Temi più rilevanti affrontati durante il dibattito
- Le difficoltà della PA nell’implementazione di un piano digitale integrato a livello paese.
- La visione centrale del piano Agenda Digitale nazionale: L’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) dovrebbe fungere da vera e propria ‘guida’ per la trasformazione digitale del Paese non semplicemente condividendo una ‘visione centrale’ ma facendosi carico anche di fornire le linee guida necessarie per la trasformazione da definirsi attraverso una maggiore integrazione e collaborazione con i piani regionali e del territorio. L’Agenda Digitale dovrebbe, in altre parole, essere il risultato di una integrazione tra i piani locali e quelli centrali e diventare lo ‘strumento guida’ unificato per tutto il Paese.
- La visione strategica del ruolo di una società In House a supporto dello sviluppo digitale del territorio regionale.
- L’esperienza progettuale di sviluppo di piattaforme infrastrutturali a supporto dello sviluppo di servizi e di business sul territorio (Best Practice Regione Valle Aosta).
- Il rapporto tra domanda e offerta: stato dell’arte con aspettative e contributi tra i vari stakeholder.
- Le modalità di integrazione verticale ed orizzontale in ambito enti della PA.
- Le modalità di generazione di innovazione in ambito PA: luci e ombre.
- Il rapporto con i cittadini in un contesto di trasformazione digitale dei servizi: atteggiamenti, competenze, motivazioni all’uso.
- Le competenze digitali: stato dell’arte.
Punti di forza e di debolezza
A supporto di un efficace Collaborative Working che possa trovare nei servizi digitali una chiave abilitatrice, il gruppo di lavoro del primo workshop ritiene vi siano una serie di fattori valutabili quali ‘punti di forza’ (come per esempio, il piano Agid ritenuto elemento guida per una strategia nazionale di digital transformation per una focalizzazione, sinergia e supporto al processo evolutivo digitale degli enti centrali e locali, oppure la disponibilità di fondi europei a supporto dei progetti digitali e innovativi ed il piano Banda Ultra Larga abilitante nuovi servizi digitali per i cittadini e per le imprese) che devono tuttavia ‘fare i conti’ con una serie di vincoli giudicati quali elementi ‘di debolezza’ che potrebbero risultare un impedimento verso il Collaborative Working. Questi quelli individuati dai partecipanti al workshop:
1) In ambito risorse e ambiente, ossia dalla prospettiva delle persone (impiegati, collaboratori, utenti) e dell’ambiente di lavoro inteso sia come ‘spazio’ ma anche e soprattutto come organizzazione e modalità operativa; esistono, secondo i partecipanti a questo workshop, degli elementi di difficoltà che ‘bloccano’ il progresso di un modello di Collaborative Working che vanno da leggi eccessivamente rigide alla difficoltà di reperire competenze adatte, fino all’impossibilità di dotare le organizzazioni degli strumenti più idonei:
- eccesso di vincoli normativi e processi burocratici;
- criteri di fornitura orientati a volume/prezzo a discapito di qualità, innovazione e valore di servizio;
- orientamento prevalente a forniture per la gestione ordinaria a discapito di progetti di sviluppo strategico (a più alto rischio e con tempi di implementazione più lunghi);
- frammentazione e shortage di competenze digitali avanzate (technical and digital mindset);
- alto numero di livelli e complessità dei processi decisionali con rischio di stallo operativo.
2) Nell’ambito dello sviluppo progettuale:
- capacità di sviluppo dei progetti con modalità adattive ed incrementali (agile thinking);
- modelli gestionali ed organizzativi rigidi;
- bassa propensione alla replicabilità e riuso con dispendio di risorse strutturalmente carenti;
- livello di innovazione tendenzialmente tradizionale.
3) Dalla prospettiva del servizio e relazione con l’utente (interno/esterno):
- disponibilità, unicità ed interoperabilità dei dati e dei servizi;
- assenza di Kpi di qualità di servizio a utente interno/esterno;
- basso livello di competenze digitali.
Le proposte concrete di attuazione
Partendo dall’analisi di questi aspetti, il gruppo ha quindi individuato quelle che potrebbero essere le proposte attuative:
1) Nel breve periodo:
- consolidamento di un accordo integrato per la definizione di un piano industriale Agid-Regione-Anci;
- far partire progetti strutturali di cultura e di sviluppo di servizi digitali a livello regionale e locale;
- attivare nuove forme di Collaboration con un ecosistema efficace attraverso nuovi modelli di Procurement;
- predisporre le infrastrutture per evolvere verso i servizi nazionali.
2) Nel medio-lungo periodo:
- lancio di un piano industriale integrato di livello nazionale;
- attivare i servizi Agid a livello regionale e locale;
- attivare centri di competenza regionali su cui costruire nuovi servizi innovativi di dominio del piano industriale nazionale.
- disponibilità, unicità ed interoperabilità dei dati e dei servizi;
- assenza di Kpi di qualità di servizio a utente interno/esterno;
- basso livello di competenze digitali.