Software AG: la digital enterprise avanza

Il modello concepito dalla società compie importanti passi sulla strada della sua applicazione pratica con il coordinamento delle soluzioni tecnologiche, frutto delle molte acquisizioni mirate fatte nel tempo, e la nascita di una divisione che le raccoglie e organizza in un’offerta coerente agli attuali bisogni delle imprese utenti.

Pubblicato il 23 Set 2014

MILANO – Fabio Todaro, che dal 2 aprile di quest’anno è alla guida della filiale italiana di Software AG con la carica di Vp Sales e Country Representative, ha recentemente incontrato la stampa per illustrare il percorso che la società sta compiendo verso la ‘Digital Enterprise’, un concetto e una strategia che Carl Heinz Streibich, Ceo e Chairman of the Board, ha esposto nell’ottobre 2013 (vedi Software AG, un “sistema nervoso” per la Digital Enterprise) e ha ripreso ed esteso in un libro, The Digital Enterprise, pubblicato lo scorso giugno.

Fabio Todaro, Vp Sales e Country Representative di Software AG

Nella visione di Software AG, l’impresa digitale è quella capace di elaborare informazioni e analisi utili a migliorare l’efficienza e l’efficacia delle proprie attività e di misurarne poi il feedback sul business alimentando un ciclo virtuoso di miglioramento continuo delle proprie capacità operative che le permette di passare rapidamente e con flessibilità da una scelta strategica alla sua messa in atto. Tutto ciò è reso possibile, come ovvio, da un impiego pervasivo dell’It, che si concretizza in un modello (vedi figura) che prevede lo sviluppo di uno strato intermedio, che Software AG chiama ‘digital agility layer’, tra l’informatica di base costituita dai ‘systems of records’ (in pratica le applicazioni transazionali e gestionali) e i modelli di business. L’agility layer contiene quelli che la Casa tedesca chiama “sistemi d’innovazione e differenziazione” (e Ibm e altri chiamano ‘systems of engagement’) e che, come ha detto Todaro: “Permettono ai silos applicativi di correlarsi fra loro e con gli utenti, siano essi dipendenti, partner o clienti dell’impresa, sfruttando le capacità d’innovazione sul piano delle informazioni come su quello delle operazioni che vengono dal ricorso alle forze che stanno cambiando l’It: mobilità, reti sociali, big data e servizi cloud”.

Con l’intervento di Francesco Maselli, Direttore Tecnico Italia, si è passati dalla strategia alle tecnologie abilitanti. Queste poggiano su quattro soluzioni principali, tutte frutto di un vasto programma di acquisizioni che Software AG porta avanti da anni: Aris, piattaforma di analisi dei processi di business per affinarne l’efficienza e correlarli al supporto tecnologico abilitando la tanto ricercata collaborazione tra business e It; Alfabet, software di portfolio management proveniente dall’acquisizione nel giugno 2013 dell’omonima società; webMethods, suite d’integrazione delle applicazioni e di automazione e integrazione di processi che è da tempo uno dei ‘pezzi forti’ dell’offerta della casa di Darmstad e infine la Intelligent Business Operations o Ibo. Quest’ultimo acronimo, uguale a quello della piattaforma di gestione degli eventi recentemente introdotta da Sap, in Software AG indica due cose: una è l’insieme delle soluzioni di Complex Event Processing, di gestione e analisi dei big data e di messaggistica real-time che ha raccolto prima con l’acquisizione di Terracotta (data management e messaging) e poi con quella di Apama (Cep) riunite in una piattaforma di elaborazione in-memory (come è anche Sap Ibo per Hana). L’altra è la nuova business unit creata a giugno per portare queste tecnologie alle imprese con un’offerta coordinata nel fornire una visione e un controllo totale sui cicli di business, compreso il monitoraggio delle prestazioni e l’identificazione dei rischi e delle opportunità.

Figura: Modello di Digital Enterprise. Fonte: Software AG

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