MILANO – Digitalizzazione, capitolo secondo: oggi l’informatica – anzi il software – serve a innovare i servizi ed elevare la competitività aziendale, non solo a massimizzare l’efficienza operativa.
La storia della digital transformation che racconta Eric Duffaut, Chief Customer Officer di Software AG (fatturato 2015 pari a 873,1 milioni di euro, +2% sul 2014), trova lo spartiacque nel nexus of forces, ovvero nella tempesta perfetta di fenomeni tecnologici dirompenti. “Negli anni Novanta – afferma il Cco, con un passato in Oracle e Sap – qualsiasi organizzazione costruiva in casa le proprie applicazioni. Oracle, che forniva il layer sottostante (il database), viveva il momento d’oro, finché Sap non ha offerto pacchetti applicativi completi”. Duffaut prosegue la narrazione con il vendor californiano che si è lanciato all’inseguimento del rivale, entrando con prepotenza nel mercato del software. “Inizia una nuova era, con le aziende che comprano e non producono le applicazioni”, conclude.
“Il focus dell’It – prosegue Duffaut – ruotava attorno all’automazione dei processi di backoffice, ma l’avvento di Salesforce.com ha segnato un’ulteriore svolta verso l’automazione del frontoffice (il Crm)” e poi, ricorda il top manager, la diffusione di social, mobile, big data e cloud, che abilitano la vera digitalizzazione: “Non si tratta più di automatizzare processi esistenti (efficienza), ma di creare nuovi modelli di business (trasformazione)”.
Il mondo diventa digital-driven
Il Cco prosegue la disamina: “Qualsiasi innovazione oggi è digital-driven, guidata dalle applicazioni. In passato le aziende hanno trasferito in outsourcing le It operations [perché considerate un centro di costo e non un trasformatore di business, ndr], oggi invece la tendenza è ampliare il team interno nell’ambito dello sviluppo applicativo”.
In questo contesto, Software Ag propone la Digital Business Platform (Dbp), basata su standard aperti (quindi agnostica rispetto all’infrastruttura tecnologica) e arricchita da numerose acquisizioni, che offre secondo Duffaut “il substrato per la costruzione dell’architettura del XXI secolo”, grazie a funzionalità di integrazione e gestione di dati / processi e gestione di dati / processi. Il cuore della piattaforma è infatti un bus layer di integrazione in grado di connettere sistemi It differenti: dai mainframe ai system of records come Erp e Crm fino alle soluzioni cloud. Correlando e aggregando in streaming i dati dinamici provenienti da varie fonti, la Dbp consente di analizzare gli eventi in real-time, in ottica predittiva. L’interesse per la Dbp sta aumentando: nel 2015 le vendite di licenze e manutenzione sono cresciute del 9% rispetto al 2014 per un totale di 431,5 milioni di euro. Relevant (in grado di generare valore) e Scalable (capace di adattarsi alle esigenze in divenire) sono le parole magiche del vendor per la strategia di go-to-market, che va a toccare tutti i settori dal Finance al Retail al Manufacturing, con una predilezione per le large enterprise (“Abbiamo referenze in ogni industry, la stessa Google ha bisogno di noi”).
In Italia, un caso interessante è Octo Telematics (si veda anche l’articolo Octo Telematics: quando l’IoT ‘svecchia’ i modelli di business), provider globale di servizi telematici e data analysis per le assicurazioni auto. Con Software Ag, la società ha implementato una piattaforma in grado di integrare sistemi / applicazioni eterogenei e acquisire dati di guida in tempo reale, provenienti da oltre 4 milioni di veicoli in tre continenti, all’interno di una architettura cloud distribuita.