L’adozione del Cloud all’interno delle aziende sta vivendo per molti versi un punto di svolta, entrando a tutti gli effetti nella sua maturità. Che significa sì consolidamento, affidabilità e consistenza, ma anche, per esempio, una gestione più consapevole sia dal punto di vista della sicurezza, sia da quello dei costi di esercizio e gestione. Un tema sempre più sentito, anche alla luce della contingenza economica. A questo riguardo abbiamo sentito Antonio D’Agata, Partner e Director Strategic di Axiante, per approfondire lo scenario e capire cosa possono fare le aziende per governare la crescente complessità del Cloud, con particolare riferimento al tema dei costi.
Cloud in Italia: il punto della situazione
Prima di capire come gestire un contesto a crescente complessità, è necessario comprendere la situazione attuale. Per farlo D’Agata richiama l’attenzione sul Rapporto Eurostat 2021, che probabilmente non offre la situazione più aggiornata, ma sicuramente offre la fotografia più completa e affidabile.
“Dall’ultimo rapporto Eurostat (il prossimo sarà pubblicato a dicembre 2023 – ndr) emerge una crescita forte del Cloud, non solo in Italia. L’impulso del 2020 non sembra essersi fermato nel periodo post pandemico. Complessivamente, il 41% delle aziende in Europa ha utilizzato il Cloud. Per quanto riguarda l’Italia, emerge un dato interessante: siamo la nazione con l’adozione a crescita maggiore, se segmentiamo i dati in base ai servizi” – Ricorda D’Agata, che continua: “Dobbiamo anche ricordare, però, che la maggior parte dell’utilizzo del Cloud si concentra sui servizi di base, per esempio posta elettronica e archiviazione di file”. Insomma, un tipo di crescita che lascia molto margine per le applicazioni a media ed elevata complessità.
L’interesse da parte delle aziende
Proprio le opportunità di crescita a livello intermedio attrae in modo considerevole l’interesse delle aziende, compresi i player di riferimento del settore, come dimostra l’annuncio della prima Cloud Region italiana di Microsoft, con tre datacenter in Lombardia.
“Si tratta di una buona notizia, perché prestazioni Cloud migliori permettono di accelerare sull’innovazione, in particolare oggi che il Cloud sta entrando in modo pervasivo anche, per esempio, nel mondo della Pubblica Amministrazione, che come sappiamo movimenta numeri considerevolissimi” ricorda D’Agata. Non serve certo una particolare capacità di preveggenza per immaginare come, sulla scorda dei piani di Microsoft, il numero di aziende interessate ad investire nei servizi Cloud sul territorio italiano sia destinato ad aumentare.
Modernizzare le applicazioni attraverso il Cloud
Prima di procedere sul tema dell’organizzazione, D’Agata tiene a ricordare, sintetizzandoli, i vantaggi che il Cloud porta alle aziende, che ricordiamo per punti:
- L’adozione del Cloud porta vantaggi nella generazione dei Big Data, che oggi vengono generati praticamente da ogni attività, anche la sola navigazione. Per analizzarli in tempo reale servono caratteristiche del sistema particolari;
- Miglioramento dell’efficienza: un tema noto, che abbraccia tutta la filiera IT, dalla semplificazione dei setup tipici del mondo on premise, fino alla manutenzione e all’obsolescenza dell’hardware, assenti nei servizi Cloud;
- Scalabilità: anche in questo caso, sappiamo come sia facile aumentare o diminuire le risorse, anche in modo contingente, grazie al principio pay per use;
- Miglioramento di collaborazione e team work, in particolare nella gestione dei big data e nell’analisi in tempo reale;
- Sicurezza e privacy migliorate, grazie all’applicazione di aggiornamenti e patch da parte del provider in modo automatico ed efficiente.
Come praticare la modernizzazione delle applicazioni
Questi aspetti noti, tuttavia, non sono ancora sfruttati al 100% dalle aziende. D’Agata ci ricorda che “oggi nelle imprese abbiamo un panorama fortemente disparizzato, soprattutto se lo guardiamo in contesto internazionale”. Non tutte le imprese, insomma, crescono alla stessa velocità e anche fra quelle più reattive spesso è facile trovare situazioni disarmoniche. Come si esce da questa situazione?
“Oggi è necessario fare progettazione applicativa orientata al Cloud. Il CIO, fra gli aspetti indispensabili da prendere in considerazione, deve senza dubbio mettere fra le priorità una collaborazione con il business, allo scopo di raccogliere i desiderata e capire che serve uno sforzo collettivo, uscendo anche dallo stereotipo che vede spesso le richieste del comparto IT soggette alle disponibilità degli acquisti.” Sottolinea D’Agata, che ricorda come sia fondamentale, oltre alla formazione del personale interno, anche fare scelte coraggiose a vantaggio della modernizzazione, per esempio con migrazione di software o dismissione di strumenti e servizi obsoleti.
Un controllo indispensabile
Perché non tutte le aziende percorrono la strada dello spostamento verso il Cloud, apparentemente così vantaggiosa? “Il limite spesso è il modello Pay per Use, che preoccupa business e finance. Non è un mistero che sia un meccanismo che rischia di far crescere il consumo in maniera esponenziale. Se mancano progettualità e controlli accurati, si rischia di far esplodere i costi” continua D’Agata, che però poi rassicura. “Per far diventare il modello vincente, è sufficiente osservare alcune regole”.
Prima di tutto, serve un’adeguata pianificazione delle capacità, per evitare Over Provisioning e Under Provisioning: il tempo investito per analizzare i bisogni diventa vitale per un dimensionamento corretto. Serve inoltre un corretto approccio al multicloud corretto: “l’uso del multicloud può portare vantaggi interessanti per lo spostamento dei carichi di lavoro e aiutare a contenere i costi migliorando le prestazioni. Come contropartita, le aziende potrebbero perdere qualche vantaggio legato alle scontistiche per volume del singolo vendor. Quello che serve è uno strumento per mantenere sotto controllo i costi nel caso di progetti particolarmente strutturati” ricorda D’Agata. In molti casi può essere sufficiente anche lo strumento messo a disposizione da un vendor, per esempio AWS Cost Explorer.
Altri vantaggi possono arrivare dall’unione di cloud pubblico e privato, per esempio per avere a disposizione diversi livelli di sicurezza sulla base della rilevanza dei dati in Cloud archiviati: oggi tutte le aziende hanno la necessità di archiviare dati di diversa natura.
Scegliere le modalità Cloud e pianificare la capacità sono due dei pilastri fondamentali: “Nell’aiutare le aziende a gestire il proprio Cloud, Axiante si è posta l’obiettivo specifico di supportare il controllo completo e organico. In questo modo possiamo risolvere il timore delle aziende di vedere esplodere i costi e fronteggiare le riduzioni di budget IT che molte aziende sono state costrette a effettuare negli ultimi anni”
L’organizzazione è il fondamento per il futuro
La composizione dei costi, insomma, è un tema complesso e centrale per l’organizzazione efficace del cloud aziendale. Ma grazie a un’organizzazione attenta e competente, a una buona analisi e a un’adeguata pianificazione, le aziende italiane possono senza dubbio recuperare il divario nell’adozione del Cloud per le attività strategiche che ancora le differenzia dal mercato europeo.