In un periodo di bilanci aziendali difficili, dove l’imperativo è tagliare sui costi, cresce la propensione delle imprese a investire in tecnologie per aumentare l’efficienza e la produttività individuale. In effetti, i risparmi ottenibili attraverso l’innovazione possono essere consistenti tanto da giustificare i budget stanziati in tempi duri, dove chiudere il portafoglio sembra l’unica soluzione per resistere alla crisi. Un discorso che vale per il settore privato quanto per gli enti pubblici, costretti a scendere a patti con i finanziamenti decurtati. Lo dimostra il white paper “La comunicazione digitale al servizio della Spending Review” realizzato da Microsoft Italia in collaborazione con Netics, sulla base di una serie di case study in ambito Pa centrale, locale e Sanità: secondo il rapporto, infatti, attraverso un’operazione di diffusione delle tecnologie di Ucc (Unified communications and collaboration) negli enti pubblici in Italia si potrebbero generare risparmi pari a circa 1.381 euro all'anno per dipendente, con un valore assoluto complessivo a livello di Sistema Paese superiore ai 2,9 miliardi di euro annui. La ricerca parte dall’analisi della spesa Tlc della Pa e dei costi legati a riunioni e trasferte dei dipendenti (circa 3,755 miliardi di euro/anno) per mostrare i ritorni di un modello di razionalizzazione basato sulle unified communication, che permettono di ottimizzare l’infrastruttura di telecomunicazione, ridurre gli spostamenti per meeting e migliorare la produttività dei dipendenti pubblici.
"Con l'implementazione di strumenti di comunicazione integrata come Lync – dichiara Rita Tenan, dallo scorso marzo direttore della divisione Public Sector di Microsoft Italia, dopo un'esperienza pluriennale in Unysis -, si potrebbe ottenere un risparmio sulle spese telematiche pari a 947 milioni di euro all’anno, mentre il taglio dei costi per gli spostamenti si aggirerebbe intorno agli 854 milioni. Ma oltre ai ritorni prettamente economici, bisogna aggiungere i vantaggi derivanti dal 'cambio di passo', ovvero dall'introduzione di un nuovo modo di lavorare, che migliora i processi interni e i servizi al cittadino".
Entrando nel dettaglio delle cifre, in un settore pubblico dove la spesa in telecomunicazioni si assesta attorno ai 2,355 miliardi di euro all'anno, la bolletta telefonica si ridurrebbe del 41% e le spese riferite alle reti di trasmissione dati del 27%, mentre i costi di ammortamento e gestione degli apparati Tlc verrebbero addirittura dimezzati.
L'utilizzo di soluzioni di videoconferencing in sostituzione di una parte significativa delle riunioni extraurbane porterebbe a una riduzione dei costi di viaggio, di soggiorno e in ore uomo dedicate agli spostamenti pari al 61% (attualmente si spendono circa 1,4 miliardi di euro all'anno). Solo il recupero di produttività, derivante dall'eliminazione del tempo impiegato nelle trasferte, potrebbe superare il miliardo di euro all'anno.
“In uno scenario di spending review in cui l’obiettivo pervasivo è ottimizzare la spesa pubblica senza sacrificare la qualità dei servizi – sottolinea Tenan -, la digitalizzazione della Pa rappresenta una priorità non più procrastinabile, poiché rappresenta un'opportunità concreta per recuperare punti di Pil. Crediamo fermamente nel contributo che le aziende private possono dare nel processo di informatizzazione del settore pubblico: Microsoft, infatti, è impegnata a supportare la Pa attraverso progetti d’innovazione sostenibile, dove le soluzioni di comunicazione unificata possono fare la differenza". Il tutto però a patto di superare le resistenze culturali, aiutando i Cio a dimostrare al management l'efficacia delle unified communications e a giustificare gli investimenti.