Lo Stealth Day 2019, organizzato da Dedagroup Stealth, l’azienda del Gruppo Dedagroup dedicata all’ecosistema della moda e del lusso, è stata un prezioso momento per fare il punto sulle evoluzioni di un comparto che è caratterizzato da notevoli cambiamenti imposti dai mercati globali, dalla trasformazione dei clienti di riferimento e dalle nuove sfide in ambito retail e sul fronte dell’omnicanalità.
“Stealth Day – ha commentato Mimmo Solida, CEO di Dedagroup Stealth – si conferma un’occasione di incontro unica nel suo genere per la community del fashion. Community riunita attorno a una soluzione italiana di un’azienda sempre più impegnata nella realizzazione di progetti e iniziative su scala globale (negli ultimi due anni abbiamo assunto 150 persone per rispondere alle esigenze di internazionalizzazione dei nostri clienti)”.
“Stealth ha l’ambizione di continuare a esportare know how ed esperienza acquisiti in questo settore. Per questo sono fondamentali le persone e, inoltre, continueremo a investire su nuove funzioni della piattaforma”, ha sottolineato Gianni Camisa, nella sua ultima presenza pubblica come Group CEO di Dedagroup; il top manager il 25 febbraio ha infatti concluso il suo percorso alla guida di Dedagroup. Il Presidente Marco Podini ha infatti assunto le deleghe operative e la carica di Presidente Esecutivo corrispondendo così anche alla volontà di un maggiore coinvolgimento diretto della Proprietà nella gestione aziendale.
Lo scenario competitivo del fashion
Anusha Couttigane, principal fashion analyst di Kantar Consulting, ha aiutato a capire quali sono i mutamenti di scenario che incidono e sempre più incideranno sui risultati di business delle aziende che operano nel fashion. Oltre alle nuove generazioni che si affacciano sul mercato con un certo potere d’acquisto, vi sono consumatori che appartengono a nuove geografie che rappresenteranno potenziali interlocutori sempre più importanti (si pensi all’est Europa, per esempio alla Polonia) mediante i numerosi canali di vendita digitali.
“La domanda – ha quindi suggerito Couttigane – deve essere: a chi si vuole vendere? Ed è un quesito imprescindibile, per determinare le proprie strategie. Aumenta poi il valore del ‘made in’. Ed è una questione che interessa tutti, per esempio, anche la Cina che si è impegnata affinché venga superato il pregiudizio ‘prodotto cinese quindi di scarsa qualità’. Il grande pubblico sta poi diventando molto attento ai concetti di sostenibilità della produzione e della supply chain e si fa strada la consapevolezza dell’importanza della circular economy, un concetto che implica una profonda revisione della propria organizzazione aziendale”.
Tra i consigli portati dall’analista per far fronte a un panorama in così rapida mutazione vi è quello di affidarsi a partner che consentano di rispondere in modo veloce alle esigenze di trasformazione del business. Ciò vale naturalmente anche per i partner tecnologici…
Designing Fashion Future, i 2 testimonial: Fendi e Twinset
Designing Fashion Future è il titolo dell’edizione 2019 di Stealth Day che per dimostrare quali sono i vantaggi della trasformazione digitale nel comparto della moda ha ospitato due testimonianze.
“Creatività e artigianalità – ha dichiarato Frederic Munoz, COO di Fendi – sono le nostre caratteristiche distintive, ma accanto a ciò l’intera supply chain (che parte col lavoro del designer e termina in negozio) deve essere efficientissima. A tal proposito il tempo è una variabile fondamentale, dobbiamo poter contare su sistemi che possano curare in tempo reale tutti gli aspetti relativi alla produzione e commercializzazione del prodotto. Per quanto riguarda la parte produttiva, con Stealth 3000 abbiamo potuto far si che tutte le divisioni lavorassero in sintonia, basandosi su un database unico e condiviso. Il prossimo obiettivo è avere un sistema per gestire al meglio anche il retail, abbiamo bisogno di monitorare in real time le vendite, di avere sempre la possibilità di capire in che modo far arrivare velocemente al cliente ciò che desidera e di promuovere l’offerta di prodotti personalizzati, il che significa saper gestire lotti di merce molto piccoli”.
“In seguito all’acquisizione di Twinset da parte del fondo Carlyle nel 2012 – ha raccontato Federico Tamburini, IT & Logistics director di Twinset – ci sono giunti tre imput precisi: internazionalizzazione, retail e omnicanalità. Non eravamo pronti a raccogliere queste sfide, ci siamo messi prima di tutto al lavoro sui processi interni sia produttivi sia distributivi. E nel 2016 è iniziata l’implementazione della piattaforma Stealth. Abbiamo scelto questa soluzione perché specializzata nel nostro settore, in quanto vanta la presenza di persone esperte sulle quali possiamo contare nel modellare i processi affinché la tecnologia possa essere il più efficace possibile e perché abbiamo bisogno di lavorare in ottica internazionale. Sono d’accordo sul fatto che l’anima delle nostre realtà è la creatività, ma son altrettanto convinto che la tecnologia sia in grado di garantire il metodo per renderla profittevole. Pensiamo all’analisi dei big data, si tratta di tecnologie essenziali per capire, per esempio, che cosa vuole il consumatore, oppure, d’altra parte, per stabilire quali sono le attività più adeguate per una efficace gestione del magazzino”.
La tecnologia Stealth oggi e domani
Stealth è una piattaforma che si occupa di gestire produzione e distribuzione delle aziende del settore fashion, è aperta all’integrazione di applicazioni che man mano ne espandono le funzionalità.
“Oggi – ha dichiarato Luca Tonello, Sales & Channel Director Dedagroup Stealth – grazie a Stealth Orchestrator si possono gestire i flussi di ordini provenienti da tutti i canali digitali. Inoltre, con VMC-Variable Management Communication è possibile integrare nel canale retail anche i dati raccolti dai sistemi POS più diffusi, anche non omogenei tra loro. È in arrivo l’applicazione Stealth Franchisee per garantire ai brand visibilità anche sui dati che arrivano dai negozi in franchising e inserirli nel sistema complessivo. Per il futuro stiamo lavorando per far si che le tecnologie di intelligenza artificiale applicate all’ERP possano essere d’aiuto ai decisori nelle loro scelte di business, la sfida è promuovere benefici concreti consentendo di avere tutti gli elementi necessari per le scelte di business, a partire, per esempio, dal capire quale fornitore è il più adeguato per una determinata commessa”.