Alla luce dei cambiamenti tecnologici in atto, quali sono attualmente le competenze più richieste nell’ambito dello sviluppo applicativo? Come si riconoscono, si preparano e si valorizzano i talenti del settore?
La divisione Enterprise Applications & Integration (EAI3) di Present, specialista italiano della consulenza informatica, racconta come seleziona le sue risorse e organizza i percorsi formativi per arricchirne le competenze.
Le nuove competenze per i progetti di software development
«Semplificando – esordisce Pierluigi Lucci, Delivery Director presso la sede romana di Present – si distinguono due principali categorie di programmatori, dedicate rispettivamente alle componenti di frontend e backend. La segmentazione comunque non è netta, poiché esiste tutta una serie di figure intermedie, che oggi sono diventate fondamentali per lo sviluppo applicativo. In ambito frontend, si cercano soprattutto professionisti con competenze sui framework Javascript React e Angular, mentre i linguaggi più richiesti a chi si occupa di backend sono .NET e Java, in particolare le tecnologie Spring e Spring Boot che servono per la creazione dei microservizi».
Tra gli skill richiesti, Lucci annovera anche le conoscenze specifiche per lo sviluppo di applicazioni mobile native oppure ibride. «In questo ambito – aggiunge – si stanno affermando strumenti ad hoc come Flutter, il framework open-source creato da Google per la creazione di interfacce native per iOS e Android. Tuttavia, anche React e Angular possono essere utilizzati per lo sviluppo mobile».
Fabio Cassieri, Direttore Area Territoriale Centro Sud e Mercati Telco & Media, Transportation, Energy & Utilities, ricorda che nel bagaglio del moderno developer non deve mancare la familiarità con le soluzioni PaaS (Platform-as-a-Service), che permettono di sviluppare applicazioni grazie a una serie di strumenti “pronti all’uso”, in modalità low-code o addirittura no-code.
Secondo Lucci, un altro requisito che viene sempre più considerato è la capacità di lavorare con un approccio DevOps, ma sul tema vige ancora una certa confusione. «Il modello DevOps – prosegue il direttore – introduce infatti una nuova modalità operativa, ma le conoscenze di sviluppo rimangono le stesse: se l’azienda fornisce un ambiente strutturato con processi DevOps, il programmatore diventa un semplice utente di tali servizi e può svolgere tranquillamente il proprio lavoro».
Chiarite le conoscenze tecniche necessarie ai moderni developers, Lucci afferma che le risorse realmente più difficili da reperire sono i professionisti con competenze di più alto livello, orientate ai processi. «I programmatori – dichiara – apprendono competenze specifiche (ad esempio, su un determinato linguaggio) seguendo la domanda del mercato. Piuttosto mancano figure trasversali, i cosiddetti architetti, meno focalizzati sulla singola tecnologia, ma capaci di lavorare sui processi e gestire i progetti ad ampio raggio».
Come reclutare i professionisti dello sviluppo applicativo
Alla luce del panorama descritto sul fronte del software development, il team di Present precisa quali figure professionali servono per realizzare iniziative di successo.
«Oggi – interviene la responsabile Human Resources Paola Magnante – cerchiamo programmatori di backend e frontend che abbiano già maturato una certa seniority, sia per anni di esperienza sia per campo di attività. Andiamo quindi a indagare quali conoscenze hanno acquisito su determinate tecnologie e come sono intervenuti in concreto sui progetti. La difficoltà, infatti, è riuscire a distinguere tra le caratteristiche descritte nel curriculum e l’effettivo profilo del candidato».
Oltre agli sviluppatori, in Present si ricercano anche architetti e figure intermedie, con un orientamento tecnico, ma anche competenze progettuali.
«In qualsiasi caso – ribadisce Magnante – preferiamo professionisti senior e middle che abbiano consolidato una buona professionalità sul campo, perché possono dare subito un forte contributo al team e sono in grado di fare crescere le figure junior. Relativamente al background scolastico, la laurea non rappresenta un vincolo per la selezione delle figure più mature, mentre diventa rilevante (anche se non indispensabile) nel caso delle risorse più giovani».
Tuttavia, quando si selezionano i talenti freschi di studi, nella valutazione pesano soprattutto i soft skill. «Chi ha appena completato il percorso scolastico – puntualizza Magnante – ovviamente non ha esperienza e spesso non è stato neppure abituato alle esercitazioni in laboratorio. È chiaro che i criteri di scelta si focalizzano intorno alle caratteristiche personali, come l’approccio, la proprietà di linguaggio, la creatività».
Formazione sul campo e in aula per elevare le competenze
Le figure junior vengono reclutate direttamente dalle università o dagli istituti superiori con indirizzo prevalentemente informatico (ma non solo), quindi vengono formate internamente con programmi ad hoc e inserite nei team di progetto presso i clienti. La formazione viene organizzata da Present in autonomia oppure in collaborazione con le agenzie di lavoro, che si sono occupate della selezione dei candidati.
Si tratta di un percorso necessario perché, come sostiene Lucci, le università oggi non danno immediato accesso al lavoro, concentrandosi sulla componente teorica e non pratica. «A causa di questo scollamento – aggiunge -, anche i laureati in informatica devono comunque apprendere il mestiere. Così diventa indifferente se il candidato proviene da altre facoltà, come matematica, fisica o ingegneria, perché tutti necessitano di formazione sul campo per acquisire una professionalità spendibile nel settore It. Si allarga quindi il bacino dove reperire i talenti».
Così, per coltivare i professionisti del futuro, Present ha consolidato un approccio che contempla sia l’inserimento diretto sui progetti sia l’offerta di percorsi formativi.
«I gruppi di lavoro – spiega Marco Alessandroni, Responsabile tecnico e delivery Data Management – sono formati da un mix di figure con livelli di competenza ed esperienza differenti. Il team leader è un professionista senior con il compito di guidare e trasferire conoscenza alle risorse middle e junior. A ogni membro viene affidato un incarico che richiede una professionalità leggermente superiore rispetto alle attività svolte in precedenza. Così la risorsa può crescere in competenza, elevando la capacità complessiva della squadra. Una volta incrementato il valore del team, è possibile inserire una nuova figura da formare, creando così percorsi iterativi».
Le Academy per promuovere conoscenze tecnologiche specifiche
L’apprendimento sul campo viene coadiuvato dai piani di formazione. «Tutte le persone – prosegue Alessandroni – seguono un programma annuale, ma Present organizza anche le Academy, ovvero dei corsi dedicati a un preciso ambito tecnologico. Le Academy sono destinate tipicamente a neo-laureati o diplomati, ma anche i dipendenti già formati hanno la possibilità di partecipare ai corsi come auditori per acquisire competenze specifiche».
Come sottolinea Cassieri, le Academy rappresentano un’ottima opportunità per i giovani talenti che ambiscono a lavorare nel settore IT. «Grazie ai nostri corsi – afferma -, una risorsa può diventare produttiva e iniziare a portare valore in azienda dopo soli quattro-sei mesi. Le Academy sono utili per consentire ai partecipanti di scoprire le proprie inclinazioni e aspirazioni lavorative, mentre permettono a Present di individuare e conoscere meglio potenziali risorse da portare a bordo. La partecipazione è gratuita e non viene imposto nessun vincolo contrattuale. Al termine del percorso, il discente può decidere liberamente se iniziare la carriera in Present oppure scegliere altre strade. Ecco perché per noi è decisamente importante creare un ambiente positivo e coinvolgente, per fidelizzare i talenti. Si tratta infatti di risorse giovani, che hanno comunque già intrapreso percorsi professionalizzanti e sono quindi appetibili sul mercato. Insomma, Present investe sui futuri professionisti, assumendosi gli oneri e i rischi della formazione».