimo futuro. In primo piano, il ruolo che l’innovazione ha assunto nel processo di cambiamento che sta interessando l’intera società, anche (e soprattutto) in Italia.
“Salesforce è un produttore di tecnologie di avanguardia e servizi di avanguardia” spiega Mauro Solimene, Country Leader Italia. “Nel quadro definito dall’elenco dei valori dell’azienda, però, consideriamo il business come uno strumento di cambiamento che deve guardare non solo all’innovazione e all’obiettivo di garantire il successo dei clienti, ma ispirarsi a quei principi di fiducia, eguaglianza e sostenibilità che fanno parte del DNA di Salesforce”.
La crescita del digitale traina il mercato… e non solo
Partendo dai numeri, il quadro delineato da Mauro Solimene parla di un settore che sta attraversando una prepotente crescita in cui l’azienda statunitense ha segnato risultati sia in termini di fatturato (+25% su base annua), sia in termini di presenza sul mercato CRM (23,9%). Nella visione delineata da Solimene, però, i risultati economici si inquadrano in un’ottica più ampia, che attraversa aspetti sociali e culturali. Fenomeni come quelli del lavoro ibrido, della crescita nell’utilizzo degli strumenti digitali a qualsiasi livello e dell’evoluzione verso una dimensione sempre più “connessa” richiedono la predisposizione di infrastrutture che siano in grado di soddisfare nuove esigenze.
Un concetto che viene ribadito da Daphne De Backer, responsabile Solution Engineering di Salesforce, nel delineare le strategie che ispirano l’ecosistema centrato su Customer 360. Obiettivo dichiarato: consentire l’espansione in un mondo digitale attraverso strumenti che permettano di avere una visione unica e condivisa di tutto l’ambiente, accedere a un’unica fonte di informazione dei dati e in cui tutto è necessariamente connesso, flessibile e scalabile.
La declinazione pratica prevede una struttura a “livelli”, in cui cloud pubblico (Hyperforce), intelligenza artificiale (Einstein) e strumenti di comunicazione (il neo acquisto Slack) convergono nella creazione di un ecosistema completo che consente ad aziende e organizzazioni di rispondere alle richieste di un pubblico sempre più orientato alla digitalizzazione.
“Con Slack abbiamo dato una dimensione social alle applicazioni CRM” spiega Mauro Solimene. “La piattaforma rappresenta, in pratica un ambiente in cui è possibile fare qualsiasi cosa, sfruttando a pieno le funzionalità offerte dagli altri servizi”.
L’impatto sul sistema paese
Se la rotta delineata da Salesforce conferma i trend che il settore IT registra come “temi caldi” nel mondo dell’innovazione, l’analisi sul contesto italiano si sofferma invece sulla necessità di agire come fattore di cambiamento a tutti i livelli. “L’Italia sta vivendo un momento di notevole crescita” sottolinea Mauro Solimene. “Nel nostro paese abbiamo registrato il miglior tasso di crescita in ambito SEMEA (Francia, Iberia, Italia, Medio Oriente e Africa – ndr) e una serie di indicatori che sono fonte di estrema soddisfazione”. Tra questi, specifica Solimene, quello riguardante un aumento del 30% delle certificazioni sul mercato italiano, sintomo di un rapporto con i partner estremamente efficace.
“Nella prospettiva di Saleforce, come delineata dai valori a cui si ispira l’azienda, il nostro contributo punta ad andare oltre all’attività commerciale” prosegue Solimene. Una dichiarazione, quella del Country Leader Italia, che non si limita a definire principi etici. “La strategia è quella di rimanere con i piedi per terra e cercare di operare a livello locale dove è possibile”.
La ricaduta pratica di questa impostazione, in Italia, è misurabile nelle oltre 7.000 ore di volontariato che vedono protagonisti i dipendenti del gruppo nel nostro paese e in 12 progetti Pro Bono portati a termine con ONG sul territorio. Un impegno, quello nel volontariato e nel supporto a organizzazioni non governative, che rappresenta da sempre una caratteristica dell’azienda e che si inserisce in una più ampia logica di partecipazione ai processi sociali a livello locale.
Creare talenti digitali in un’ottica di crescita
Il vero elemento portante, però, viene individuato nei progetti che puntano alla ricerca di abilità e competenze digitali utili per “spingere” l’innovazione. Il riferimento è a Digital Talent Factory Italia, che Solimene definisce come un “progetto di progetti” in cui Salesforce coordina e stimola la formazione in collaborazione con scuole, università e aziende, L’obiettivo è quello di riuscire a formare 36.000 persone entro il 2026.
“Il progetto mira ad avvicinare al mondo produttivo quei soggetti che, normalmente, non avrebbero avuto questa facilità a ottenere le competenze necessarie – puntualizza Solimene – e 36.000 non è un numero casuale”. Si tratta infatti della stima del numero di talenti digitali necessari per coprire la richiesta di nuove figure professionali (93.000 in tutto) previste in uno studio IDC che analizza l’impatto socio-economico di Salesforce in Italia per i prossimi anni. Impatto, che in termini economici viene stimato in un maggiore fatturato di 34 miliardi di dollari. Il bilancio del Digital Talent Factory Italia, allo stato attuale, si concretizza in numeri di tutto rispetto: 3.800 ore di training, 1.054 studenti e 570 ore di volontariato.