MILANO – Nel corso di un incontro con la stampa, avvenuto a margine del recente F5 Forum 2019, Hitesh Patel, Director Product Marketing Automation, Orchestration & Ecosistems di F5 Networks, non ha esitato a usare la definizione di “app capitalist” per identificare aziende che focalizzano le loro aspettative e i loro investimenti sullo sviluppo, la distribuzione e il management di applicazioni sempre più innovative e pervasive.
Quanto a dove queste app vengono fatte funzionare, Maurizio Desiderio, Country Manager Italy & Malta di F5 Networks, ha ricordato che oggi più che mai si tratta del cloud. “Questo perché il cloud offre la possibilità di un development e deployment delle applicazioni praticamente senza limiti ed eliminando i rischi di impresa legati all’acquisto di infrastrutture on-premises. Ma essendo le applicazioni diventate il principale motore del business, indipendentemente da dove si trovino, è importante non fare errori che mettano a rischio il loro funzionamento e la loro sicurezza. Non va dimenticato che la gestione delle applicazioni resta responsabilità di chi eroga i relativi servizi, non del Csp (cloud service provider)”.
A confermare il trend inarrestabile verso l’utilizzo del cloud e del multicloud, è stato quindi Giancarlo Vercellino, Research e Consulting Manager di Idc Italy: “Fino a pochi anni fa c’era una sorta di ritrosia nei confronti del cloud oppure era visto solo come un’opportunità per razionalizzare i costi IT. Essendo aumentate la conoscenza del cloud e la disponibilità di strumenti per utilizzarlo, CIO e IT manager oggi si muovono sempre di più verso le tecnologie cloud per aumentare l’agilità del business. Il ricorso al cloud, in ogni caso, diventa la strada obbligata per chi intende utilizzare Saas (Software-as-a-Service) e PaaS (Platform-as-a-Service)”.
Facilitare il lavoro dei developer in sicurezza
Dal punto di vista di F5 Networks, la migrazione delle applicazioni e della gestione del loro ciclo di vita sul cloud comporta un cambiamento di approccio ai servizi applicativi: dalla gestione del load balancing fra diverse risorse computazionali all’autenticazione degli utenti e alla sicurezza contro i cyberattack.
Quali sono le principali sfide per gli “application capitalist”? Patesh ne cita in particolare un paio: “La prima è costituita dal worldwide shortage (carenza a livello mondiale) di sviluppatori software; per questa ragione, occorre fare tutto il possibile per rendere il lavoro dei software developer più efficiente possibile. La seconda è il fatto che le applicazioni possono rappresentare fonti di rischio per l’impresa”.
“Oggi – ha rincarato poi il Director Product Marketing Automation, Orchestration & Ecosistems di F5 Networks durante il suo intervento a F5 Forum 2019 – l’85% delle istanze di workload nel mondo è costituito da container. Nel 2021 prevediamo che sarà il 95%. L’87% dei nostri clienti che adottano il modello multicloud utilizza anche il deployment distribuito. Quando chiediamo a questi clienti quante siano, alla fin fine, le applicazioni che devono gestire, nessuno è in grado di dare una risposta. E questo è un problema se pensiamo che l’86% delle minacce alla cyber security mette nel mirino le applicazioni e le credenziali di accesso alle applicazioni”.
A F5 Forum 2019 presentati servizi applicativi per tutti i tipi di ambienti
Da tempo F5 Networks ha messo nel mirino gli ambienti cloud, multi-cloud, le app tradizionali migrate in questi contesti e lo sviluppo di applicazioni cloud-native. Un impegno che si riflette nelle diverse novità illustrate F5 Forum 2019. Fra queste, al primo posto figura il rilascio di F5 BIG-IP Cloud Edition (l’ultima versione della BIG-IP Virtual Edition e della piattaforma di gestione BIG-IQ), disponibile in modalità per-app, accessibile sui cloud VMware, AWS, Azure e presto anche sulla Google Cloud Platform, e che promette tempi di esecuzione e TCO inferiori a quelli di un’appliance. Preannunciati anche F5 Cloud Services (servizi anch’essi basati su cloud pubblici e completamente gestiti da F5: i servizi partono da DNS Delivery e Global Server Load Balancing, o GSLB), più altri servizi applicativi cloud-native progettati appositamente per venire incontro alle nuove esigenze DevOps e AppDev. Ecco quindi F5 Silverline, una famiglia di servizi erogati dal cloud e as-a-service, concepiti per proteggere le app cloud-based o on-premises in aziende in cui non sono disponibili grandi budget per investimenti infrastrutturali. Ultimo ma non meno importante è Aspen Mesh, un servizio basato sulla tecnologia mesh (a maglia) Istio (nata in Google e resa open source), che mira a semplificare la messa in sicurezza di architetture a microservizi, affiancandosi a tecnologie che risolvono i problemi di creazione e distribuzione di microservice quali Kubernetes.