Dire che la capacità della funzione It di un’azienda di assolvere ai propri compiti dipende in buona misura dall’accuratezza con la quale viene programmata l’esecuzione dei processi di business può sembrare un’affermazione tanto ‘self-evident’ da risultare del tutto ovvia e banale. Tuttavia, secondo una ricerca svolta da Forrester, ben i due terzi dei responsabili delle operazioni It hanno ancora oggi una scarsa e poco accurata programmazione (o ‘schedulazione’) dei carichi di lavoro inerenti i processi aziendali. Con l’ovvio risultato di rendere poco efficiente tutta l’infrastruttura.
Orsyp, società francese che da oltre ventinove anni fornisce consulenza e soluzioni software nell’area appunto del job scheduling e della workload automation (oltre che nel performance e capacity management e nell’ottimizzazione delle reti geografiche) ha realizzato e pubblicato un interessante documento dal titolo “IT Automation, una guida pratica (disponibile nella sua versione integrale e in lingua italiana a questo link che tratta in modo approfondito la questione sia dal lato dell’organizzazione del lavoro sia da quello della tecnologia.
Il documento inizia con la definizione del Job scheduling e una sua breve storia, utile per comprendere le motivazioni delle sue attuali inefficienze, dall’ambiente mainframe e computer-centrico in cui si è sviluppato, agli odierni ambienti distribuiti, virtualizzati e application-centrici, in cui i suoi limiti divengono evidenti. Analizzati questi limiti, che in gran parte derivano dalla coesistenza di più tool di scheduling legati alle varie applicazioni anziché a un’unica piattaforma trasversale a esse, il documento affronta il vero e proprio tema della workload automation, descrivendo le caratteristiche di una soluzione efficiente. Questa si può sintetizzare nei seguenti punti: integrazione di processi e applicazioni; interfaccia di gestione unica, con visibilità su tutte le operazioni; coordinamento dei compiti strategici per il business, con gestione delle relative interdipendenze; capacità di agire in ambiti multi-piattaforma; funzioni di controllo e sicurezza; capacità di risoluzione autonoma dei problemi.
Dopo aver descritto in dettaglio, con alcuni esempi pratici, il funzionamento di un sistema dalle suddette caratteristiche, il ‘white paper’ di Orsyp passa a illustrarne i risultati ai fini della gestione delle operazioni It. Vale a dire: connessione delle ‘isole’ di automazione esistenti, con aumento della produttività e dell’efficienza generale del data center, consentendo così di migliorare e accelerare la delivery dei servizi e, di conseguenza di incrementare la capacità di risposta delle It Operations alle richieste del business.
Si passa infine al punto focale del documento, cioè al ‘come fare’, analizzando i passi necessari per realizzare una valida workload automation. Il primo, come sempre, è la valutazione della situazione in atto, da fare per mezzo di una serie di domande cui il responsabile delle operazioni deve rispondere e che riguardano sia lo stato delle tecnologie in uso sia quello, molto importante, delle capacità umane disponibili e del loro eventuale coinvolgimento e potenziamento. Si passa quindi alla revisione dei processi, svolta con analoga metodologia, e infine alle problematiche di business.
Il documento di Orsyp fornisce infine una guida nella scelta di una possibile soluzione, ivi inclusa l’analisi dei servizi professionali e di formazione che di solito si rendono necessari per permettere allo staff It sia d’implementare la soluzione scelta sia di farla funzionare efficacemente nella realtà del data center e delle operazioni di business dell’impresa.