Temi più rilevanti affrontati durante il dibattito
Il processo di adeguamento alla nuova filosofia produttiva racchiusa nel concetto di Industry 4.0 richiederà tempo perché frutto di ingenti investimenti sia sui macchinari e sistemi informativi sia sulla formazione delle competenze adeguate per controllarli. Ciò che è anche evidente è che politica industriale e politica del lavoro sono in questo caso due facce (convergenti o divergenti) dell’innovazione digitale. Di questo si è parlato nel workshop n. 6 attraverso una discussione che ha toccato i seguenti punti:
1) Impatto organizzativo dell’industry 4.0:
- necessità di share di conoscenza;
- necessità e opportunità di creare team di lavoro cross function sulle strutture aziendali;
- analisi dell’impatto sull’organizzazione delle operation;
- impatto sugli skill delle risorse (abilità a usare nuovi device e tecnologie);
- importanza del change management per guidare il cambiamento lungo tutta l’azienda.
2) Impatto sull’Ict:
- necessità di nuove competenze;
- bisogno vitale di nuova proattività;
- maggiore compenetrazione con il business.
3) Strategia a livello di sistema paese:
- far crescere la consapevolezza dell’opportunità/rischio;
- aumentare gli investimenti pubblici e privati;
- definire una regia che faciliti i contatti tra università, azienda e mondo della ricerca;
- stabilire nuove percorsi formativi in campo universitario (Science, Technology, Engineering, Mathematic).
4) Ruolo dei vendor:
- i piccoli sono più rapidi ma non possono essere interlocutori delle grandi multinazionali;
- i grandi sono in attesa di vedere dove va il mercato e sono un po’ in ritardo;
- non ci sono vendor che hanno soluzioni olistiche, necessità di creare aggregazioni/partnership.
Punti di forza e debolezza
Partendo dalla consapevolezza che sul fronte Industry 4.0 i primi esempi di realizzazione sono focalizzati sulla manutenzione predittiva e nell’ambito dell’energy management, i partecipanti al workshop hanno identificato i seguenti punti di forza:
- sono attivi alcuni progetti e realizzazioni in settori differenti compreso il settore pubblico;
- casi di successo con ritorni effettivi e misurati;
- in Italia esiste un substrato di conoscenze tecniche e di eccellenze di alto profilo.
Benefici che devono fare i conti con una serie di vincoli:
- scarsa comunicazione tra ambienti universitari, altri player tecnologici e aziende;
- metodologia di approccio: cabina di regia assente rispetto ad altri paesi (Germania soprattutto);
- grandi player non totalmente pronti ad un approccio olistico;
- l’aspettativa di un valore netto ‘robusto’ (ossia di un evidente ritorno di investimento che spesso è atteso su livelli molto elevati) troppo spesso rallenta o blocca l’avvio di progetti;
- la mancanza di standard di mercato o legislativi impone un alto livello di interoperabilità;
- commitment e vision del Top Management sono ancora un prerequisito importante per procedere con i progetti e molto spesso non si riesce ad instaurare il giusto grado di comunicazione/collaborazione (in molti casi le direzioni di business non riescono a dare alle Lob il commitment adeguato per stimolare il cambiamento dal basso che in percorsi di Industry 4.0 diventa invece un prerequisito fondamentale)
Proposte concrete di attuazione
Con un vena provocatoria nel ribadire che ‘il costo del non fare è maggiore del fare anche sbagliando’, il gruppo di lavoro di questo workshop suggerisce di prendere in considerazione le seguenti proposte attuative:
- partecipazione al gruppo LinkedIn WS6 per condividere esperienze ed eventualmente partecipare e cooperare a progetti di Industry 4.0:
- attuare forme di pressione per adeguare la formazione universitaria;
- ricorrere al meccanismo dell’alto apprendistato per la formazione di nuove risorse (cioè ai nuovi percorsi formativo-lavorativi che prevedono, per esempio, contratti lavorativi finalizzati alla formazione e all’occupazione dei giovani mediante lo svolgimento di attività di ricerca su tematiche di interesse dell’azienda; si tratta di strumenti nati per favorire l’occupazione dei giovani e al contempo stimolare l’innovazione delle aziende);
- creazione/partecipazione a Joint Lab;
- iniziare a dedicare risorse aziendali che si focalizzino sul tema, senza attendere Enti e/o regie esterne, seppur importanti.