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Stabilizzatori di rete: una job opportunity per data center



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I magazzini di dati irlandesi potrebbero diventare dei sistemi in grado di immettere, conservare e aiutare a regolare i flussi di energia nazionali, “domando” le fluttuazioni delle rinnovabili. Nel progetto, anche Enel X 

Pubblicato il 17 mag 2024

Marta Abba'

Giornalista



ambiente

Sempre più affollato e acceso, il dibattito attorno ai consumi energetici dei data center spesso manca di concretezza. Per trovare soluzioni servono progetti reali. O, per lo meno, reali tentativi anche tecnologici che possano in qualche modo ammorbidire l’emergenza, mitigarla e aiutarci ad affrontarla.

Non c’è ancora modo di sapere se sarà efficace, ma si può affermare che sia reale, per esempio, il progetto presentato in Irlanda, basato sulla collaborazione tra il mondo dei data center e quello dell’energia, e mirato a gestire al meglio la seconda, migliorando i primi.

Fluttuazioni “rinnovabili, ma gestibili” con la tecnologia

L’idea parte dalle inevitabili fluttuazioni legate alla generazione di energia eolicae di altre energie rinnovabili, invitando a riconoscere la complessità della loro integrazione nella rete elettrica di un qualsiasi Paese. Una evidenza che diventa maggiormente problematica con la crescita della domanda di elaborazione dell’intelligenza artificiale che accentua la fame di energia dei data center, di oggi e di domani.

C’è addirittura chi teme che si possa arrivare a dover razionare le risorse di calcolo utilizzabili dagli utenti comuni, un rischio che l’azienda Digital Realty vuole provare a mitigare con una soluzione che garantisca la stabilità della rete energetica. Un’ambizione non banale, che ha scelto di condividere con la società di gestione dell’energia Enel X in un progetto che sfrutterebbe proprio i suoi stessi sistemi di continuità (UPS – Uninterruptible Power Supply), per fornire i servizi di bilanciamento necessari.

L’idea sarebbe quella di fare in modo che le proprie infrastrutture presenti sul territorio irlandese immettano energia nella rete elettrica quando necessario. Ciò consentirebbe sia di attenuare la variabilità della fornitura, sia di ridurre le emissioni di CO2. Se tutto andrà liscio, questa soluzione ridurrà la dipendenza dalle centrali elettriche a combustibili fossili durante i periodi di alta domanda sulla rete nazionale. Ed eviterebbe anche oltre 30.000 tonnellate metriche di emissioni di CO2 ogni anno.

Si inizia con 6 MW, ma si inizia

Dopo una prima fase di test sui sistemi UPS per capire se siano davvero in grado di fornire energia di backup alla rete, Digital Reality inizierà a integrare nel programma 6 MW della sua capacità. Non senza ricavarne anche del guadagno “personale”, anche se illustrando il progetto non ha precisato né quando, né come, né quanto. In compenso, non ha mancato di citare un’altra simile iniziativa in corso presso una delle sue strutture a Sydney, in Australia, sempre implementata con l’aiuto di Enel X.

Questo non toglie che quanto previsto in Irlanda possa avere un impatto virtuoso sulla strategia energetica del Paese e magari diffondersi in altre aree. Non è un’idea nuova ma sono rari i progetti del genere, messi a terra e portati avanti nei fatti e con risultati tangibili. Doveroso però citare, a livello di annuncio, “in fieri”, quello di Microsoft. L’azienda avrebbe manifestato l’intenzione di estendere la sua tecnologia UPS interattiva per la rete di Dublino. Al suo fianco, tra gli altri, ancora Enel X, come aggregatore per combinare le fonti di energia commerciali in “centrali elettriche virtuali” sulla rete.

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