SANREMO – Il Festival di Sanremo non è un evento televisivo che dura 5 serate. Il Festival di Sanremo è un mondo.
È questo l’assunto che diventa immediatamente realtà non appena si giunge nella cittadina ligure durante la manifestazione. ZeroUno, grazie all’invito esclusivo del direttore ICT di Rai, Massimo Rosso, ha potuto visitare il backstage tecnologico di quello che in Rai chiamano il “circo Sanremo”, definizione che ben condensa la caratteristica principale del Festival: una macchina complessa, fatta di centinaia di componenti umane e tecniche, dove tutto deve funzionare con la precisione di un orologio svizzero, ma la cui complessità rimane trasparente allo spettatore, esattamente come in uno spettacolo circense dove le poche ore di magia sotto il tendone sono il frutto di un’organizzazione perfetta.
Un’idea di quello che “muove” Sanremo ce la da Marco Cunsolo, Responsabile Pianificazione mezzi di produzione Raiuno, che ci accoglie al Teatro Ariston: “263 artisti che si esibiscono solo su questo palco; 27 ore di televisione diretta per il Festival e circa 40 ore per tutti i programmi collaterali di Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai Italia che nei giorni del Festival vengono trasmessi da Sanremo; 700 dipendenti Rai, tra tecnici e staff editoriale, che, nei diversi momenti a partire da settembre, sono coinvolti nell’organizzazione e nella realizzazione dell’evento; 80 giorni, a partire dal 27 dicembre, di presenza a Sanremo di personale Rai”; ricordiamo che il Festival finisce il 9 febbraio, ma fino ai primi di marzo ci sono varie trasmissioni di intrattenimento che vanno in onda dagli studi qui allestiti.
“Il Teatro Ariston – prosegue Cunsolo – è il cuore del Festival, ma in realtà ne è solo una piccola parte. Il Festival nasce in giugno-luglio con la designazione del direttore artistico che presenta un progetto editoriale, che si svilupperà in 5 serate, appoggiandosi alla convenzione che Rai ha con la città di Sanremo. Detto così sembra abbastanza semplice, ma in realtà l’indotto generato è impressionante e tutto deve funzionare come un orologio perfetto”.
Cosa sta dietro alla preparazione del Festival
Torneremo più avanti su questo indotto, ma prima diamo l’importanza che merita alla ragion d’essere di questo “circo”: la manifestazione canora.
Ogni cantante ha le proprie caratteristiche che devono essere “riversate” nelle impostazioni degli apparati che regolano la messa in onda audio e video. Questo significa che ogni cantante ha una sua “memoria”, come in Rai definiscono questi data set, che si alimenta con le diverse prove: “Intorno al 15 gennaio iniziano ad arrivare i cantanti in gara, dopo avere effettuato alcune prove nel centro di produzione di Saxa Rubra per avere le prime tarature audio. Arrivato a Sanremo, ogni cantante ha a disposizione 3 turni di prove, di 20 minuti ciascuno, durante i quali le memorie vengono istruite con i dati relativi alle impostazioni audio, alle luci e a tutto quello che serve per l’esibizione in diretta durante la quale queste memorie vengono richiamate e tutti gli strumenti si impostano automaticamente di conseguenza”, spiega Sandro Paris, Funzionario responsabile organizzazione tecnica del Festival, accompagnandoci nella visita alle diverse installazioni tecniche.
La settimana prima del Festival è dedicata alle prove degli ospiti italiani e stranieri dove si devono affrontare le situazioni più disparate, come ricorda Paris: “Da Elton John che è arrivato con un pianoforte enorme che non sapevamo neanche come far entrare in Teatro, a Zucchero che aveva tutto un gruppo di artisti e strumenti non indifferente. Tutte situazioni che devono essere gestite sia dal punto di vista tecnico sia logistico. E non abbiamo giorni a disposizione, nella maggior parte dei casi, prove e tarature si fanno nella mezza giornata precedente la messa in onda serale”.
Ogni artista che si esibisce, ogni comico, ma anche ciascuno dei 55 orchestrali, ha la propria “memoria: “Il tutto è automatizzato e organizzato con la massima precisione, ma è un lavoro dove l’abilità dei tecnici è vitale e dove non può esserci un cambio. Il tecnico che effettua una determinata taratura non può lasciare il lavoro a un altro, deve necessariamente portarlo a termine la stessa persona; per questo i ragazzi che lavorano qui fanno parte di un’unica squadra che rimane al lavoro dalle 10 della mattina alle 2 di notte. Ed è un lavoro che deve essere fatto con passione”.
A complicare la faccenda c’è poi il fatto che durante la registrazione delle “memorie” il segnale audio-video viene inviato in una stanza, collocata sopra al palco, dove gli esperti delle Case discografiche verificano che quanto impostato sia di loro gradimento ed eventualmente propongono modifiche.
L’audio è ovviamente l’elemento strategico di tutto questo lavoro di taratura, ma un ruolo altrettanto importante è quello delle luci: “Quest’anno all’interno dell’Ariston abbiamo montato 550 proiettori motorizzati, che vengono regolati sulla base delle indicazioni del direttore della fotografia, e la cui impostazione e taratura rientra nelle diverse memorie dei vari protagonisti della manifestazione o delle varie fasi delle serate. Quest’anno il lavoro del direttore della fotografia, Mario Catapano, è stato ancora più complesso perché la scenografia di Francesca Montinaro non è basata su elementi fisici, ma sugli effetti delle luci”.
Si arriva così alle serate della messa in onda dove, dal camion regia posizionato a pochi metri dal Teatro, il regista del Festival Duccio Forzano utilizza dall’edizione dello scorso anno CuePilot, un software molto avanzato che permette di gestire in modo automatico tutte le telecamere, consentendo di cambiare inquadratura con estrema rapidità, ma anche di sincronizzare con le telecamere tutti gli apparati di illuminazione e gli eventuali effetti speciali.
Il Festival non è solo Festival
Come detto, la manifestazione canora, seppure centrale, è solo uno degli aspetti del Festival. Oltre all’Ariston, la Rai ha allestito altre 2 postazioni: al Casinò, da dove vengono trasmesse le trasmissioni collaterali più importanti come La Vita in Diretta e Il Dopofestival; al Forte Santa Tecla dove Rai Radio2 anima la notte mediatica sanremese con concerti, aftershow, oltre a realizzare interviste varie. Non bisogna poi dimenticare che altri collegamenti vengono effettuati dal Red Carpet, la passerella posizionata davanti al Teatro dove, dalle 6 della mattina alle 10 di sera, si alternano diverse trasmissioni. Inoltre ci sono diversi contributi che, dall’Ariston, devono essere inviati, spesso in contemporanea, ai telegiornali o ad altre trasmissioni. Per questo, sopra al palco, ci sono 5 sale regia che si occupano, appunto, di inviare il segnale a Roma per questi contributi.
Senza entrare nel dettaglio delle diverse specificità, le problematiche tecnologiche per la messa in onda audio-video che riguardano le trasmissioni dall’Ariston, si presentano anche in quelle dal Casinò e dal Forte Santa Tecla, dove tra l’altro è posizionata anche la redazione social.
Ma come viene gestito tutto questo flusso di dati da e per Roma e all’interno delle varie postazioni a Sanremo? Ce lo spiega Giuseppe Cilia, Responsabile Esercizio della Direzione ICT, che, come Paris, vive nella cittadina ligure dal 27 dicembre, e ci accompagna nella stanza ICT del Festival da dove viene monitorato tutto il traffico di rete: “I 4 siti principali di Sanremo (Ariston, Casinò, Palafiori e Forte Santa Tecla) sono stati collegati con la nostra rete aziendale e nell’area abbiamo installato un centinaio di apparati di rete che ci consentono di monitorare il traffico attraverso una console centralizzata (la stessa che vedono i nostri colleghi del centro ICT di Torino). Per dare un’idea dell’installazione, ricordo che posiamo circa 10 chilometri di cavi”.
Infine la cybersecurity, tema importantissimo perché un attacco mirato, per esempio di tipo DDOS, può mettere in pericolo tutto il lavoro fatto per rendere disponibili le infrastrutture di comunicazione. Questi aspetti sono monitorati, oltre che da questa sala ICT, dai centri di Controllo della Direzione ICT di Rai ubicati a Torino e a Roma e soprattutto dagli specialisti della Polizia Postale e delle Comunicazioni presenti a Sanremo con gli uomini del CNAIPIC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) che 24 ore su 24, in stretto raccordo con la sala operativa di Roma, proteggono la complessa infrastruttura ‘critica’ informatica della Rai con uno sforzo eccezionale dovuto all’importanza e alla grandezza dell’evento. È una collaborazione che, come in occasione di altri grandi eventi (Expo 2015, Giubileo della Misericordia), vede impegnati gli uomini del CNAIPIC e dei Compartimenti Polizia Postale di Genova e Torino fianco a fianco con i tecnici dell’infrastruttura tutelata, la Rai, consolidando una partnership pubblico-privato risultata un modello, collaudato e vincente, assolutamente all’avanguardia anche nel panorama internazionale.
Concludiamo qui il nostro reportage, anche se ci sarebbero mille altri particolari da raccontare perché il backstage tecnologico del Festival di Sanremo è coinvolgente quanto la manifestazione artistica, senza dimenticare le misure di sicurezza adottate sia all’interno che all’esterno del teatro. Come illustrato da Fabio D’angelo, Addetto alla Sicurezza per Eventi e Asset Protection, che ha accompagnato la visita nei vari siti della manifestazione sono tre le principali novità che la Sicurezza Rai ha introdotto quest’anno: dal potenziamento dei varchi d’ingresso al controllo dei titoli di accesso e conteggio delle presenze in teatro, per terminare con la presenza di addetti ai servizi di controllo a protezione di galleria, platea e palco.
Mandiamo quindi il nostro “in bocca al lupo” a tutti coloro che si trovano a Sanremo dove, tra qualche giorno, verranno riavvolti i 10 chilometri di cavi, smontati i 550 proiettori e tutti gli allestimenti, impacchettate le tonnellate di apparati e materiali per tornare a Roma e riprendere, l’anno prossimo, il viaggio per Sanremo per un nuovo “circo”