Attualità

A ognuno il suo cloud: il ruolo del (Cloud) System Integrator

Il processo di trasformazione digitale passa necessariamente per la migrazione verso il cloud. Ma come scegliere le piattaforme e gli strumenti più adatti a specifiche esigenze? Luca Nunno, CEO di Criticalcase affronta il tema con ZeroUno.

Pubblicato il 07 Ott 2022

cloud computing

Parola d’ordine: cloud. La migrazione verso la nuvola, però, è un processo che pochi possono permettersi di affrontare da soli. Soprattutto nel settore delle piccole e medie imprese, l’introduzione di piattaforme distribuite richiede spesso una forma di assistenza per la definizione dell’infrastruttura e la sua governance.

Ed è proprio qui che si colloca il ruolo del Cloud System Integrator. La formula elaborata da Luca Nunno, CEO di Criticalcase, può essere interpretata come un’evoluzione del classico ruolo di system integrator e sta svolgendo un ruolo fondamentale nella fase di digital transformation che stiamo attraversando.

Ma quale approccio caratterizza questo tipo di attività? E quali sono i servizi più importanti su cui concentrarsi?

Un approccio agnostico

Un primo aspetto riguarda le scelte a livello di soluzioni. “Parlare di cloud come se fosse un unico grande calderone rischia di essere fuorviante” spiega Luca Nunno. “Quando un mercato diventa maturo si creano molte specializzazioni. L’offerta disponibile oggi comprende strumenti molto diversi tra loro per caratteristiche ed efficienza. Scegliere quello giusto non è facile”.

Insomma: pensare di poter trovare un unico cloud provider che soddisfi a 360 gradi le esigenze dell’azienda rischia di portare a una delusione. Fattori come l’integrazione con le infrastrutture esistenti o la necessità di adattarsi a un ambiente particolare influiscono in maniera “importante” sulla scelta. Prima di commettere un pericolo passo falso, è meglio affidarsi a qualcuno che abbia le competenze e le conoscenze che permettono di individuare la scelta migliore per ogni singolo aspetto.

Secondo Nunno, la strategia più efficace per offrire questo tipo di consulenza è quella di evitare di adottare un mindset rigido. “La logica è quella di agire come un partner agnostico, che mette al centro le esigenze del cliente senza un vincolo predeterminato riguardo il fornitore di tecnologia” spiega il CEO di Criticalcase. “Si tratta di un approccio che definiamo ‘cliento-centrico’ e che mira a garantire il miglior risultato possibile”.

Privato, pubblico o ibrido?

Inutile sottolinearlo: non esiste una formula magica per la definizione in assoluto di una tipologia di infrastruttura cloud. La scelta dipende, infatti, dalle esigenze specifiche della singola azienda. Si possono però definire delle logiche che permettono di orientarsi tra le possibili opzioni.

“Soprattutto quando si parla di progetti strutturati, la scelta di una soluzione di cloud privato permette di avere costi ridotti e migliori performance. Il cloud pubblico, invece, consente di avere scalabilità e ridondanza” sintetizza Nunno.

In altre parole, il cloud privato è solitamente indicato per tutti quei servizi che hanno volumi prevedibili, mentre quello pubblico soddisfa meglio le esigenze di quelli (progetti web e app) che invece possono avere grandi fluttuazioni sul numero di utenti. Le due dimensioni, però, non sono totalmente isolate. La formula ibrida, infatti, consente di unire tutte queste caratteristiche rivolgendosi ai servizi su cloud pubblico solo quando c’è la necessità di scalare un servizio, pagando a consumo solo ciò che serve.

“Quest’ultima soluzione ha senso, di solito, nel momento in cui il progetto ha dimensioni tali da comportare un impatto effettivo sui costi” sottolinea Nunno.

Oltre l’adozione: l’importanza della governance

Come sottolinea il CEO di Criticalcase, ormai la maggior parte delle aziende ha già avviato il passaggio al cloud. L’uso del termine “avviato”, però, non è casuale. L’utilizzo del cloud come strumento abilitante per il business, infatti, non può essere considerato un semplice “passaggio”, quanto piuttosto un processo in continua evoluzione. Una parte fondamentale nella gestione di un’infrastruttura basata su cloud è infatti il suo potenziamento e adeguamento alle nuove esigenze.

New call-to-action

È qui che entra in gioco l’attività di monitoraggio. “Esistono numerosi livelli che devono essere monitorati per comprendere quali siano le prestazioni dei sistemi” spiega Nunno. “Infrastrutture, applicazioni, codici, database ed esperienza utente devono essere controllate costantemente per individuare quali tecnologie possono essere introdotte per migliorare la performance”.

Il nodo della sicurezza

Il tema delle prestazioni, infine, è strettamente legato a quello della sicurezza. Anzi: in alcuni casi i due aspetti si sovrappongono. Il caso della verifica del numero di utenti per un servizio che può “scivolare” in un vero e proprio DDoS, è forse quello che rappresenta meglio questa commistione. Anche servizi di disaster recovery e una puntuale gestione del dato in ottica di sicurezza rappresentano punti estremamente rilevanti a livello di gestione.

“In quest’ottica è fondamentale garantire una presenza continua che permetta all’azienda di adottare le tecnologie più efficaci” sottolinea Nunno. “Le nuove tecnologie enterprise di security per il cloud consentono, per esempio, di definire regole estremamente dettagliate che permettono di controllare le comunicazioni con elevata granularità. Si tratta dell’unica strategia che permette di arginare i rischi legati alla permeabilità delle infrastrutture cloud agli attacchi informatici”.

La necessità di una continua assistenza da parte del Cloud System Integrator, nell’ambito security, deriva anche dall’estrema complessità di un sistema infrastrutturale che in molti casi coinvolge numerosi provider e servizi ospitati su sistemi diversi. “La flessibilità sul cloud rappresenta un indubbio vantaggio per il business, ma quando la si guarda attraverso la lente della security porta con sé la necessità di valutare numerosi aspetti ogni volta che si applica una modifica all’infrastruttura”.

Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Criticalcase

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