Analizzando lo scenario della ricerca e innovazione Ict in Italia, non possiamo trascurare il centro trentino, Trento Rise, nato nel dicembre 2010 con alcuni obiettivi molto chiari: offrire formazione scientifica, accademica ma anche pratica in ambito Ict; promuovere la ricerca competitiva che crei valore aggiunto per i cittadini e le imprese; contribuire allo sviluppo economico territoriale tramite progetti innovativi che soddisfino, in particolare, alcuni ‘bisogni sociali’.
“Trento Rise non fa ricerca ma innovazione – ci tiene a sottolineare il presidente Fausto Giunchiglia, recentemente incontrato da ZeroUno nel ‘cuore’ del polo trentino -, due concetti che molto spesso vengono confusi tra loro erroneamente, dato che le competenze richieste nei due ambiti sono tra loro molto differenti. Possiamo permetterci di non fare ricerca perché abbiamo attorno a noi centri di eccellenza deputati proprio a questo; il nostro è un ruolo diverso, di ‘catalizzatori dell’innovazione’ in un territorio geografico molto ricco dove gli investimenti pubblici in R&d sono più alti della media europea e hanno sede vari centri di ricerca, sia accademici sia industriali”.
Trento Rise, di fatto, è un’associazione di core partner del network Ict Labs dello European Institute of Innovation and Technology (Eit), fondata dal Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (Disi) dell’Università degli Studi di Trento, e dal Centro per l’Information Technology – Irst della Fondazione Bruno Kessler con una mission puntuale: “Identificare le vie più idonee per trasformare in risultati concreti il frutto della ‘pura’ ricerca – sottolinea Giunchiglia -. In sostanza, fungiamo da ‘agente catalitico’ per aggregare conoscenze, competenze e know how in campo Ict (proveniente dal mondo della ricerca ma anche dalle imprese) e aiutare start up e nuovi imprenditori a sviluppare innovative soluzioni software da immettere sul mercato”.
Innovare grazie alla contaminazione dei cervelli
In Europa, la maggior parte delle attività di ricerca Ict, in generale, è finanziata e svolta da enti pubblici mentre il mercato della domanda è rappresentato più che altro da aziende del mondo privato e spesso non si riescono a generare ‘connessioni efficaci’ tra questi due mondi. “Ciò che manca è l’ultimo miglio – spiega Giunchiglia -, ossia quel pezzo del puzzle che consenta di ‘trasformare’ il frutto della ricerca in soluzioni concrete, commercializzabili, competitive e in linea con le necessità del mercato”.
Un ultimo miglio che richiede visione e competenze completamente diverse da quelle della ricerca. “Il ricercatore – esemplifica il presidente – non è un imprenditore: dal nostro punto di vista è un errore avviare una start up affidandone la gestione ai ricercatori il cui valore più prezioso sta nel know how acquisito attraverso le attività di ricerca. Come sfruttare tale know how per sviluppare soluzioni da immettere sul mercato è un altro compito e richiede conoscenze e competenze differenti”.
Il che non significa tenere separate tali conoscenze e competenze, tutt’altro; l’elemento cardine della strategia adottata dall’associazione trentina si basa infatti su una sorta di ‘contaminazione strutturata e organizzata di cervelli’ messa in atto, prima di tutto, attraverso un sistema di co-location. In pratica, le aziende che intendono aderire all’associazione o beneficiare dei vantaggi derivanti dalla partecipazione a un network esteso di risorse (aziende, centri di ricerca, enti pubblici, competenze, ecc.), trasferiscono fisicamente all’interno degli spazi di Trento Rise alcune risorse proprie che si dedicano a varie attività di sviluppo, ricerca, studio e formazione, entrando in contatto diretto e quotidiano con i ricercatori dell’Università, della Fondazione Kessler e degli altri centri di ricerca che aderiscono al network. “Da questa ‘contaminazione’ nascono idee e da queste ultime nasce il percorso di innovazione”, commenta Giunchiglia. “Ciò che ci prefiggiamo è instaurare e alimentare un ecosistema i cui attori sono la ricerca (centri, istituti, università, ecc.), le imprese e l’utente finale (cittadini e imprese) che, solitamente, non hanno molti sbocchi e vie organizzate per collaborare e trasformare l’inventiva in un bene o servizio commercializzabile”.
Per stimolare ulteriormente il processo di innovazione, Trento Rise offre alle imprese co-locate una serie di servizi che vanno dall’incentivazione finanziaria per l’attivazione e il sostegno di dottorati di ricerca (l’associazione trentina si alloca il 50% dei costi complessivi), al sostegno per l’avvio di start up sia italiane sia internazionali; dall’avvio di progetti attraverso partnership strategiche tra pubblico e privato (sfruttando lo strumento di Pre-Commercial Procurement, ossia appalti pre commerciali), alla creazione di ‘Territorial Labs’ (Tlabs), laboratori aperti per testare soluzioni, prodotti, servizi ecc.
L’Ict per la qualità della vita
A darci un’idea concreta delle aree Ict sulle quali si concentra l’attività di Trento Rise è il Ceo, Paolo Traverso che evidenzia come il Trentino stia ormai da tempo puntando sull’Ict per la qualità della vita: “Motivo per cui le nostre attività si focalizzano sull’ideazione di servizi intelligenti basati su un Ict innovativo e stimolati da una tecnologia che deve essere sempre più attenta all’individuo e alla sua vita quotidiana”.
In concreto significa che gli sforzi sono concentrati principalmente in determinate aree dell’Ict quali:
- Computing in the cloud per fornire applicazioni, dati e infrastrutture come servizi accessibili da qualunque dispositivo connesso a Internet;
- Digital Cities of the Future per studiare le nuove sfide nei settori della sicurezza, dell’ambiente, dei trasporti, delle risorse idriche e, in generale, della gestione delle risorse per facilitare la vita dell’uomo;
- Health & Wellbeing per sfruttare l’Ict come motore di beni e servizi innovativi volti a far vivere al meglio, in salute e benessere, la vecchiaia;
- Intelligent Mobility and Transportation Systems per ideare una mobilità sicura e sostenibile;
- Privacy, Security & Trust in Information Society per ideare nuove tecnologie di sicurezza e in grado di proteggere la privacy;
- Smart Energy Systems per ottimizzare l’efficienza energetica abilitando infrastrutture per la smart energy e la loro implementazione.
E per dare un ulteriore valore di concretezza a quanto illustrato dal presidente, Traverso sottolinea la presenza all’interno degli spazi di Trento Rise di un laboratorio di Telecom Italia con il quale il polo trentino sta sviluppando diversi progetti: “uno di questi è l’MTLab, progetto al quale contribuiscono, oltre a Telecom Italia, anche Telefonica e il Mit di Boston, con l’obiettivo di studiare e sviluppare nuovi servizi per il mondo mobile che tengano conto anche della sicurezza dei dati e della privacy degli utenti”.
Un altro interessante campo di azione scaturisce dalla collaborazione tra Trento Rise e Fondazione Edmund Mach che sta portando avanti una ricerca per decifrare il Dna di frutta e verdura: in questo caso, l’obiettivo è identificare ed eliminare gli agenti patogeni che fanno ammalare le coltivazioni per poter poi ridurre l’uso di pesticidi.
Infine, merita una menzione il progetto TechPeaks, un acceleratore di talenti che insieme alla collaborazione di Trento Rise mira a rendere più competitiva l’economia trentina attirando giovani tecnologi da ogni parte del mondo: “L’acceleratore ha come obiettivo creare, sul territorio trentino, oltre cento start-up in quattro anni”, commenta Traverso. “L’ecosistema messo a punto da Trento Rise contribuirà a insegnare come trasformare le competenze tecnico-scientifiche di questi giovani (e magari anche le loro idee di business) in una startup Ict in grado di operare sui mercati globali; in cambio, queste start-up, che avranno sede in Trentino, contribuiranno allo sviluppo imprenditoriale del territorio”. E dai numeri del primo bando lanciato all’inizio di quest’anno il futuro sembra roseo: 54 Paesi, 414 candidature complessive, 174 come team e 240 come individui singoli, per un totale di 619 persone. Da questa prima selezione sono state scelte 100 persone che contribuiranno a lanciare circa 30 progetti imprenditoriali in ambito Ict nei prossimi anni.