Prospettive

Sfidando l’eterogeneità dei dati è in arrivo l’Osservatorio Europeo della donazione del cibo

Quanti modi esistono per quantificare il cibo raccolto e distribuito da un banco alimentare? Moltissimi, ma se si desidera unire tutti i dati a riguardo a livello europeo per stimare, ottimizzare e promuovere il lavoro svolto da queste realtà è necessario trovare il modo e gli strumenti adatti per farli confluire in una piattaforma comune. Questa è la scommessa tecnologica da vincere per realizzare l’Osservatorio Europeo della donazione del cibo, un progetto di FEBA finanziato dalla UE che potrebbe diventare un pilota per il mondo no-profit in cui la volontà di condividere e valorizzare i dati spesso si scontra con problemi di granularità e interoperabilità.

Pubblicato il 05 Nov 2021

Dati & Banchi alimentari Europei

Valorizzare e ottimizzare attraverso i dati il lavoro di tanti soggetti che, uniti da una mission comune, hanno natura, storie, background, abitudini, culture e, anche e soprattutto, soluzioni tecnologiche totalmente differenti. Questa sfida dell’eterogeneità è alla base del progetto Quantifying the Impact of European Food Banks grazie a cui la FEBA (European Food Banks Federation) mira a creare l’Osservatorio Europeo della donazione del cibo per promuovere la propria mission, trovare nuove alleanze e diffondere best practices sensibilizzando gradualmente i propri aderenti a prendersi sempre meglio cura dei dati perché possono essere preziosi tanto quanto il cibo ogni giorno raccolto e poi donato.

Non solo cibo: anche dai dati dipende il futuro dei banchi alimentari

La consapevolezza del ruolo cruciale che i dati potevano giocare nel futuro dei banchi alimentari per FEBA è nata durante un percorso di trasformazione digitale dedicato ai propri membri e, se nel 2019 esistevano solo l’idea e la volontà di impegnarsi in una iniziativa concreta, a inizio 2020 è partito il vero e proprio progetto, tuttora in atto grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea e al supporto della Genaral Mills Foundation.

L’obiettivo principale è valutare l’impatto delle food bank dal punto di vista economico, ambientale, nutrizionale e sociale e utilizzare i dati a riguardo per ottimizzare l’operatività, pianificare nuove strategie, aumentare la propria visibilità e credibilità e abilitare nuove opportunità di collaborazione e raccolta di fondi, forti della concretezza dei propri risultati.

Nel percorso tracciato da FEBA per arrivare alla realizzazione e alla promozione dell’Osservatorio le criticità tecnologiche emergono già al primo step, quello che prevede l’individuazione di KPI comuni e la strutturazione di una piattaforma di raccolta dati aperta e comoda per tutti ma allo stesso tempo precisa e affidabile.

Approccio maieutico e partecipativo per gestire l’eterogeneità

L’apparentemente banale ricerca di indicatori comuni per raccontare la raccolta e la distribuzione di cibo effettuata dai banchi alimentari si è presto dimostrata un’impresa ricca di complessità. “Entrando nel merito di come i dati sono raccolti, prodotti e salvati ci siamo resi conto delle difficoltà presenti già nel convergere solo su semplici definizioni relative all’ambito alimentare e su quanto viene raccolto dai diversi soggetti – spiega Fabio Fraticelli, Chief Operating Officier di TechSoup, una delle realtà no profit incaricate da FEBA per la realizzazione del progetto – alcuni indicatori potevano essere interpretati e calcolati in modo diverso, specialmente quelli nutrizionali e ambientali erano difficili da trovare ma era fondamentale avere KPI condivisi per ottenere quella uniformità di misurazione necessaria per abilitare la piattaforma comune”.

Digitalizzare il terzo settore, una necessità secondo Bruno (Fondazione Banco Alimentare Onlus)

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Grazie a numerose working session a tema e ad un glossario realizzato da FEBA stessa con diverse parole e concetti e riferimenti a diverse fonti ufficiali, si è arrivati a 100 indicatori condivisi vincendo la resistenza al cambiamento e scegliendo un processo di standardizzare dei KPI che preservasse il più possibile la diversità tra i singoli paesi.

“Chiedere ai singoli banchi di stravolgere procedure e strumenti sarebbe stata una imposizione troppo pesante, sia dal punto di vista tecnologico che culturale, abbiamo quindi scelto di avanzare per gradi “ spiega Fraticelli che si è quindi trovato a dover sviluppare una piattaforma utilizzando un approccio bottom-up e agile in grado di integrare sistemi e strumenti di raccolta dati già in uso da parte dei membri e dovendo garantire allo stesso tempo un accesso differenziato e la disponibilità di dati aggregati a livello europeo. Non solo: la stessa piattaforma avrebbe dovuto costituire anche uno strumento per la condivisione di conoscenze, pratiche e informazioni sull’evoluzione delle attività dei banchi alimentari nel tempo con la possibilità di effettuare report individuali o aggregati.

“Una vera e propria sfida dell’eterogeneità” ha commentato Fraticelli raccontando di essersi trovato di fronte a tecnologie, sensibilità, metriche, obiettivi, metodi di rendicontazione interna e strutture organizzative totalmente diverse. Prevedibile quindi che i sistemi informativi spaziassero da SAP, ERP open source fino a soluzioni basate sull’ecosistema Google e software proprietari sviluppati ad hoc spesso non in ottica di condivisione con un soggetto esterno.

Preso atto della granularità dei dati dei banchi alimentari la prima versione della piattaforma si è basata quindi su un grande compromesso, l’accettare che non tutti i banchi coinvolti – 8 in questa fase – compilassero tutti gli indicatori, “un punto di partenza per avviare il progetto, puntando su una graduale sensibilizzazione e digitalizzazione dei membri per le versioni successive”.

Con questi presupposti, Fraticelli ha sviluppato una piattaforma online dove ogni banco può inserire manualmente i dati attraverso un modulo, memorizzarli nel database interno e allo stesso tempo modellarli grazie ad uno strumento di visualizzazione dei dati per incorporare anche grafici nella dashboard finale. Per praticità e familiarità con lo strumento, ha scelto di affidarsi a Wordpress con il plugin Graphina, “una soluzione adeguata che ci ha assicurato tempi veloci e non eccessivi: abbiamo creato la piattaforma in tre mesi”.

Verso un modello esportabile in tutto il mondo no profit

Con 26 banchi alimentari in più da far convergere sulla piattaforma e l’obiettivo di far aumentare la qualità e la consistenza dei dati raccolti, anche implementando processi di validazione formale, ora Fraticelli sta lavorando alla seconda versione della piattaforma, da settembre, mirando stavolta a far evolvere i sistemi e i processi informativi delle singole food bank perché popolino tutti gli indicatori. Aumento del volume di dati e interrogazioni più complesse, rendono Wordpress inadeguato e si punterà su un diverso framework open source, Laravel, associato a quello per la visualizzazione, Vue, per mettere nelle mani di FEBA e di tutti i suoi membri una piattaforma più performante con calcoli e controlli sulla consistenza dei dati che permetta loro di comunicarli in modo tempestivo con la certezza che siano sensati.

Sul piano dei KPI condivisi si lavora per ridurne il numero e affinarli “per preparare il terreno per la terza fase, quella della raccolta dati più massiva e in cui vogliamo fare in modo che la ricchezza delle informazioni delle food bank converga in un unico grande database automaticamente” confessa Fraticelli. “Servirebbe quindi far parlare i singoli database con quello centrale in tempo reale. È un’impresa tecnologica e anche organizzativa senza precedenti che renderebbe il nostro progetto un pilota prezioso nel settore no profit”. Il passo seguente, infatti, sarebbe quello di condividere il lavoro fatto – approccio, strumenti e strategia operativa – con tutti quei gruppi di soggetti che, uniti da una comune mission, presentano poi evidenti diversità da ogni punto di vista, una situazione che nel mondo del no profit non è rara. “Se c’è un soggetto come FEBA che fa da punto di riferimento, coordina e promuove la valorizzazione dei dati attraverso un database comune il gioco è fatto, però: la strada sarebbe già tracciata”.

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